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Una storia spezzina

La lunga marcia verso la provincia

Gli intellettuali si muovono per la Provincia

Parte quarta

La sede di Provincia e Prefettura

La prima stagione dei convegni si conclude con un nulla di fatto anche se sullo scenario figura ormai imprescindibile la netta leadership della Spezia, faro verso cui tutti si volgono ora che Massa è sparita dalla scena.

A fine maggio 1913 si tiene alla Spezia un convegno importantissimo. Sono passati oltre vent’anni dall’ultimo incontro ma il fuoco si riaccende senza fatica ché la brace ha continuato a covare anche se tutto sembrava spento.

A mantenerla accesa hanno contribuito intellettuali di spessore che hanno proseguito a battersi per la provincia: per affetto filiale o ideologia o semplicemente perché convinti della necessità pratica del riordino.

Ci trovi Ceccardo Roccatagliata Ceccardi che sotto il titolo Apua Mater compone dodici sonetti dall’inequivocabile contenuto.

Poi mettici le ricerche di Ubaldo Mazzini che prima edita con Achille Neri la prestigiosa rivista Giornale storico della Lunigiana, titolo che indica chiaramente quale sia l’indirizzo della ricerca culturale che lì si compie. Mazzini scopre il mistero delle statue stele che diventano il simbolo di un’identità svanita che affascina perché il segreto che tuttora le circonda aumenta il piacere di scoprirlo per ritrovare qualche barlume di identità primaria. Mazzini indaga anche per fissare quali siano stati i limiti territoriali della Lunigiana storica, contributi quanto mai utili nel momento in cui si devono fissare quali terre siano state lunensi e quali appartenenti al genovesato.

Tanti intervengono nel dibattito, non è facile dirli tutti ma non si può tacere di Manfredo Giuliani. È convinto che la Lunigiana vada resuscitata nel suo concetto fondativo e che a raccogliere il testimone per compiere l’operazione può essere solo la Spezia che grazie al porto può inserire l’intero territorio in un circolo virtuoso. Come si vede, l’affetto c’entra ma lo si colloca in una situazione economica ben precisa.

Come che fosse, si tiene alla Spezia il Congresso per il riordinamento amministrativo della Lunigiana, cioè per l’istituzione di una nuova provincia che dal centro spezzino si allarghi a rappresentare anche il più ampio retroterra del Golfo.

Sono oltre 300 delegati congressisti che affollano la sala del Civico e approvano all’unanimità l’ordine del giorno che chiede una Provincia che comprenda il Circondario spezzino, quello di Pontremoli, gli 8 Comuni dell’Alta Lunigiana massese, Varese e Maissana.

È un progetto troppo ambizioso e troppo bello perché si realizzi ma allora correva anche il pensiero, taciuto ma non nascosto, di unire a quelle aree anche le sabbie dorate dal sole di Versilia.

Puntate precedenti:

Prima parte: Lunigiana, terra che fu una di lingua, d’altare e tutto quel che segue

Seconda parte: Capoluogo di Mandamento

Terza parte: La svolta del Congresso di Pontremoli

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