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Le storie e i motivi

Certi amori non finiscono. I premi culturali nati nel Golfo dei Poeti che sono volati altrove. E poi sono quasi sempre ritornati

È proprio vero: non si è profeti in patria. Questo vale anche per premi di risonanza nazionale e internazionale, nati da intuizioni di donne e uomini nati nella provincia spezzina, che hanno dato lustro al territorio ma che per diverse ragioni si sono dovuti spostare in altre città.
Perché questi eventi migrano lontano dal Golfo dei Poeti? Forse la provincia spezzina è un contenitore troppo piccolo? O forse sono state le altre piazze che, dopo aver notato la risonanza e l’importanza di tali eventi, se ne sono appropriate anticipando le mosse delle amministrazioni locali?
Abbiamo deciso di esaminare la storia (passata e futura) di quattro premi culturali che hanno segnato la storia della città e che se ne sono allontanati, intervistando i principali attori che si celano dietro tali eventi.

Premio Chatwin, “camminando per il mondo”
Ispirato alla leggendaria figura di Bruce Chatwin, scrittore e viaggiatore britannico tra i più acclamati del ‘900, il premio nasce nel 2001 alla Spezia, da un’intuizione di Luciana Damiano con lo scopo di promuovere e divulgare la cultura del viaggio. Ciò avviene attraverso un concorso (diviso in sezione narrativa e fotografica) e un festival, concentrati entrambi sui concetti di “viaggio” e “nomadismo”. L’evento, che coinvolge scrittori e reporter di fama internazionale, ben presto migra verso altre località. Passano soltanto quattro anni dalla sua nascita e il premio si trasferisce a Nizza (città simbolo nella quale Chatwin morì a soli 48 anni) dove rimane per un’edizione. Poi si trasferisce a Genova, città in cui mette le radici fino al 2010 e dall’anno successivo non viene più celebrato. Ma poi cade il ventennale e Luciana Damiano, fondatrice del premio, decide di organizzare la manifestazione e portarla nel cuore di Lerici con l’apprezzamento del sindaco e dei cittadini e, visto il successo e le richieste, di riproporla anche gli anni successivi per le edizioni 2021 e 2022, prima di rientrare alla Spezia nel 2023.
“Noi siamo una piccolissima associazione e abbiamo investito in contributi e risorse. Il premio è stato da subito un successo e dopo i primi quattro anni ci siamo resi conto che alla Spezia non c’erano le condizioni per farlo crescere – dice Luciana Damiano -, mentre dal capoluogo ligure abbiamo avuto l’interesse di assessori alla Cultura e il sostegno della Regione e così abbiamo deciso di spostarci a Genova e devo dire che la collaborazione è stata prolifica da subito. Tutta Genova era a nostra disposizione, dai palazzi storici come il Ducale alle biblioteche, per citarne una: la Berio. Dal 2010 ci siamo fermati, abbiamo pensato di chiudere, ma per il ventennale siamo tornati alla Spezia. A noi sarebbe piaciuto fermarci, per noi Spezia è una città simbolo e vorremo che diventasse un punto di riferimento per i viaggiatori di tutto il mondo. Di una cosa sono sicura: il premio non andrà mai fuori dalla Liguria e il nostro obiettivo è quello di ancorarlo al Golfo dei Poeti. Già l’edizione 2023 tornerà alla Spezia il 17 e 18 novembre”.
La manifestazione è stata inserita tra i grandi eventi della Regione Liguria ed è patrocinata dal ministero della Cultura e dal ministero dell’Ambiente.

