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Al molo pescatori

Scanzi a “Monterosso: un mare di libri” con il libro “Lucio Battisti, il genio invisibile”

Andrea Scanzi

Grande attesa per Andrea Scanzi di scena giovedì 13 luglio alle 21.30 al Molo dei Pescatori nell’ambito della settima edizione di “Monterosso: un mare di libri”, organizzata dal Consorzio Turistico Cinque Terre e dal Comune di Monterosso con il patrocinio del Parco Nazionale Cinque Terre, la collaborazione della Pro Loco Monterosso.
Andrea Scanzi presenta il suo nuovo libro “Lucio Battisti, il genio invisibile” edito da Paperfirst. Dopo aver dedicato le sue precedenti opere a Franco Battiato e Giorgio Gaber, con l’ausilio di pezzi musicali, immagini e filmati, il giornalista toscano racconta adesso in dieci capitoli i motivi per i quali Battisti è un cantautore che ha segnato un’epoca.
Come spiega lo stesso autore, i dieci motivi per scrivere di Battisti sono: perché è la più grande e geniale espressione italiana del concetto di “canzone popolare”; perché sta all’Italia come i Beatles stanno al mondo; perché credono di conoscerlo tutti, ma in realtà lo conoscono in pochi; perché era un genio: un implacabile costruttore di melodie, ora immediatissime e ora ricercatissime; perché nessuno, tra i miti italiani, ha coltivato così ostinatamente il concetto più assoluto e totale di assenza; perché se ne fregava della politica, ma è stato uno dei più grandi rivoluzionari del Novecento; perché ancora oggi viene chiamato da molti “papà dei cantautori”, eppure “cantautore” in senso classico non lo era per niente; perché quando Mogol gli dava dei testi splendidi sapeva esaltarli, e quando gli propinava dei testi bruttini sapeva esaltarli lo stesso; perché non ha parlato quasi mai, ma ha detto tutto. E, infine, perché Scanzi lo ha sempre adorato.
“Talento puro e atipico, – scrive Scanzi, – Lucio Battisti è stato un solista suo malgrado: era felice solo se circondato da musicisti, detestava apparire e adorava la complicità triviale – celebri le sue barzellette sconcissime – con la band. I suoi brani non possono invecchiare perché, musicalmente, sono avanti di decenni: è il tempo che invecchia, mica lui. La svolta criptica con Panella, che attende ancora una riscoperta definitiva, fu l’epilogo naturale di una vita da cercatore instancabile: Battisti non parlava di rivoluzione perché la rivoluzione era lui, e di sé non amava parlare. Il suo fascino è da cercarsi anche nell’alone saturo di mistero. Nel suo anelito doloroso alla scomparsa. Nella fuga continua da sé stesso, nello straziato smarcamento da una vita che gli aveva regalato troppo, quando lui, in fondo, si sarebbe accontentato di essere semplicemente il più grande sarto di musica leggera italiana. Chi ascolta oggi Battisti lo fa perché I giardini di marzo strappa via il cuore anche ai cinici. Perché è stato quel gran genio del nostro amico. Perché era uno, nessuno e centomila. E perché, in quanto assente in vita, non fatica a essere oltremodo presente nella scomparsa”.
A seguire giovedì 20 luglio alle 21.30 al Molo dei Pescatori sarà la volta di Antonio Padellaro con il libro “Confessioni di un ex elettore. Pensare con la propria testa all’epoca del governo Meloni”.

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