L’istanza di cambio di destinazione d’uso presentata dalla proprietà del Royal Sporting hotel ha agitato le acque a Porto Venere. La richiesta di trasformare la struttura ricettiva in residenziale avanzata dalla proprietà non piace, infatti, a molti abitanti e alle associazioni del territorio.
La motivazione che ha spinto la società Fil Casa, riconducibile alla famiglia Paletti – proprietaria anche del Grand hotel di Porto Venere, del costruendo stabilimento balneare a Carlo Alberto, in Palmaria, e della concessione per l’utilizzo della ex scuola Ravecca -, risiederebbe “nell’inadeguatezza della struttura ricettiva rispetto alle esigenze di mercato”. E’ così che le 56 camere distribuite sui sei piani del Royal Sporting hotel, che sino al 2018 ha funzionato senza intoppi sopperendo per anni anche alla carenza di offerta ricettiva locale dovuta alla chiusura del Grand hotel, rischiano di trasformarsi in una serie di seconde case.
Una prospettiva che, tra gli altri, non convince per nulla Legambiente. L’associazione ambientalista guarda con preoccupazione l’istanza: “Si creerebbe un precedente con un depauperamento dell’offerta turistica in favore di una mera speculazione edilizia. Queste operazioni – prosegue Legambiente – sono molto pericolose perché spesso accade che, con una mano chiedi di costruire strutture ricettive per eliminare il degrado, e poi con l’altra fai facile cassa convertendole a civili abitazioni. Ci fa strano che un gruppo immobiliare così capace non abbia fatto le opportune valutazioni prima dell’acquisto del Royal. Temiamo che una simile sorte possa toccare alla struttura che si sta realizzando a Carlo Alberto”.