La Via dell’Amore è stata riaperta per 166 metri dal 1° luglio al 30 settembre. In questo periodo ha fatto registrare 11600 ingressi, concentrati, per la maggior parte, nel mese di settembre. Depositate le polveri dell’ultima coda di stagione alta, è dunque tempo di stilare un primissimo bilancio. In questo momento di sperimentazione la sindaca Fabrizia Pecunia esprime la sua piena soddisfazione: “Posso affermare che il test sia riuscito molto bene”. E’ indubbio che con questa apertura il Comune di Riomaggiore è stato protagonista di una rilevanza mediatica significativa: gli articoli sulla stampa nazionale e internazionale certificano l’attesa, decennale, condivisa con i turisti di tutte le latitudini, che sognavano e sognano il sentiero più celebre delle Cinque Terre dalle guide e dai feed dei social network. E, ancora in questi giorni, i villeggianti si allungano fino al cancello, rimangono a guardare i cartelli dei divieti (no pic-nic, no scritte, no lucchetti) e a malincuore tornano sui loro passi. “Siamo sulla strada giusta e continueremo su quest’asse, offrendo una proposta con prenotazione a parte rispetto alla Cinque Terre Card, che metta a sistema i siti del Comune. Penso al Castello di Riomaggiore, al nascente Museo del Novecento di Manarola, per cui abbiamo appena preso dei finanziamenti, al mulino di Manarola,…luoghi che ci permettono di veicolare altri siti ancora, come la Torre Guardiola, il presepe, i terreni,… in modo da distribuire il flusso”, spiega la sindaca a Città della Spezia.
C’è da dire che la riapertura della Via dell’Amore, slegata dal Parco Nazionale Cinque Terre ha creato qualche dissidio. “Si sono arrabbiate persone localizzate – considera la sindaca –. La Via dell’Amore era già uscita dai sentieri Parco, l’avevo fatta rientrare io al primo mandato, nel 2018, ma già con la clausola che una parte degli introiti dovesse poi andare al Comune di Riomaggiore. Io trovo che, anzi, il nostro approccio sia replicabile e orientato a cercare di costruire un’offerta a coloro che sono veramente interessati”. Ma in questa epoca di consumo veloce, dove i turisti arrivano, ordinano un cappuccino per fare la foto con il mare sullo sfondo senza nemmeno consumarlo e se ne vanno, quanto può pesare l’interesse per un patrimonio museale o naturalistico? Come non confondere Manarola con Venezia o Positano? “Non tutto il turismo è bulimico: le guide che hanno gestito gli accessi alla Via dell’Amore hanno rilevato empatia nei visitatori, entusiasmo per come si è scelto di raccontare quel tratto di territorio. Non contano soltanto i numeri: all’interno dei numeri abbiamo la possibilità di scegliere”, aggiunge Pecunia.
Quando torneranno a essere unite Riomaggiore e Manarola, è la domanda delle domande. “L’apertura totale della passeggiata è prevista per il 2024. Abbiamo dovuto interrompere con il 30 settembre proprio per riprendere i lavori a tempo pieno e non avere vincoli in accesso. Nel 2024 l’accesso sarà sia da un paese che dall’altro, sempre con prenotazione prioritaria per chi dorme sul territorio e accesso libero dalle 19 alle 22 a coloro che abbiano acquistato l’entrata per il giorno stesso. Di fatto, il turista viene così parificato al residente”. Novanta giorni di apertura nei quali tantissimi hanno potuto assaporare o riassaporare una passeggiata seppur parziale nel sentiero più famoso d’Italia. Interessante capire quale sia stato il visitatore tipo nel corso della sperimentazione 2023? “Tanti stranieri, quelli che sognano le Cinque Terre prima sulle guide e sui social, statunitensi, tedeschi, ma anche italiani, con una forte componente di certe categorie di tecnici interessati alla tipologia di intervento effettuato: architetti, ingegneri,… perché l’intervento è importante, scenografico, spettacolare. Per i materiali utilizzati, per i rocciatori appesi”.
Uomo e roccia ancora una volta intrinsecamente uniti. “Non è casuale questa moderna unione uomo-natura. È storia. Per ciò vogliamo far capire le ragioni per cui siamo sito Unesco, perché c’è un Parco Nazionale, perché Telemaco Signorini è venuto a raccontarci,… È una strategia che ambisce a portare qui persone più consapevoli del territorio, che possano anche rispettarlo, che non mettano lucchetti, non gettino cartacce per terra, non scarabocchino i muri,… che abbiano voglia di vedere, riflettere e magari tornare”. Rimangono obiettivi da raggiungere come la pluricitata necessità di arrivare ad una destagionalizzazione e all’allungamento del soggiorno medio? “A breve andremo ad approvare il calendario invernale, con agevolazioni legate al suolo pubblico per gli esercizi che rimarranno aperti. Abbiamo anche previsto qualche forzatura su gennaio: un ristorante è disponibile a fare colazioni nel giorno di chiusura dell’unico bar aperto. C’è molta collaborazione per garantire i servizi. E poi, non dimentichiamo che il ruolo centrale nel nostro Comune è giocato dall’agricoltura. È lì che dobbiamo investire: in infrastrutture (i trenini), acqua e manutenzione dei muretti a secco. E poi il tema dei diritti di reimpianto è fondamentale. Per i nostri giovani”.
Agli spritz a picco sul mare e alle case colorate rimane il tempo di una scrollata sullo schermo.