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"un'eccellenza"

Centro polivalente Asso, la Fp Cgil non ci sta: “Con nuovo bando un totale capovolgimento”

Verni: "Le figure degli educatori vengono sostituite per il 70 per cento con operatori socio sanitari, annullando in questo modo la possibilità di costituire laboratori manifatturieri educativi".

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La Funzione pubblica della Cgil interviene sulla nuova gara d’appalto bandita dal Comune della Spezia per il Centro polivalente Asso, “un centro che sulla realtà spezzina – sottolinea il sindacato – ha rappresentato fino ad oggi un’eccellenza di qualità professionale e sociale indirizzata all’inclusione ed aggregazione di ragazzi adulti con disabilità medio grave. Nel centro, fino ad oggi, hanno prestato servizio, tramite appalto esterno con cooperative, educatori, operatori socio sanitari e animatori che hanno nel tempo progettato e realizzato momenti di aggregazione e di collaborazione nella gestione di laboratori manifatturieri di falegnameria e ceramica. I prodotti del centro polivalente Asso sono riconosciuti in tutta la provincia spezzina per la loro qualità e le loro idee innovative (conferma è dal fatto che tante delle strutture dei servizi educativi spezzini hanno arredi in legno creati dai ragazzi del Centro)”.

“Oggi il nuovo bando prevede però un totale capovolgimento: la volontà dell’amministrazione della Spezia, come si evince dal progetto e dalla ripartizione oraria e di professionalità richieste, sembra essere quella di trasformare un centro di aggregazione e formazione professionale in un centro solo di socializzazione. Questo comporta, a nostro parere, una ricaduta negativa sociale, educativa e lavorativa- le parole di Letizia Verni, Fp Cgil-. Le figure degli educatori vengono sostituite per il 70% con operatori socio sanitari, annullando in questo modo la possibilità di costituire laboratori manufatturieri educativi, punta di diamante del centro polivalente e generando una inevitabile riduzione della risposta ricettiva del Centro che potrà ospitare nelle attività pomeridiane solo ragazzi accompagnati, diminuendo di fatto del 50% il numero di ragazzi che possono accedere.”

Conclude la Verni: “Vogliamo rilevare inoltre che il cambio di professionalità richieste dal nuovo bando comporterebbe inevitabilmente un “rispetto ambiguo” della clausola di salvaguardia sociale perché il vincitore di gara si troverebbe costretto, per ottemperare alla continuità contrattuale, ad un cambio di inquadramento professionale al ribasso (da D2 a c1/c2) degli educatori che prestano servizio da parecchi anni; a ciò aggiungiamo inoltre che l’inquadramento di operatori socio sanitari come C1, viste le mansioni richieste dalla progettualità del Centro, non è risposta adeguata alla competenza richiesta.”

 

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