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Il presidente di commissione si era insospettito

Concorso Polizia Locale, usa lo smartphone come microspia durante gli esami

Un uomo di 46 anni, respinto alla prova di idoneità fisica, si è presentato all'orale aperto al pubblico. Durante le riunioni della commissione giudicatrice, che devono rimanere riservate, lasciava il telefono acceso registrando le conversazioni. Scoperto e denunciato, rischia l'interdizione dai concorsi pubblici per la pubblica amministrazione.

Polizia Locale

Era già stato escluso per inidoneità alle prove fisiche dal concorso per l’assunzione di agenti di Polizia Locale indetta dal Comune della Spezia. Nella mattinata di ieri – primo giorno delle prove orali – un uomo di 46 anni, residente in città, si è presentato comunque presso il comando di viale Amendola per assistere ai colloqui.

Le prove concorsuali sono infatti pubbliche. A insospettire il comandante, presidente di commissione, è stato il comportamento tenuto dall’uomo durante gli esami e il fatto che, nei momenti in cui è obbligatorio uscire dall’aula per consentire alla commissione giudicatrice di effettuare le proprie valutazioni sul candidato appena esaminato, l’uomo lasciava nel posto precedentemente occupato il proprio zaino ed il cellulare in bella mostra sul leggìo a ribalta della sedia.

Così il presidente, durante la fase di valutazione di un partecipante alle prove orali, deciso a chiarire la situazione, si è avvicinato allo smartphone orientato col microfono in direzione della commissione scoprendo che, in quel momento, era in corso la registrazione audio delle operazioni di valutazione, che devono rimanere riservate. L’uomo è stato immediatamente convocato dal collegio giudicante e, messo di fronte alle proprie responsabilità, non è stato in grado di fornire alcuna giustificazione.

Accertato che la registrazione era in corso ininterrottamente da oltre due ore, il 46enne è risultato aver illegittimamente intercettato e catturato ogni fase della procedura concorsuale, anche le parti destinate a restare riservate. Gli esami si sono dovuti interrompere temporaneamente per la redazione degli atti di rito, mentre l’autore è stato denunciato all’autorità giudiziaria per il reato di intercettazioni abusive di conversazioni riservate. Il telefono cellulare e la registrazione effettuata posti sotti sequestro e messi a disposizione della magistratura, per le valutazioni in sede penale.

Ora l’uomo rischia la pena della reclusione da 1 a 5 anni, con la possibilità concreta che non potrà più partecipare in caso di condanna ad alcun concorso pubblico indetto da una qualsiasi pubblica amministrazione.

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