Premio Lunezia
Nato dalle ceneri spezzine di Festivalando (primo festival in Italia a premiare i testi delle canzoni), dal 1996 si sposta ad Aulla e già dalla prima edizione vede la collaborazione di Radio Italia che intravede da subito il potenziale del festival. Intuizione giustificata dato che negli anni partecipano alle serate i nomi dell’olimpo della musica italiana, mentre nella giuria si susseguono i più grandi giornalisti e scrittori contemporanei. Il metodo di valutazione per qualsiasi genere di canzone si basa su un’analisi musical-letteraria. Questo parametro riconosce la qualità delle canzoni esaminando l’unione tra testo e musica, che forma un simbolo semiotico non riconducibile alla poesia tout court e neppure all’oggetto musicale.
Passano 15 anni, 15 fortunate edizioni. Un successo che è andato a incrementarsi e che ha catturato l’attenzione nazionale immediatamente, grazie a ospiti illustri e collaborazioni sempre più strette con la Rai. Ma dal 2011 l’evento viene dirottato nella vicina Marina di Carrara. La motivazione viene fatta risalire a motivi economici. Gli abitanti di Aulla rimangono basiti: si raccolgono oltre mille firme per impedire il trasferimento del Festival, ma invano. Intanto, il Comune di Carrara, conscio di aver portato a casa un patrimonio della musica italiana, pochi giorni prima dell’evento, fuori dal casello della A12 fa campeggiare un cartello stradale che ostenta: “Carrara Città del Premio Lunezia”. Ma perché il comune spezzino non si è fatto avanti per assicurarsi un evento di tale importanza e che avrebbe sicuramente fatto del bene alla città?
Lo abbiamo chiesto a Stefano De Martino, patron del premio: “Aulla aveva rinunciato ai finanziamenti del premio per spenderli in altre iniziative. Così ho dovuto guardarmi intorno, anche perché il Lunezia era un evento consolidato. Dalla Spezia non è mai arrivata nessuna proposta di collaborazione mentre l’allora sindaco di Carrara Angelo Zubbani si era detto interessato. Da lì è iniziata un’ottima collaborazione che si è protratta negli anni. Devo dire che seppur fosse nota la consacrazione del Lunezia per tanti anni Spezia mi ha un po’ ignorato, fino all’ultima amministrazione che ha dimostrato un maggiore interesse verso il premio: non a caso nel 2018 il Lunezia si è svolto alla Spezia, in Piazza Mentana, dove a esibirsi è stata Gianna Nannini. E, ovviamente, ha registrato un sold out. Ricordo che l’evento, per sua natura, è a ingresso gratuito. Per quest’anno la serata finale dell’edizione 2023 è prevista al Teatro Civico della Spezia tra il 20 e il 30 ottobre. Da spezzino è una chiamata che apprezzo molto”.

Premio Montale Fuori di Casa
Luciano Anceschi tracciò il percorso della poesia italiana del ‘900 e la divise in due grandi poetiche: la prima adotta la figura retorica dell’analogia e fa riferimento a Giuseppe Ungaretti, la seconda, invece, è la poetica dell’oggetto, che viene sviluppata in Italia a partire da Eugenio Montale.
Proprio a quest’ultimo, che fin da ragazzo soggiorna a Monterosso e si diletta nel ritrarre la disordinata e brulla realtà che si cela tra Punta Monesteroli e Capo Mesco, viene dedicato il premio letterario “Premio Montale”, istituito nel 1996, per il centenario dalla nascita del Premio Nobel.
Ma Montale non fu soltanto poeta. Proprio da questa intuizione Adriana Beverini si rende conto che nei convegni dedicati al nostro non si parla mai del “Montale giornalista”, dell’uomo viaggiatore, del grande critico letterario. Su questa base si forgia il premio che, ramificato in diverse sezioni, ha l’obiettivo di premiare ogni anno i migliori giornalisti in Italia. Ma il premio, dopo aver messo radici nel Golfo dei Poeti, emigra spesso in altre città della Penisola. Dal 2006 è a Lerici, poi a Sarzana all’interno del festival “Sconfinando” e dal 2016 vola verso altri lidi: Genova, Firenze e Milano.
Ai nostri taccuini ha parlato proprio Adiana Beverini: “Dal 2016 ho deciso di spostare il premio in tre città simbolo per Montale: Genova, in cui è nato, Firenze, dov’era direttore del Gabinetto Vieusseux, e Milano, dove svolgeva l’attività di giornalista per il Corriere. Le amministrazioni delle Cinque Terre non hanno proposto nessun aiuto né mostrato un certo interesse nel far restare il Premio dov’è nato, l’unico finanziamento era, dal 2008, un contributo da parte di Enel. C’è un interesse da parte di Levanto dove da tre anni a questa parte, infatti, si svolge la sezione “Ambiente”. Inoltre, collaboriamo anche con Roma e Venezia, altre due città legate al poeta. Non voglio essere assolutamente polemica ma devo dire che il disinteresse dimostrato verso il premio da parte delle Cinque Terre mi ha spronata e spinta a fare del mio meglio”.

