“L’assessore regionale alla sanità ligure ha manifestato nelle scorse ore una legittima soddisfazione per il riconoscimento attribuito ad alcuni ospedali liguri dalla Fondazione Onda, (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere). In particolare l’assessore ha giustamente gioito per i sette bollini rosa della Liguria, assegnati ad alcuni centri ospedalieri regionali per premiare l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle principali patologie femminili; lo stesso assessore ha furbamente glissato sugli ospedali del Levante della sua regione, gli ospedali della Spezia e di Sarzana, che non hanno avuto nessun riconoscimento di questo genere e non certo per demerito del personale che vi opera”. Così in una nota il Coordinamento Più Europa La Spezia. “Vogliamo sottolineare – proseguono da Più Europa – che se tra gli ospedali liguri meritori in questo settore di attività nessuno fa capo all’Asl 5 spezzina, qualche ragione ci deve essere; poiché conosciamo il valore dei nostri operatori ospedalieri, ma anche le difficoltà enormi in cui sono costretti a lavorare, riteniamo che, ancora una volta, la vicenda bollini rosa testimoni l’indifferenza della Regione Liguria ai problemi della sanità locale. La salute è un diritto che ciascuno deve poter rivendicare in modo egualitario senza distinzione di sorta e tantomeno di “appartenenza geografica” e pertanto sia l’assessore Gratarola che il sindaco Peracchini hanno il dovere di riflettere, anche prendendo spunto da questa vicenda, sulle criticità della sanità spezzina. Ma soprattutto devono cominciare ad agire come spesso abbiamo loro inutilmente richiesto”.
“La nostra sanità locale ha bisogno di operatori qualificati (sono oltre il 30 per cento in meno rispetto alla media regionale!), di risorse economiche, di investimenti tecnologici, di strutture, di programmazione – concludono dal Coordinamento -. Non basta sventolare la bandiera del futuro ospedale del Felettino come la panacea di ogni problema della sanità locale; i nostri medici e infermieri, quelli che stoicamente ancora resistono, hanno il diritto di poter operare in condizioni adeguate. Allo stesso modo, i cittadini della nostra provincia hanno il diritto di potersi curare come altrove è possibile. La buona politica degli amministratori pubblici deve lavorare per questo. E deve avere il coraggio di affrontare un confronto pubblico, su questi temi, che ci è sempre stato negato; come conferma il rifiuto dell’assessore regionale ad accettare l’invito del consigliere comunale Franco Vaira ad un contraddittorio nella competente commissione consiliare del Comune capoluogo”.