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Rete ambiente altroturismo: “Blue flag una copia del 2019, l’inquinamento da fumi non si fermerà”

Basta fumi, navi da crociera ambientalisti

“Ci saremmo aspettati che l’amministrazione comunale spezzina e gli altri enti sottoscrittori del nuovo patto Blue Flag coinvolgessero in qualche modo la nostra Rete, visto il nostro impegno non solo nel rappresentare – con presidi e cortei – il disagio e le paure dei cittadini, ma anche nel produrre idee propositive, come abbiamo fatto nel convegno dello scorso febbraio, coinvolgendo rappresentanze di altre città interessate dai fumi delle navi e le istituzioni locali. Purtroppo dobbiamo annotare che – come per altre materie strategiche per gli interessi collettivi (vedasi la sanità) – questa amministrazione comunale non brilla, ma anzi – tanto per restare a tema – affumica di notizie roboanti la pubblica opinione per far vedere che fa qualcosa, ma non fornisce i doverosi dettagli del suo agire”. Così la Rete ambiente altroturismo della Spezia rilancia sul tema dei fumi delle navi da crociera a pochi giorni dall’accordo Blue Flag prevede che le navi in arrivo alla Spezia passino al gasolio più leggero già prima di superare il varco di ponente dell’area portuale spezzina.

Rete ambiente altroturismo affonda: “Il nuovo accordo volontario “Blue Flag” ci sembra la fotocopia di quello sottoscritto nel 2019, ma tale accordo è mai stato applicato? Il notevole aumento dell’inquinamento registrato durante i giorni di permanenza delle navi da crociera nel Golfo ci fa pensare che o non è stato applicato, oppure è del tutto inutile e le notizie di questi giorni sulla firma del nuovo accordo purtroppo ci sembrano semplici azioni di marketing pubblicitario.
L’accordo del 2019 prevedeva che le navi avrebbero dovuto usare i motori principali ed i propulsori ausiliari al miglior regime, ai fini della corretta combustione e, quindi, della riduzione delle emissioni in atmosfera; avrebbero dovuto evitare i passaggi di carico tra i generatori; avrebbero dovuto evitare, all’interno del bacino portuale, la soffiatura delle condotte di scarico; avrebbero dovuto effettuare frequenti verifiche sulla corretta esecuzione delle manutenzioni alle macchine. Cosa è stato fatto ? Chi controlla?”

La rete poi cita il Comandante della Capitaneria di Porto, Alessandro Ducci nel passaggio: “La maggior parte delle navi che arrivano alla Spezia si considerano già conformi all’accordo, in quanto dichiarano di utilizzare lo scrubber, il sistema di lavaggio delle emissioni, oppure sono alimentate da combustibili alternativi che già di per sé garantiscono la decarbonizzazione”. A questo punto il gruppo chiede se i sistemi di abbattimento sostanze inquinati siano “realmente utilizzati correttamente, di che tipo sono e quali inquinanti riescono ad abbattere, inoltre se creano inquinamento dell’acqua per ridurre quello dell’aria? Considerando che le navi da crociera non hanno camini abbastanza elevati per permettere ai fumi di dissolversi in atmosfera prima della loro ricaduta, non è che l’abbassamento della temperatura dei fumi stessi a seguito dei lavaggi attraverso scrubber causa ricadute precoci dei fumi seppur parzialmente depurati?”.

“Pertanto ad oggi, certo non possiamo ritenerci soddisfatti e quindi condividere le affermazioni – il cui giudizio lasciamo ai lettori – di chi ha affermato che con gli scrubber dai camini delle navi uscirà solo vapore acqueo – concludono . Per quanto riportato solo da articoli di stampa e quindi in assenza di quella mancata doverosa partecipazione, rimane comunque del tutto irrisolto il problema delle emissioni di biossido di azoto (emissioni già evidenziate come anomale e pericolose per la salute). Rimane inoltre ancora inascoltata la nostra richiesta di potenziare le centraline di rilevamento posizionandole anche in altre aree della città colpite dai fumi di ricaduta.
Del tutto inascoltata rimane ancora la nostra proposta di un nuovo modello di turismo, diverso da quello crocieristico di massa; modello diverso già adottato da altre grandi città europee di mare”.

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