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Agricoltura sociale: l’accoglienza della fragilità e le nuove competenze, dalla sperimentazione ai percorsi

Storie, vite e percorsi delicati. Questo è stato raccolto nel corso del progetto di Agricoltura sociale, durato quattro anni, che questa mattina è stato presentato a Palazzo civico da Asl 5 La Spezia, unico ente capofila, supportato da Regione Liguria. All’interno del progetto erano inseriti diversi percorsi, tra questi “Agricoltore domani” di cui ne è stata data una testimonianza diretta di Alessandro Melis, uno dei destinatari del progetto che ha mostrato, durante la presentazione alla stampa, una pianta di zucchine: un simbolo concreto del progetto stesso.  Alessandro assieme ad altre persone ha seguito un percorso che ha potenziato le sue competenze: in passato aveva già acquisito dimestichezza con l’agricoltura e nella società agricola “Il Sicomoro”, della Caritas diocesana, si è venuta a creare una rete a trame molto fitte, quasi familiari. “Ho imparato anche il valore dell’amicizia e a lavorare bene insieme agli altri, oltre che aumentare le mie conoscenze” ha poi dichiarato a margine della conferenza. Alessandro Ferrante, vice presidente provinciale di Cia Liguria e della società agricola “Il Sicomoro” ha seguito personalmente il percorso di Alessandro Melis: “Insieme a tante altre persone abbiamo fatto questa esperienza di Agricoltura sociale, è stata bellissima e ci ha dimostrato quanto la terra possa accogliere e possa sviluppare nuove competenze. Indipendentemente dalle loro fragilità, tutti i partecipanti sono riusciti a raggiungere gli obiettivi, alcuni, come Alessandro, avranno una valutazione delle competenze acquisite ottenendo un importante attestato”.

Facendo un passo indietro, Agricoltura sociale era rivolto ad aziende agricole e soggetti fragili dei tre Distretti 17 Val di Vara, 18 Golfo dei Poeti e 19 Val di Magra, e come detto con Asl 5 unico capofila. Agricoltura sociale è partito come una sperimentazione, nel 2019, e con i finanziamenti europei poi rientrati nel fondo regionale di Agricoltura sociale Psr 2014-2020, di 400mila euro, si sono avviate delle attività strutturate che  uniscono esigenze di settori diversi in una formula innovativa per generare servizi multifunzionali sostenibili e di ampio impatto sociale, con l’obiettivo di inserire persone fragili in un contesto nuovo e votato all’espressione delle loro potenzialità e, per i meno svantaggiati, sviluppare competenze spendibili nel mondo del lavoro. Dal concetto di Agricoltura sociale sono partiti i tre progetti: “Le radici della solidarietà” nel Dss 17, “Sentieri di inclusione” nel Dss 18 e “Il banco dell’agricoltura sociale” nel Dss19 hanno a loro volta attivato 7 percorsi pensati per rispondere ai bisogni dei singoli partecipanti e costruiti a sostegno della qualità della vita con il fine di sviluppare le loro potenzialità. In particolare i 62 partecipanti sono: 21 in carico alla salute mentale, 32 disabili e 9 in condizione di marginalità sociale.

Per 19 di loro (8 beneficiari del Servizio di Salute Mentale, 8 disabili e 3 in carico ai Servizi Sociali Territoriali del Comune della Spezia) sono stati attivati o si stanno attivando percorsi di inclusione sociale (borse lavoro) secondo l’ex DGR 283/17.

L’assessore regionale all’Agricoltura e vice presidente della Regione Liguria Alessandro Piana in una nota a margine ha aggiunto: ““Si tratta di tre progetti su cui il mio assessorato ha lavorato molto, realizzati grazie alla misura 16.9 del Psr per l’agricoltura sociale con un budget di oltre 400mila euro per unire i processi di produzione agricola ai servizi socio-sanitari con esiti ampiamente positivi. Un legame che ha dimostrato concretamente la sua portata, in termini di inclusione da un lato e di arricchimento della multifunzionalità dall’altro. Nella nuova programmazione 2023-2027 l’agricoltura sociale riveste una rinnovata importanza, che sarà adeguatamente finanziata attingendo ad un plafond complessivo di  5,5 milioni di euro (1,5 milioni di euro per la cooperazione e 4 milioni di euro per investimenti aziendali nella multifunzionalità), con effetto moltiplicatore sul territorio e sulla qualità di vita della società”.

