Non avrà la qualità di Verde o il cambio passo di Antonucci, ma Francesco Cassata è ciò che serve in questo momento allo Spezia. Dopo anni di rincorsa, in estate il lericino è finalmente tornato a casa per riabbracciare quella piazza che sin da bambino aveva sognato e nelle difficoltà di uno Spezia che ancora cerca di capire chi potrà diventare, è sceso in battaglia a difesa di una maglia di cui davvero conosce il valore e il peso. Terzino, mezzala, mediano, ora anche esterno a tutta fascia, per lo Spezia Cassata gioca ovunque e lo fa in maniera preziosa, con le sue caratteristiche, lottando e dando oltre il 100%, caricandosi la squadra sulle spalle.
Nella pessima partita con la Reggiana era stato uno dei migliori, l’unico a lottare e provare a reagire ad un periodo no dei suoi compagni. “È un grande uomo, averne di giocatori con quella voglia e passione”, ha detto ieri Massimiliano Alvini nell’immediato post partita con il Brescia, lodando non solo le capacità dell’ex centrocampista del Sassuolo, ma anche l’animo di un ragazzo che sa cosa vuol dire lottare per i colori della propria città. In uno Spezia che ha perso gli spezzini fatti in casa, da Maggiore e Vignali fino all’ultimo Bastoni, ecco che lo spezzino di importazione Cassata sta provando a prendere per mano una squadra che cerca ancora la propria via, non con la qualità dei fenomeni ma con umiltà, sacrificio e lavoro, che in Serie B in tanti casi valgono più di tutto. “Tornare a casa è un inizio, non la chiusura di un cerchio”, aveva detto in estate in sede di presentazione, Cassata ha voluto lo Spezia anche per rilanciarsi dopo anni complicati con tanti infortuni, fortunatamente alle spalle. E ora, nel momento di maggior difficoltà, è lui a cercare di trainare i suoi compagni per una maglia e una città che per lui hanno un significato diverso.