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La scoperta

“Ytalia”, al museo di San Caprasio la mostra dell’architetto scultore Cesare Nardi

La mostra sarà visitabile sino al 23 luglio, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.

“Ytalia”, mostra dell’architetto scultore Cesare Nardi

La stagione di arte contemporanea del Museo di San Caprasio, la quale era cominciata con il “coup de théâtre” del ritrovamento di un capitello medievale nell’ansa del fiume Magra il giorno dell’inaugurazione di “Ytalia”, mostra dell’architetto scultore Cesare Nardi, prosegue con la personale della pittrice Alice Mazzei, dal titolo “Immagini sole”, che inaugura sabato 1 luglio alle ore 10 a cura di Alessio Manfredi e Melania Sebastiani.

“Siamo felici del seguito di questi esperimenti del binomio antico/contemporaneo – dichiara Riccardo Boggi, direttore del Museo – e di dare risonanza agli artisti della nostra terra, prima Cesare Nardi e ora Alice Mazzei, giovane e affermata”.

Perché questo titolo, “Immagini sole”? Lo spiega l’artista: “Sono “immagini sole” perché non sono più con me: una volta che un’opera è finita mi viene naturale distaccarmene. Esce, non sta più con me. Questa è la forza vitale delle immagini. Un tema, quello della forza delle immagini, che ho ritrovato nella visione dello storico dell’arte Abi Warburg: siamo attratti ad un quadro per l’immagine; tu guardi l’immagine ma anche lei ti guarda. Ne consegue un senso di stasi nel fruitore. Un senso di solitudine”.

Il pensiero di Warburg è centrale per Mazzei, che si è laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna con la tesi “Aby Warburg e la vitalità dell’immagine: l’esperienza estetica dall’empatia alle neuroscienze”. Nella sua opera si è portati quasi a personificarle, quelle immagini.

Un panneggio rosso invita all’esposizione. “I panneggi e il colore rosso sono sempre stati presenti nella mia pittura. Secondo il filosofo Huxley quando si dipingono o si scolpiscono drappeggi, si dipingono o si scolpiscono forme le quali, per ogni scopo pratico, non sono rappresentative, sono quel genere di forme non condizionate, alle quali perfino gli artisti della tradizione più naturalistica amano lasciarsi andare – esplicita l’artista, che completa la citazione: – …. i drappeggi sono geroglifici viventi che si ergono in maniera particolarmente espressiva per l’insondabile mistero del puro essere”.

Geroglifici che si animano in un sapiente gioco di forme e colori, tra capelli, lenzuola, pantaloni, divano ma anche vertebre a vista che divengono sentimenti, solitudini, distacchi, stasi. La mostra sarà visitabile sino al 23 luglio, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.

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