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I dubbi dell'associazione

“Palmaria sì, masterplan no” contro il Comune: “L’asta deserta è una fake news, così si proroga la volontà di un’amministrazione scaduta”

Manifestazione Palmaria
“Abbiamo uno spirito libero e  guardiamo avanti, ci nutriamo di speranze e combattiamo battaglie che riteniamo giuste. Ma non siamo ingenui e, anche se in parte sollevati dalla notizia, abbiamo capito perfettamente le ragioni per cui è stato prorogato il termine per la presentazione delle offerte per gli immobili della Palmaria.
È stata prorogata la volontà, propria di un’amministrazione in scadenza di mandato, di vendere tutti quei beni nonostante, appunto, l’imminenza della competizione elettorale.
Deve essere smascherata, e lo diciamo con le parole del Sindaco, la fake news dell’asta deserta”. Così dall’associazione “Palmaria sì, masterplan no” commentano la decisione dell’amministrazione comunale di Porto Venere di prorogare sino al 22 giugno i termini per la partecipazione all’asta per la vendita della prima tranche di beni presenti sull’isola.
“Infatti l’asta deserta – sostengono dall’associazione – non è mai esistita, lo sarebbe stata solo il 28 aprile se non fossero state presentate offerte. Il 20 aprile l’asta è stata rinviata a giugno perché nessuna offerta era ancora arrivata. Ma il termine per la presentazione delle offerte era il 26 aprile! Pare che il termine di presentazione sia stato prorogato solo per evitare la risonanza negativa di un’asta andata deserta in piena campagna elettorale. Per dare la più alta possibilità di partecipare, ci dicono invece dal palazzo.
Gli stessi che, a meno di due mesi dalla scadenza del mandato, hanno messo all’asta un compendio immobiliare del valore stimato di oltre 12 milioni di euro e che ancor prima del termine di scadenza sono stati costretti a prorogarlo perché nessuno aveva presentato un’offerta.
E quindi noi immaginiamo che la ragione, anzi le ragioni, siano altre”.
Secondo i componenti dell’associazione “Palmaria sì, masterplan no” “se l’asta fosse andata veramente deserta, chi ha messo in vendita i beni non si sarebbe dimostrato poi quel grande venditore che afferma di essere quando sostiene di attirare così grandi investitori”.
“E non convince – aggiungono – pensare che la proroga si regga sulla volontà di evitare il ribasso della seconda chiamata, perché quella seconda chiamata potrebbe non essere mai indetta.
Un’altra forte opposizione, con le presenze che abbiamo dimostrato di poter raccogliere il 15 aprile in occasione della protesta contro lo stabilimento balneare sull’isola Palmaria, potrebbe portare con sé ripercussioni sull’imminente voto per il rinnovo del Consiglio comunale di Porto Venere.
Per ultima, ma non meno importante ragione, se veramente l’asta fosse andata deserta, la nuova amministrazione avrebbe potuto decidere di non reiterarla. Fissando già la data al 22 giugno, non si può più fermare il meccanismo e così si obbliga la nuova Giunta a portare avanti la volontà di un’amministrazione scaduta!
Abbiamo l’entusiasmo dei bambini, ma non siamo così ingenui da pensare che questi giochi di prestigio siano per favorire i cittadini”.
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