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Sindaca: "sempre più urgenti soluzioni definitive"

Fumata arancione dall’impianto rifiuti, la causa è una boa

E' accaduto stamani alla Specchia Services, alle Pianazze: "Subiamo gli effetti del livello di qualità delle raccolte differenziate, su tutti i materiali", osservano dall'azienda. E stasera lo stabilimento sarà tra i temi della seduta del Consiglio comunale di Arcola.

La fumata arancione alla Specchia Services

Preludio a tinte arancioni per la trattazione in Consiglio comunale (nella seduta di stasera, in programma dalle 20) delle proposte del Pd sull’impianto rifiuti della Specchia Services in località Groppolo – in estrema sintesi: ricollocazione o interventi di adeguamento. Stamani infatti dal sito si è alzato dell’abbondante fumo arancio, uno sbuffo colorato che certo non poteva passare inosservato ai residenti, che hanno segnalato l’accaduto. Ma, appunto, cosa è accaduto? Si è trattato, spiegano dall’azienda, contattata da CdS, dell’attivazione di boe fumogene di segnalazione di ambito nautico, arrivate all’impianto in quanto erroneamente smaltite come plastica, probabilmente per via dell’involucro di tale materiale. “Tra l’altro queste attrezzature – sottolineano dall’azienda – possono essere riportate dal venditore senza pagarne lo smaltimento, la consegna è gratis. Invece smaltendole nella plastica arrivano all’impianto causando un danno considerevole. Purtroppo ci troviamo a subire gli effetti del livello di qualità delle raccolte differenziate, su tutti i materiali”. Stamani, dopo l’episodio, informano ancora da Specchia, si sono recati sul posto Polizia locale e Polizia provinciale per i controlli del caso: “Hanno rilevato che era tutto a posto, come è sempre stato in seguito ai controlli di questi mesi”. Ma l’azienda non nega l’esistenza di aspetti problematici, da tempo segnalati dai residenti: “Nessuno vorrebbe avere un impianto di trattamento rifiuti a cento metri da casa, comprendiamo il disagio – osservano da Specchia Services -, ma abbiamo adottato e stiamo mettendo in atto una serie di iniziative per rendere più facile la convivenza. Ad esempio i distributori di deodorante a base naturale, che ci costano circa cento euro al giorno, o la pulizia completa della viabilità delle Pianazze che eseguiamo una volta al giorno a nostre spese, o ancora le piantumazioni per cercare di creare una barriera naturale”. E sul Consiglio di stasera, dall’azienda fanno sapere di essere “sempre disponibili a valutare progetti quando sono reali, concreti e plausibili”.

In seguito all’episodio, è intervenuta con una nota la sindaca di Arcola, Monica Paganini. “Che cosa avrebbe potuto innescare? – si domanda la prima cittadina in merito all’accaduto – È sempre più urgente prendere decisioni definitive. L’impianto, con una raccolta differenziata mal gestita e peggiore di tutti tempi, non può rimanere così in quella parte di territorio arcolano, in cui insistono civili abitazioni e famiglie e scuola dell’infanzia (nel comune della Spezia) costrette a subire una convivenza impossibile. Ciascuno deve fare la sua parte, soprattutto gli enti sovraordinati preposti al controllo e all’autorizzazione delle attività. Ci siamo incontrati più volte con Arpal, Asl, Provincia e Comune della Spezia. Abbiamo chiesto controlli più mirati e ripetuti su rumori, odori, emissioni, tipologie di materiali presenti in entrata. Va sempre tutto bene! Ma i cittadini stanno facendo una esperienza immersiva nella puzza e nel rumore! Abbiamo richiesto la installazione di un centralina di rilevazione mobile lì davanti per controllare tutto il controllabile… per assurde regole del gioco alla fine dovremo pagarla noi come amministrazione. E sia, ma povera Italia”. La sindaca nel medesimo intervento informa altresì che “a breve inizieremo i lavori per mettere in sicurezza il sottopassaggio, oggetto di moltissime criticità viabilistiche, con installazione telecamera e passaggio pedonale”. Implementazioni, queste, che nel corso dell’assemblea pubblica indetta lo scorso 6 settembre dal Pd, erano state richieste dal Comitato Pianazze nel cuore a mo’ di segnale di Palazzo civico come anticamera di una trattazione complessiva della questione del rapporto tra quartiere e impianto.

 

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