Premio LericiPea Golfo dei Poeti
1954, sall’amicizia tra lo scrittore Enrico Pea e l’editore sarzanese Marco Carpena nasce il premio “Lerici”, dedicato inizialmente alla poesia inedita. Ai due si aggiungono immediatamente il pittore e scultore Renato Righetti e lo scrittore Giovanni Petronilli, tutti accomunati da un’unica idea che si concretizza nello statuto: “il Premio, libero da influenze di qualsiasi genere, obbedisce al solo scopo di promuovere, diffondere e valorizzare l’eccellenza poetica in Italia e nel mondo”. Dal 1958 il premio lericino aggiunge la desinenza Pea per commemorare l’appena scomparso Enrico. Durante 69 anni una sola edizione non si è svolta, quella del 1997, per ripartire l’anno successivo attribuendo il premio a un gigante della poesia italiana contemporanea come Mario Luzi. Col tempo non solo il nome ma anche le sezioni del concorso sono cresciute: oggi sono quattro e sono svolte in serate separate nel corso della stagione estiva. Ma la prima di queste serate, che premia la poesia edita, si svolge da due anni al di fuori del golfo. Quest’anno si è svolta a Genova, l’anno scorso al salone del libro di Torino. Molti spezzini temono che siano i segnali di un progressivo allontanarsi. Lo abbiamo chiesto ad Alice Lorgna, manager e ufficio stampa del Premio: “L’anno scorso siamo stati invitati al Salone del Libro di Torino dove abbiamo deciso di realizzare la nostra Conferenza Stampa di apertura della 68° edizione; con l’occasione abbiamo presentato anche le novità del Premio LericiPea “Edito”, la sezione del LericiPea dedicata alla grande poesia italiana. Ma quantunque il Premio Edito abbia una valenza nazionale, Torino non è la “nostra casa”. Dunque da quest’anno abbiamo deciso di iniziare una collaborazione con il Festival Internazionale di Poesia “Parole Spalancate” di Genova, nostro capoluogo e sede della Regione Liguria, nostro partner. Li, si è svolta il 9 giugno il Premio LericiPea “Edito” 2023 a Palazzo Ducale, unica Sezione che si svolgerà fuori dal Golfo dei Poeti, dove il Premio è nato nel 1954 e cresciuto fino a divenire una delle realtà culturali più importanti e dove lo scorso anno abbiamo inaugurato anche il Festival Ariel dedicato agli under 35 (da poco conclusosi con grande successo) grazie alla condivisione del progetto e al supporto del Sindaco di Lerici, Leonardo Paoletti. Il Premio tiene molto al suo radicamento con il territorio ed è ricambiato con grande affetto e partecipazione da tutta la Comunità. Anzi anticipo che siamo già al lavoro per celebrare nel 2024 il nostro 70esimo anniversario, che cadrà nel bicentenario byroniano”.  
 
Insomma, a volte ritornano. I premi, come tutti gli eventi culturali, sono legati al territorio anche attraverso le amministrazioni cittadine che scelgono di investire o meno su di essi. Talvolta, come abbiamo visto, si opta per non credere in eventuali progetti e si cede così il passo ad altre realtà.  Ma forse, in fondo, è proprio questa la natura di questi premi: forse anche i personaggi che abbiamo passato al vaglio, da Chatwin a Montale, dai fondatori del LericiPea ai cantautori e scrittori italiani che sono passati per il Lunezia, avrebbero preferito questa natura, per così dire, cosmopolita. pDelle volte ci scordiamo che siamo pur sempre gente di mare e che in un modo o nell’altro ritroviamo sempre la strada per ritornare a Itaca.

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