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Una storia spezzina

La lunga marcia verso la provincia

L’intervento del sindaco Ezio Pontremoli

Parte quinta

Ezio Pontremoli

Ricordando che un acceso paladino della Provincia spezzina fu Ubaldo Formentini che nel Congresso del ’13 presenta un esaustivo studio sulla prospettiva economica del nuovo organismo, nel 1921 si dibatte a livello nazionale se conservare o eliminare le Sottoprefetture, rappresentanze del Governo nei Comuni capoluoghi di Circondario quale era la Spezia.

Allora, a occupare la poltrona di Primo Cittadino è Ezio Pontremoli che il 25 settembre dell’anno successivo scrive al Governo perché si mantengano le Sottoprefetture ma chiede anche che si valuti l’ipotesi di una nuova provincia spezzina.

È l’antico problema.

Le prime aspirazioni di riunire in un unico organismo gli antichi territori di Lunigiana divisi fra le Province di Genova e di Massa si erano manifestate già nei primi anni del Regno per rimediare alle arbitrarie divisioni operate dagli stati preunitari per cui fra le due Province corrono confini stranamente irregolari che dividono un territorio connotato da un’unica indelebile fisionomia.

La Lunigiana costituiva un organismo unitario fin dai tempi di Roma repubblicana di cui fu Colonia e poi Municipio ed è un’integrità che continua con le invasioni barbariche, mantenendosi soprattutto nella Diocesi: una la coscienza regionale mai sopita neppure con l’anarchia feudale e il contrasto fra comuni e signorie.

Quando Spezia cresce con Arsenale, industrie e porto, i centri lunigianesi, dipendenti dall’economia del Golfo, guardano alla città come centro dell’auspicato riordino amministrativo.

Pontremoli ripropone al Governo quanto s’era manifestato nel Congresso del ‘13 che voleva Spezia capoluogo di una nuova Provincia. Il Sindaco, conscio che non era facile provvedere al riordino, chiede che al momento si mantenga la Sotto Prefettura facendo presente che l’intera zona gode di uno stato diffuso di vitalità e benessere. Lo testimoniano l’incremento demografico stimabile sulle 200mila unità e lo sviluppo delle industrie che interessa non solo il territorio comunale del Capoluogo ma anche i Comuni limitrofi (allora la Vickers Terni di Melara e i cantieri navali di Fossamastra e Muggiano non facevano parte del Comune spezzino, ma di Vezzano e di Arcola).

Inoltre, per i dati forniti dal movimento del porto e dall’indice di tributi e consumi Pontremoli afferma che il Circondario spezzino rappresenta per intensità e movimento uno dei centri più attivi della Nazione.

La lettera, datata 25 settembre 1921, conclude affermando che la Spezia chiede di essere capoluogo di Provincia non per ottenere riconoscimenti o vantaggi ma solo per il reale interesse pubblico.

 

Prima parte: Lunigiana, terra che fu una di lingua, d’altare e tutto quel che segue

Seconda parte: Capoluogo di Mandamento

Terza parte: La svolta del Congresso di Pontremoli

Quarta parte: Gli intellettuali si muovono per la Provincia

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