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Critica anche l'associazione posidonia

Deserta l’asta per beni e ville in Palmaria. Sturlese: “Nuova procedura con ribasso entro l’autunno”. Negro: “Danno erariale dovuto alla vendita in due lotti”

Nessuna offerta è arrivata al Comune di Porto Venere entro le 12 di oggi, termine ultimo per la presentazione di offerte per i primi due lotti, rispettivamente da 8 e 4 milioni di euro, di fabbricati e terreni di proprietà comunale presenti sull’Isola Palmaria. Gli uffici comunali procederanno quindi alla predisposizione di un nuovo bando con un ribasso del 20 per cento dell’importo iniziale, con l’auspicio dichiarato di concludere la procedura entro l’autunno.

“Prendiamo atto dell’esito delle prime aste – dichiara il sindaco Francesca Sturlese – . Le richieste di informazioni pervenute agli uffici sono numerose, così come importante è l’interesse dimostrato dai potenziali investitori. Restiamo fiduciosi nel buon esito della procedura, che rappresenta un’attività strategica fondamentale per il nostro Comune. È un’operazione complessa, visti gli importi in gioco, ma siamo certi che arriveremo presto ad una conclusione favorevole”.

Di opinione opposta Paolo Negro, consigliere comunale di opposizione: “Ennesimo danno erariale della Lista Toti, che venderà le ville ottocentesche della Palmaria al 20 per cento in meno rispetto al loro valore, perché ha deciso di accorpare tutti gli immobili in soli due lotti, tagliando fuori tantissimi possibili acquirenti. Anche all’ultimo consiglio comunale infatti, la nostra proposta di destinare gli immobili alla residenzialità e non alla speculazione affaristica è stata rigettata. Un danno erariale del Comune da 2,4 milioni di euro per il doloso mancato introito, a cui si aggiungono i 2,6 milioni destinati illegittimamente alla Marina Militare, dato che le sdemanializzazioni sono a titolo gratuito. La stessa Marina militare ha riconsegnato le ville ottocentesche in stato fatiscente, dimezzando colpevolmente il valore patrimoniale degli immobili pubblici. Vi è poi un terzo danno erariale, quello della giunta regionale, che ha preso un milione di euro da Filse per il masterplan, sapendo che non sarà mai realizzato, come dimostrato dall’ultimo bilancio preventivo che ha dirottato i proventi delle svendite a progetti spot nel “continente” per vincere le elezioni. Noi continueremo a denunciare tutti gli illeciti del nostro territorio alla Corte dei conti e alla Procura della Spezia, perché anni di impunità hanno rafforzato il sistema clientelare che sta ammorbando il nostro amato territorio”, conclude Negro in una nota.

Anche l’associazione Posidonia si è espressa a stretto giro di posta in merito all’esito della prima gara per la cessione dei beni isolani. “Non possiamo dirci soddisfatti di quanto sta accadendo, prima di tutto perché nulla cambia: le intenzioni dell’amministrazione rimangono quelle di vendere i beni sull’isola e non c’è nessun ripensamento rispetto alla realizzazione del masterplan. Nessun ripensamento sul destino dei beni che erano in uso alla Marina militare e che sono ritornati nella disponibilità dei cittadini, nessun ripensamento sulla possibilità di mantenere ad uso pubblico questi beni. Aste deserte e successivi ribassi non porteranno ad una revisione dell’Accordo di programma con il quale il Comune di Porto Venere si è impegnato a realizzare a proprie spese i previsti interventi di manutenzione anche straordinaria agli immobili che rimangono in uso alla Marina (tradotto: i due stabilimenti balneari) per un impegno di spesa massimo di 2,6 milioni di euro. Perde il nostro territorio, la nostra isola, per la pervicacia dell’amministrazione nel voler proseguire sulla strada della cosiddetta valorizzazione, non vedendo altro valore oltre al denaro, e perdono i cittadini, impoveriti non solo perché privati dei loro beni ma forse proprio letteralmente impoveriti”.

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