“L’interconnessione tra i settori agricolo e sociale trova la sua piena realizzazione in questi progetti di grande valore per la comunità, sotto i profili della solidarietà, dell’integrazione e della valorizzazione della dimensione relazionale – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Giacomo Raul Giampedrone, intervenuto all’incontro. – Iniziative come queste sono un’occasione importante per sperimentare percorsi virtuosi, il cui obiettivo dev’essere quello di promuovere un cambiamento culturale e del mondo lavorativo per valorizzare sempre di più la multifunzionalità delle aziende agricole, grazie alla costituzione e il consolidamento nel tempo di relazioni positive. Il lavoro diventa così la dimensione attraverso la quale sperimentare sé stessi all’interno di un contesto protetto, in una società realmente inclusiva, come hanno dimostrato i positivi risultati ottenuti, con una grande partecipazione da parte delle aziende agricole nei distretti e 62 persone che hanno avuto l’opportunità di mettersi realmente alla prova. Ben 19 tra i beneficiari hanno ottenuto l’attivazione di un percorso di inclusione sociale, un traguardo veramente importante”.

“Quando nel 2019 le associazioni di categoria ci proposero la partecipazione al Bando di agricoltura sociale, in qualità di capofila, decidemmo di aderire non solo per lo spirito innovativo del contenuto della proposta, ma soprattutto in un’ottica strategica di co-progettazione e co-erogazione di servizi con tutti gli attori della “filiera” – ha detto Maria Alessandra Massei, direttore amministrativo di Asl 5, presente alla conferenza stampa. – Il coinvolgimento di più di 30 soggetti tra aziende agricole, agriturismi, enti di formazione, Comuni ha prodotto tre progetti di agricoltura sociale, nei tre distretti territoriali di Asl 5. Tutti i soggetti coinvolti, che hanno ospitato i beneficiari, ciascuno per il ruolo e la competenza specifica, sono anche i protagonisti che hanno permesso di sperimentare sul campo nuove modalità di relazione con persone decise a mettersi in gioco per superare i propri momenti di fragilità, attraverso percorsi formativi e di lavoro nel settore agricolo. Ciò ha dato come esito la costituzione e il potenziamento delle Reti territoriali di Asl 5, condividendo esperienze e competenze dei diversi operatori del mondo sociosanitario e agricolo. Purtroppo il Covid-19 ha posticipato di 2 anni l’avvio delle attività programmate e forse, per questo motivo, alcuni partecipanti – individuati dall’equipe responsabile dei progetti – sono cambiati rispetto a quelli inizialmente presi in carico dai servizi di Asl 5 con i Comuni coinvolti. Da oltre 70 persone hanno potuto partecipare in 62. Questo però non ha impedito il raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo proposti. L’esito dell’esperienza è tale che l’equipe di Asl 5, insieme con tutti gli attori coinvolti, è convinta che i progetti possono essere trasformati in servizi e percorsi di inserimento lavoro, di accompagnamento allo sviluppo di autonomie e alla gestione del tempo per il benessere dei beneficiari, a supporto anche dei loro famigliari. Tutti hanno partecipato con entusiasmo alle attività programmate, offerte presso le aziende agricole e gli agriturismi, dove hanno sviluppato un senso di autostima e di autonomia nello svolgimento di attività tecnico–professionali, migliorando certamente la qualità della vita, la sicurezza nel gestire nuove situazioni, come emerge dalle valutazioni tecniche dell’equipe dei sanitari di Asl 5. Si auspica di partecipare a prossime iniziative per consolidare l’esperienza maturata e giungere a validare i percorsi proposti con attestati di formazione da parte di Regione Liguria e di offerta di servizi innovativi per l’inclusione lavorativa e sociale, insieme con la “filiera” sperimentata nei tre progetti di agricoltura sociale”.

“Questi progetti costituiscono il primo esperimento coordinato sul territorio spezzino di agricoltura sociale, ossia di attività e servizi in aziende agricole, modulate sulla base delle capacità e delle attitudini di destinatari fragili – ha affermato Simonetta Lucarini, direttore sociosanitario di Asl 5, durante l’incontro. – Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti, ritagliati sui singoli partecipanti, grazie alla professionalità del personale Asl 5 e alla disponibilità ed esperienza, messa a disposizione dai diversi partner aderenti al progetto. Il risultato di questo lavoro condiviso, ha permesso di far vivere ai partecipanti delle esperienze lavorative a contatto con la natura e di formarsi per un inserimento nel mondo del lavoro agricolo possibile grazie allo sviluppo di nuove competenze di vita. Un grazie va ai numerosi attori che si sono impegnati nei tre progetti: dalle 32 aziende agricole che hanno messo a disposizione dei beneficiari spazi, attività, esperienze, tempo, ai distretti sociali e sociosanitari per la collaborazione nelle attività progettuali, alle associazioni di categoria delle aziende agricole per l’importante sostegno dato alle aziende partner, agli enti di formazione che hanno coordinato le attività, fino agli enti del terzo settore. Un ringraziamento particolare a tutti gli operatori sanitari e non di Asl 5 che, con circa 2500 ore totali di ore di lavoro, hanno gestito la parte amministrativa, tecnica e contabile, spina dorsale nella riuscita dei progetti. Infine, il grazie più grande va a tutti i partecipanti e alle loro famiglie che hanno permesso, con la loro presenza, la realizzazione di tutto questo”.

 

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