“I miei stupidi intenti” di Bernardo Zannoni è stato da poco pubblicato nella versione americana dalla casa editrice New York Review Books con la traduzione di Alex Andriesse. Un’altra – l’ennesima – soddisfazione dunque per lo scrittore sarzanese che poco meno di un anno fa si era aggiudicato, grazie al suo romanzo d’esordio, anche il prestigioso Premio Campiello oltre al Bagutta Opera Prima, Salerno Letteratura e Severino Cesari. Per Zannoni e la faina Archy, protagonista del libro edito in Italia da Sellerio (e già uscito anche in Spagna, Francia e Germania), è arrivato oggi anche il riconoscimento di una lunga recensione sul New York Times a firma di Lydia Millet che racconta della “guida delle creature del bosco alla vita, alla morte e alla divinità” che nella versione d’oltreoceano ha in copertina un’evocativa zampa.
“Il personaggio di questa favola succosa e meschina – scrive il NYT – probabilmente non aveva bisogno di essere interpretato come una martora, sarebbe stato sufficiente un essere umano, e come lettori non ci interessa se Archy sia un passabile membro della famiglia delle donnole. Ci interessa invece l’acutezza della sua voce e del suo carattere: la scrittura di Zannoni, nell’elegante traduzione di Andriesse ha l’amarezza costituzionale di J.P. Donleavy o Louis Ferdinand Céline”.
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"i miei stupidi intenti"
Romanzo d’esordio edito da sellerio
Secondo appuntamento della rassegna