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La faccenda si complica

Il bando delle case popolari rischia di essere azzerato. I sindacati degli inquilini vanno dal sindaco

Cristiano Ruggia, Franco Bravo, Mara Fadda e Mario Ricco

L’illegittimità del bando della case popolari era già stata annunciata e ora diventa concreto il rischio che debba essere rifatto da zero. Questo il punto di vista dei sindacati inquilini Sunia, Uniat e Sicet che nel pomeriggio incontreranno il Comune della Spezia per far luce sulla questione case popolari dopo che la sentenza della corte costituzionale ha aperto all’ipotesi di un azzeramento del bando. Al momento, dunque non ci sono certezze e per i sindacati, le ricadute negative potrebbero interessare su 2.395 famiglie.

Cristiano Ruggia numero uno provinciale di Sunia ha esordito: “Non siamo maghi o indovini, ma questi danni erano già stati previsti. Lo abbiamo detto in tutti i modi possibili. Noi abbiamo fatto il possibile. La situazione è drammatica, non si trovano affitti e i mutui sono alle stelle”.
“Il Comune ha chiesto un nuovo bando ad Arte. In realtà – ha proseguito Franco Bravo, segretario Sunia Liguria – lo ha ordinato e dimostra che le nostre rimostranze erano fondate. Non vorrei che si facesse un altro gioco sulle spalle delle famiglie: puntando alle domande solo con la presentazione via telematica. Conoscendo la nostra platea, centinaia di famiglie, sappiamo che potrebbero non farcela. La presentazione era mista, in modo che tutti potessero accedere, sarebbe almeno opportuno che il prossimo bando fosse ancora cartaceo e poi realizzare un programma per presentare in via telematiche le domande. Per un programma efficiente però ci vuole tempo. Le famiglie hanno bisogno di sostegno. Abbiamo 334 alloggi pubblici sfitti un provincia: 233 sono di Arte, 99 sono del Comune. Non ci sono però soldi per ristrutturazione a fronte di 11 milioni totali per tutta la regione: 700mila euro permettono la ristrutturazione di 40 alloggi al massimo. Il fabbisogno non verrà mai coperto. Come è possibile che non ci sia un piano per queste ristrutturazioni nel Bilancio della Regione? La scelta è stata quella di mettere in vendita parte del patrimonio facendo diminuire lo stock. Non è più possibile dire che non ci sono i soldi. Il Pinqua potrebbe essere recuperato con il Pnrr, ma non si sa. A questo punto serve un nuovo bando, ma che sia accessibile. Oggi incontreremo il sindaco per capire se il bando sarà definitivamente cassato. Servirebbe un nuovo piano Fanfani ma senza consumo del suolo, servirebbe una manovra nazionale”.
Dando uno sguardo alla provincia, a preoccupare i sindacati c’è anche il mercato turistico che erode sempre di più tutta la disponibilità di alloggi. “Al congresso nazionale Sunia abbiamo chiesto certezze – ha continuato Ruggia – e una revisione di tutto il quadro normativo per riequilibrare un mercato che rischia di escludere troppe persone”.
“Alla Spezia se il mercato non si dinamizza e tutto è lasciato alla libera interpretazione la situazione rischia di aggravarsi – ha aggiunto Bravo -. In questi giorni verrà presentato anche uno studio sulla povertà redatto da Caritas. Le prospettive sono preoccupanti”.
Mara Fadda segretaria provinciale di Uniat ha aggiunto: “Pochissime persone potrebbero essere in grado di portare la domanda. Siamo stati inascoltati e abbiamo comunque cercato di tenere centrale la modalità tematica. Chiediamo che Comune, Regione e Arte intervengano. Il bando non può essere ulteriormente complicato. I tempi dovrebbero essere brevi e le azioni certe. Non si tratta solo di una questione di barriera digitale”.
Infine, Mario Ricco, segretario provinciale di Sicet, ha concluso: “A me lo Spid fa paura. Le persone anziane hanno grandi difficoltà, ma siamo stati tutti costretti a farlo. In altre città sappiamo che hanno provato a tamponare ma senza successo. Da tempo il punto centrale è la casa. Abbiamo persone che rischiano di non mettere un tetto sulla testa ai figli. I tempi dovranno essere brevi per risolvere questa impasse”.
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