“Un’emozione indescrivibile! Ce l’abbiamo fatta!”. La festa impazza nella sala consiliare del Comune di Porto Venere, dove Francesca Sturlese è appena stata proclamata sindaco. Tra cori e abbracci a consegnarle la fascia – non solo in senso figurato – è stato l’ormai ex primo cittadino Matteo Cozzani, rimasto in sella per dieci anni, cinque dei quali con Sturlese in veste di assessore con deleghe a Lavoro, Commercio e attività produttive, Personale, Partecipazione, Cultura e Servizi sociali.
“Immaginavamo, speravamo, che la ragione prevalesse sulle polemiche”, dichiara raggiante Sturlese a CDS, facendo riferimento agli attacchi che i contendenti hanno rivolto nelle ultime settimane all’azione amministrativa della giunta uscente. Una sorta di tre contro uno, che ha premiato la voglia di continuità e di stabilità degli abitanti di Porto Venere, Le Grazie e Fezzano.
Come annunciato prima del voto il neo sindaco non si allontanerà dal percorso tracciato: “Rimarrò coerente alle scelte degli ultimi cinque anni, anche perché la mia linea di condotta è stata sempre in accordo con quella di Cozzani. La strada è tracciata e vogliamo continuare a percorrerla. E ci cittadini ci hanno dato la loro fiducia”.
La campagna elettorale è stata anche rovente in alcuni frangenti, ma Sturlese spiega di non aver avuto momenti di difficoltà. “Ero serena – spiega – continuavo a sperare che i cittadini avessero compreso il nostro lavoro, che forse è stato poco visibile, ma portato avanti bene e con costanza. Ora dobbiamo continuare con il rinnovamento e il miglioramento della situazione: il debito c’è ancora e lo vogliamo ridurre ancora”.
Infine, prima di lasciarla tornare alla festa, le chiediamo quale sarà la prima pratica che approfondirà sulla scrivania non appena insediata: “Dobbiamo valutare al meglio il tema della viabilità, una questione molto sentita dalla cittadinanza, soprattutto nel periodo estivo che è alle porte. Per farlo sarà indispensabile proseguire e intensificare la collaborazione con la Provincia, che è l’ente di riferimento quando si parla della Napoleonica”.