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Seduta fiume

Il Consiglio fa le tre del mattino: ok Agenzia rifiuti, bocciata iniziativa Pd su discriminazioni

Sansa torna a più riprese sulle intercettazioni tra il presidente Toti e l'ex ad Autostrade, Medusei lo stoppa.

Consiglio regionale ligure

Consiglio regionale fiume quello di ieri, partito in mattinata e finito oltre le tre di notte. Gran parte della discussione è stata dedicata alla proposta di legge “Norme regionali per prevenire e contrastare comportamenti discriminatori e attuare il principio della parità di trattamento”, del gruppo Pd-Art.1, infine respinta dal voto contrario della maggioranza; nel corso della trattazione del testo, come riportato ieri, il consigliere Ferruccio Sansa ha distribuito copie di intercettazioni telefoniche tra il presidente Toti e l’ex ad Aspi Castellucci (iniziativa non ritenuta ammissibile dal presidente dell’assemblea, Gianmarco Medusei), ritenendo l’ex cronista che in tali colloqui il presidente regionale non abbia fatto l’interesse dei liguri; e durante la discussione ha continuato a chiedere a Toti “di dire con chi sta, se con i Benetton o con i liguri”, affermazioni che, come già la distribuzione delle intercettazioni, hanno acceso il clima (numerosi i “vergogna” da parte della maggioranza) e sono state stoppate, menzionando il regolamento, dal presidente Medusei, che ha infine preso a silenziare il microfono di Sansa ogni volta che questi andava sul tema delle intercettazioni.

Sulla bocciatura della pdl, interviene in una nota il gruppo Pd-Art1 con il primo firmatario Pippo Rossetti: “Siamo basiti dalla scelta della giunta regionale di bocciare, senza alcun approfondimento né confronto, la legge presentata dal gruppo Pd a mia prima firma e condivisa da tutta la minoranza, contro ogni forma di discriminazione. Il centrodestra dimostra un atteggiamento di chiusura verso proposte strutturali volte a limitare l’emarginazione e promuovere e sostenere punti di accesso e di denuncia che consentirebbero di conoscere, monitorare e limitare efficacemente le discriminazioni verso donne, migranti, disabili e stranieri. Sarebbe stato invece più utile, vista la sperimentazione conclusasi con successo nel 2014, come da relazione di Arsel Liguria, Regione e dalla rete nazionale antidiscriminazioni e il plauso dell’Unar (ufficio nazionale anti discriminazioni razziali), avere una legge con la quale dare una struttura a un sistema di mediazione, promuovendo il rafforzamento dei servizi forniti dagli enti locali, per garantire ai cittadini punti di ascolto e di riferimento per difendersi da attacchi discriminatori, promuovere l’integrazione e dare gli strumenti necessari per superare condizioni di svantaggio legate a qualsiasi forma di discriminazione. La giunta sembra ignorare le discriminazioni a cui numerose persone sono costrette solo perché disabili, stranieri, donne, o per l’orientamento sessuale e religioso, opinioni e condizioni economiche e sociali. A molti disabili sono negati accessi alle spiagge, ai bagni nei luoghi pubblici perché non accessibili. Sarebbe stato utile invece dotare la Regione di uno strumento capillare strutturato in grado di fare da tramite tra chi viene discriminato, i suoi bisogni e la necessità di abbattere quelle barriere non solo fisiche che nella vita di ogni giorno si presentono”.

“La legge – sottolinea il Pd – condivisa e sostenuta da diverse associazioni di terzo settore, tra cui Arci, Acli e Alnof, chiedeva alla Regione che, come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dalla nostra Costituzione, venisse contrastata qualsiasi forma di discriminazione diretta o indiretta fondata su nazionalità, sesso, colore della pelle, ascendenza o origine nazionale, etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza a una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età, orientamento sessuale e identità di genere, e ogni altra condizione personale o sociale. L’obiettivo era garantire a tutti l’accesso ai servizi (abitazioni, prestazioni sanitarie, trasporto) attuando azioni positive per il superamento di eventuali condizioni di svantaggio legate a forme di discriminazione diretta e indiretta. Grazie a questa legge i soggetti pubblici o privati che avrebbero stipulato qualsiasi accordo, anche non oneroso, con la Regione sarebbero stati sottoposti a verifiche da parte degli Uffici regionali competenti proprio nel contrasto della discriminazione. Inoltre la Regione Liguria sarebbe stata chiamata garantire sia la formazione del personale regionale attraverso iniziative specifiche (introducendo anche nel codice di comportamento specifiche disposizioni antidiscriminatorie) sia a promuovere, d’intesa con gli enti locali e in collaborazione con soggetti pubblici e privati già attivi nel settore, strumenti informativi al fine di veicolare ai cittadini le informazioni utili per la tutela dei propri diritti”. “Ma a tutto questo la giunta ha detto no”, si rammarica Rossetti.

Critiche all’opposizione da Fratelli d’Italia. “Per la terza seduta di fila, la minoranza in Consiglio regionale continua a voler perdere tempo. Il loro autolesionismo, ormai è sotto gli occhi di tutti. Purtroppo per loro, non riescono nemmeno a fare opposizione in modo costruttivo. Dovranno renderne conto ai liguri e, soprattutto, ai loro elettori”, così in una nota Stefano Balleari, capogruppo FdI in Consiglio regionale.

Oltre alla menzionata proposta di legge, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il rendiconto del bilancio del Consiglio regionale e, con voto favorevole della maggioranza e astensione dell’opposizione, un disegno di legge su modifiche alla legge di stabilità. Ultima pratica, passata con voto favorevole della maggioranza e contrario dell’opposizione, il disegno di legge che istituisce l’Agenzia regionale rifiuti. Quindi la chiusura della seduta, qualche minuto dopo le tre di notte.

 

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