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"ribadita linea corretta di lerici"

Comitati e associazioni: “Rifiuti: si proceda con la gara, lo dicono le sentenze”

Provincia della Spezia

“Tutti i comuni spezzini possono sottrarsi al ‘giogo’ di Iren e scegliere, tramite gara pubblica, un diverso fornitore di servizi idrici e ambientali (gestione dei rifiuti), economicamente più conveniente, sull’esempio del Comune di Lerici. Lo ha ribadito il Tribunale di Genova, dando seguito a una sentenza della Corte di Giustizia europea. A giovarsi di una gara di evidenza pubblica, fino a oggi mai effettuata, potrebbero essere tutti i 200.000 cittadini dei 32 comuni spezzini, che con la Tari pagano il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Lerici aveva fatto una nuova gara, spuntando una riduzione del costo del servizio del 20 per cento. Non vi ha potuto dare corso, perché per legge regionale deve essere la Provincia a indire la gara. Con le sentenze che ribadiscono la linea corretta di Lerici, Peracchini cambierà idea? E se non lo farà, cosa succederà?”. Si apre così una nota diffusa da Comitato No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune, Cittadinanzattiva e Italia Nostra.

“Il motivo per cui si debba procedere a una nuova gara lo spiegano le sentenze, italiane ed europee. Nel 2017 Iren ha incorporato Acam e Acam Ambiente a seguito di una gara. Fin qui tutto bene. Senonché col contratto di aggregazione stipulato nel 2018, Iren ha ottenuto in dote dai Comuni tutti i servizi idrici e di gestione dei rifiuti, che le due società spezzine gestivano in house, cioè con assegnazione diretta, senza gara. La gestione in house era legittima prima dell’aggregazione della società spezzina in Iren, perché Acam era un’emanazione diretta degli enti locali spezzini e da loro direttamente controllata. Oggi in Iren i comuni spezzini non contano un bel fico secco: esattamente solo l’1,98 per cento”, osservano ancora comitati e associazioni, che nella nota tornano inoltre a puntare il dito sulla gara per il biodigestore: per gli attivisti, Iren “col progetto di biodigestore da 90.000 tonnellate a Saliceti del costo di 57 milioni di euro, si è permessa di non onorare l’altra gara, quella del 2016, con la quale si era impegnata a costruire un piccolo impianto da 26.000 tonnellate per rifiuti organici a Boscalino di Arcola del costo di 7,5 milioni di euro”.

“La normativa europea sugli appalti non consente di raggirare la regola secondo cui tutti i servizi pubblici devono essere assegnati tramite gare”, aggiungono i cinque gruppi, per i quali, si legge ancora, “il contratto che ha trasferito tutti i servizi idrici e ambientali è illegittimo”. E comitati e associazioni nella nota si chiedono “se il passaggio dei servizi a Iren senza gara è illegittimo, Recos, controllata al 100 per cento da Iren, aveva titolo a presentare il PAUR (Provvedimento autorizzatorio unico regionale, ndr) per il progetto Saliceti?”.
E sabato prossimo Comitato No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune, Cittadinanzattiva e Italia Nostra organizzano una nuova iniziativa a tema, appunto, biodigestore. “Sabato 21 ottobre a Santo Stefano alle ore 16 presso l’ex cinema parrocchiale diamo appuntamento ai cittadini che vogliono capire ed essere informati e agli esponenti politici, agli amministratori che hanno a cuore gli interessi del nostro territorio e accettano di confrontarsi. Esporremo le iniziative che abbiamo messo in atto in Europa col sostegno dei parlamentari europei Mariangela Danzì e Brando Benifei e i nuovi passi che abbiamo intenzione di intraprendere”, informano gli attivisti.

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