No biodigestore Saliceti, Sarzana che botta, Acqua bene comune, Cittadinanzattiva e Italia Nostra in una nota congiunta esprimono soddisfazione per quanto avvenuto ieri in Commissione petizioni dell’Unione europea, sede in cui si è deciso di tenere aperto il percorso della petizione contro il biodigestore di Saliceti, proseguendo con gli approfondimenti. Nell’intervento diffuso in queste ore comitati e associazioni rimarcano inoltre che “per la prima volta viene presa in considerazione in una sede istituzionale la questione della gara europea, che il Comitato Sarzana che botta aveva proposto già nel 2019 in sede di Inchiesta pubblica di Valutazione di impatto ambientale. “In sede di gara Iren aveva proposto la costruzione di un biodigestore a Boscalino di Arcola in luogo del vecchio inceneritore, in zona industriale già cementificata, della capacità di 23mila tonnellate all’anno, idoneo a trattare i rifiuti organici della provincia. Il contenuto della gara era stato recepito nel Piano d’area provinciale approvato nell’agosto 2018, ma il contratto seguito al bando di gara non ha mai trovato applicazione da parte della Provincia per il biodigestore previsto a Boscalino. Nel 2018 l’annuncio di Recos della volontà di realizzare a Saliceti in area agricola, a poca distanza dal fiume e dall’area della Rete natura 2000, un biodigestore da 80mila tonnellate annue, con produzione di biometano”, proseguono gli attivisti, toccando poi il tema dell’assegnazione dei 40 milioni di fondi Pnrr al progetto, assegnazione che secondo il comitato “viola i criteri europei di non recare danno all’ambiente e di congruità economica”; argomenti tra quelli su cui ieri si è soffermata la sindaca di Santo Stefano, Paola Sisti, nel corso dell’audizione in commissione.