E’ la serie B, la categoria in cui devi far esordire un Vignali o un Maggiore per esigenza e scopri, qualche anno dopo, che con loro puoi ottenere una promozione. Così in questo inizio di campionato difficile per lo Spezia si staglia una luce di speranza che porta il nome di Nicolò Bertola. Una buona abitudine dell’era Volpi, che sul Ferdeghini fece investimenti importantissimi, fu quella di provare sul banco del professionismo calciatori appena usciti, o quasi, dal settore giovanile. Anni dopo le intuizioni di Mimmo Di Carlo, si ripropone il tema grazie a una categoria che permette un approccio più morbido per i giovani.
Anche Bertola è uno della Generazione Ferdeghini, forse l’ultimo a vivere il passaggio dalla terra polverosa al sintetico: “Sono entrato nello Spezia nel 2010, avevo sette anni. I primi tempi c’era un solo campo, ma già si parlava del progetto di ampliare l’area”, raccontava a Città della Spezia nel 2022. L’ex capitano della Primavera, 20 anni e mezzo, che poco più di un anno fa celebrava la patente di guida che gli avrebbe permesso di recarsi a Follo senza contare sui passaggi di Zoet, ha già vissuto la gioia dell’esordio in serie A con Thiago Motta dopo che anche Italiano lo aveva portato in panchina l’anno prima.
Poi il prestito al Montevarchi in serie C, con tanto calcio vero. Non è insomma stata una puntata al buio quella di Massimiliano Alvini al Penzo. Aveva anche Gelashvili tra le opzioni per la difesa ma ha preferito schierare il ragazzo di Carrara. Lo aveva visto bene in settimana ed è stato ripagato. Tanti i giovani interessanti già messi in mostra dallo Spezia in questo inizio di stagione, un altro motivo per guardare con ottimismo al domani.