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Parata in città

In cinquemila per il secondo Pride spezzino: “Imponiamo i nostri corpi e la nostra voce per esigere il diritto di esistere”

La manifestazione promossa da Raot insieme a Cgil, Non una di meno, Unione degli Studenti e Arci.

La Spezia Pride 2023, foto di Luca Giacopinelli
La Spezia Pride 2023

Circa 5mila persone ieri in corteo per la seconda edizione del La Spezia Pride, un colorato serpentone per i diritti di tutte le minoranze promosso da Raot – Rete Antiomofobia e Transfobia insieme a Cgil , collettivo Non una di meno, Uds – Unione degli Studenti e Arci. La parata, che bissa l’edizione 2022, è stata la conclusione di un percorso lungo un mese che ha visto impegnate le associazioni nella costruzione di eventi, dibattiti, spazi di discussione e riflessione sui temi dei diritti e delle discriminazioni seguendo la logica dell’intersezionalità: “Questo tipo di approccio permette di comprendere come le problematiche sociali contemporanee non siano svincolate le une dalle altre, ma intrecciate in maniera indissolubile”, spiegano i promotori. Fil rouge del percorso è stata la “NarrAZIONE”, ossia come il racconto di sé, delle proprie vite e vissuti, si fanno azione politica, generativa e trasformativa.
“Il percorso che ci ha condotto fino alla giornata di oggi è stato costellato di momenti in cui abbiamo narrato le nostre esistenze, le nostre esigenze e i nostri diritti negati. Quest’anno abbiamo voluto ricordare a tutti che il Pride è politica perché il Pride è questo, è lotta, è rivolta, è manifestazione pacifica ma ferma e inarrestabile attraverso la quale imponiamo i nostri corpi e la nostra voce per esigere il diritto di esistere. Ci chiamano volgari. Esagerate. Contro natura. Ostentatrici. Perverse. Rivendichiamo con orgoglio questi epiteti. Rivendichiamo il diritto di esistere e di esistere libere di essere come siamo”, le parole di Valentina Bianchini, presidente di Raot.
Molti gli interventi nel corso della parata come quello di Luca Comiti, segretario Cgil: “Non vorremmo più sentir parlare della fantomatica ‘ideologia gender’ dietro la quale si nasconde solo l’omolesbobitransfobia di chi ne parla: è venuta l’ora di abbandonare l’uso di parole che, come in una lapidazione mediatica, colpiscono violentemente la vita delle persone, è venuta l’ora di dire forte e chiaro che le persone e le loro vite non sono un’ideologia”. E Non Una Di Meno la Spezia rivendica “la cura collettiva come pratica politica per creare/immaginare uno scenario alternativo ai rapporti di dominio che reprimono il dissenso, escludono le periferie, colonizzano territori, marginalizzano tutto ciò che non è conforme alla logica liberista che invisibilizza corpi razzializzati, sex workers, corpi non conformi, persone HIV positive”. A questi interventi si sono aggiunti quelli di Uds, Arci, di due volontarie di RAOT, dell’attivista Isabella Borrelli, di collettivo Lato B e di Rete Lettera A.

La parata si è conclusa di fronte al Pin, alla pinetina dell’Allende, luogo che ha ospitato da giovedì scorso il Pride Village: una tre giorni di eventi, iniziative, dibattiti, tanta musica e divertimento. Hanno inaugurato la serata Cathy La Torre, avvocata, attivista ed esperta di diritti umani, e Guglielmo Scilla, youtuber, influencer e attivista, che hanno presentato il loro podcast “Invertiti”, che parla di persone della comunità LGBTQIA+ che hanno rivoluzionato la storia con le loro vite, i loro corpi, la loro azione politica nel quotidiano. A seguire, Ariele Frizzante con il suo karaoke ha coinvolto il pubblico e fatto cantare il Village. La serata è poi proseguita con un omaggio all’arte drag nelle sue più diverse sfaccettature. Croce Atroce, drag fondatrice del Toilet di Milano, ha animato il palco e presentato il suo ultimo singolo estratto dall’album Queer Eleision e l’animazione e gli showcase di Lalique Chouette, Robyn Folie e Heidi Porè hanno emozionato la platea, che ha ballato fino a chiusura grazie al dj set di dj Sharon OPS.

E se agli organizzatori si chiede se ci sia ancora bisogno oggi di organizzati il Pride, la risposta è chiara: “Sì, e ce ne sarà bisogno fintanto che persisterà questo clima violento e fintanto che le persone saranno discriminate per le loro differenze, fintanto che si penserà che un essere umano abbia più valore di un altro, finché ci saranno persone insultate, picchiate, che subiranno violenza, non potranno lavorare, e saranno marginalizzate o financo uccise. La strada è ancora lunga, ma piazze come questa sono la risposta all’odio che dilaga nei confronti di tutte le minoranze, contro la radicalizzazione del pensiero, contro gli stereotipi. Continueremo a manifestare, continueremo a lottare insieme per tutti e tutte”.

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