Emmanuel Gyasi all’Empoli, Filippo Bandinelli allo Spezia, la trattativa prosegue spedita e ormai si è vicini alla fumata bianca. Dopo le indiscrezioni emerse ieri, le società hanno proseguito a lavorare allo scambio tra i due capitani, che hanno dato il loro ok al trasferimento e che ora si preparano a cambiare maglia. Lo Spezia, dunque, si prepara ad accogliere nuove forze nel mezzo, regalando ad Alvini un profilo esperto, con feeling con il gol e soprattutto un leader che ad Empoli ha dimostrato di saper vincere. Ma chi è Filippo Bandinelli?
Fiorentino classe ’95, Bandinelli muove i suoi primi passi alla Sangiovannese, prima di entrare a far parte del settore giovanile della Fiorentina, in cui resterà per dieci anni. È proprio con la maglia dei Viola che Bandinelli capisce di poter vivere di calcio, anche se nei tre anni nella Primavera fiorentina vive diverse difficoltà. In quegli anni, la Primavera della Fiorentina è oggetto della serie ‘Calciatori giovani speranze’, girata da MTV tra i giovani della Viola: tra di essi c’è anche Bandinelli, che però non è tra i protagonisti: “Facevo avanti e indietro da Arezzo a Firenze e sono contento di questo, perché eravamo in un momento della carriera dove forse eravamo troppo giovani”, aveva raccontato in passato. “Io ne parlo male, non è stata un’esperienza positiva. Le telecamere secondo me hanno fatto perdere a tanti l’aspetto calcistico”. Finito il periodo in Toscana, Bandinelli inizia il tour in giro per l’Italia. Viene ceduto al Latina in prestito, che poi lo acquista a titolo definitivo. Nel Lazio diventa ben presto titolare, mette insieme due importanti campionati in Serie B, prima del fallimento del club.
Centrocampista di gamba, Bandinelli trova la sua perfetta collocazione in campo come mezzala sinistra, visto il suo piede mancino. In carriera vanta diciannove reti e ventidue assist in quasi trecento partite, di cui oltre cento tra Serie A e B ad Empoli. Cresciuto nel mito di Hamsik, Bandinelli si ispira proprio all’ex capitano del Napoli: “È stato il mio punto di riferimento quando ero ragazzino. Mi piace tantissimo sotto il profilo dell’intelligenza in campo, perché fa sembrare facile anche le giocate più difficili, perché è sempre in grande sintonia col suo corpo, non lo trovi mai sbilanciato, e poi appunto per come è decisivo nel finalizzare le azioni. Io lo studiavo per vedere come muovermi”, aveva raccontato in un’intervista, affrontando anche un duro periodo che, a seguito di diversi infortuni lo aveva portato a pensare di smettere di giocare: “Mi chiedevo che fare se non fossi diventato calciatore. Ma poi i momenti duri mi hanno temprato, fatto crescere e capire che volevo a tutti i costi giocare. Alla fine quegli stop li ricordo con piacere perché mi hanno forgiato”.
Dopo il fallimento del Latina, Bandinelli riparte dal Sassuolo, che lo acquista e inizia a girarlo in prestito. Prima al Perugia, poi al Benevento dove sfiora la A: nell’estate del 2019 viene ceduto a titolo definitivo all’Empoli, dove inizia il suo grande percorso in ascesa. Conquista subito la Serie A e nell’esordio in massima serie, da titolare, trova il suo primo gol, contro la Lazio, segnando anche nel derby contro la Fiorentina. È tra i protagonisti della salvezza della squadra di Andreazzoli, poi, lo scorso anno conquista anche i gradi di capitano, per volere del nuovo tecnico Paolo Zanetti. Con l’ex Venezia in panchina, Bandinelli è uno dei titolarissimi, ma nel finale di campionato – con l’Empoli in difficoltà – resta in un paio di circostanze in panchina, prendendo per la prima volta in considerazione l’idea di lasciare la Toscana. Ora l’opportunità Spezia, che ha risvegliato in Bandinelli una grande voglia di rimettersi in gioco e, chissà, ripercorrere lo stesso percorso di Empoli, raggiunto in Serie B e lasciato saldamente in Serie A.
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