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"caprione area più complessa"

Dalle piscine alle pratiche urbanistiche, Lerici e Ameglia uniscono le forze per il Parco che verrà

Ha preso il via da Zanego la serie di incontri con la cittadinanza organizzati per integrare la bozza elaborata dalle due amministrazioni comunali quale contributo alla redazione del nuovo Piano dell'ente di tutela ambientale.

L'incontro di Zanego
L'incontro di Zanego

Ha preso il via nei mesi scorsi l’iter che porterà al nuovo Piano del Parco di Montemarcello, Magra e Vara. Un percorso al quale le amministrazioni comunali di Ameglia e Lerici stanno contribuendo attraverso l’elaborazione un documento congiunto con una serie di proposte, redatto da amministratori e tecnici dei due Comuni (che sono quelli con più territorio ricadente nel Parco), anche sulla scorta dell’apporto di liberi professionisti del territorio e della cittadinanza, per raccogliere le indicazioni della quale ha preso il via ieri da Zanego una serie di incontri; né mancherà il confronto con i Consigli comunali. Un documento dunque ‘aperto’, suscettibile di modifiche e integrazioni. “La nostra è la parte più complessa del Parco, perché molto antropizzata; sul Caprione è centrale il tema della convivenza tra uomo e natura ma soprattutto la convivenza dell’uomo con l’idea di un luogo in cui vivere: nei secoli qui abbiamo costruito un ambiente”, ha esordito ieri il sindaco Leonardo Paoletti, neo consigliere del Parco, affiancato dal vicesindaco Marco Russo, di fronte alle circa cinquanta persone accolte nel parco dell’Azienda agricola Pian della chiesa per l’incontro promosso dall’amministrazione lericina. “Il Piano del Parco, come ci hanno spiegato i tecnici che se ne stanno occupando – ha proseguito -, deve essere definito entro ottobre, quando poi si aprirà la fase delle osservazioni, ma, ancor prima di questa fase, si è deciso che i tecnici possano ricevere suggerimenti e indicazioni da amministrazioni comunali e associazioni”.

Paoletti ha poi illustrato alcune proposte contenute nella bozza; in particolare, ha menzionato la richiesta di consentire la realizzazione di piscine anche alle abitazioni, non solo alle attività ricettive (“lasciando forme, dimensioni, finiture all’indirizzo delle Commissioni al Paesaggio e al Parco la collocazione nei luoghi, per evitare che vi siano interferenze con l’ambiente, ma ancora di più con gli animali che spesso le scambiano per abbeveratoi, con nefasti risultati”, si legge nel testo), o, ancora, ha toccato il tema degli ampliamenti: “Serve poter ampliare, ma non in percentuale rispetto a quello che hai, bensì in modo da arrivare a dimensioni accettabili per vivere nel territorio –  ad esempio se parto da 40 metri quadrati, ampliare in percentuale è inutile; questo prevedendo che se ti do la possibilità di ampliare, magari con un vincolo di residenza perenne, all’ampliamento si accompagni un intervento più ampio su quanto sta intorno, una pianificazione che conservi i luoghi e recuperi le tracce storiche e gli elementi testimoniali”. Altro punto, le competenze urbanistiche: “Chiediamo un unico binario per le pratiche, non esiste debbano passare sia in Comune sia nel Parco: se ne occupi soltanto il Comune, che applica le norme di Parco, in modo che l’ufficio tecnico del Parco possa occuparsi solo di progettazione ambientale. Una proposta, questa, già portata in Consiglio comunale e approvata all’unanimità dalla Comunità del Parco, e verso la quale sembra esserci la disponibilità della Regione”, ha detto il sindaco, che ha altresì rilanciato il tema della revisione del Consiglio del Parco: “Vorremmo avesse dentro quattro sindaci: due del Caprione – Ameglia, Arcola, Lerici -, uno della Val di Magra, uno della Val di Vara. Ma qua ci hanno spiegato che c’è il problema della legge nazionale sui Parchi”.

Ulteriori punti della bozza riguardano ampliamenti di superfici produttive, incentivazione dell’attività agricola, censimento, viabilità pedonale e carrabile, Piano della nautica, porticati, tettoie, pergolati, recinzioni, manufatti e fabbricati agricoli ecc. Il tutto, in linea di massima, chiedendo più possibilità e flessibilità, ma a ciò associando le esigenze conservative e di tutela dettate dal contesto. “Massimo rispetto per il Parco, io l’ho sempre difeso, ma relativamente al vecchio Piano – le parole della vice sindaco Raffaella Fontana, intervenuta per il Comune di Ameglia – c’è stata un’evoluzione, e il nuovo Piano dovrà rispecchiare molto di più le esigenze di chi vive il territorio, caratterizzato da un forte abbandono, con tutti i danni che ne derivano. Occorre dunque limitare questo abbandono e dare veramente la possibilità di rivitalizzare e ricoltivare”.

Numerosi i temi messi sul piatto dalla cittadinanza e appuntati dagli amministratori, quali predazione da lupi, pannelli solari, cinghiali approvvigionamento idrico, interventi vari sugli edifici, cambio di destinazione d’uso degli edifici testimoniali, piano anti incendi (“da affrontare a prescindere da Piano del Parco”, hanno sottolineato dall’amministrazione lericina). Di fatto generalizzato tra il pubblico il malumore verso l’ente Parco, al punto che c’è chi ha rispolverato l’ipotesi abolizione. “Non vogliamo cancellare il Parco, ma far sì che cambi, questo l’impegno che ci siamo presi come Comuni”, le parole di Paoletti. “Siamo partiti con questo iter perché c’è la possibilità in questa fase storica di cambiare effettivamente la situazione e affrontare le questioni con una mentalità differente”, ha osservato il vice sindaco Russo.

Il confronto proseguirà adesso con nuovi appuntamenti con la cittadinanza; in programma al momenti incontri alla Rocchetta, al Senato e a Montemarcello.

 

 

 

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