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"c’è bisogno di un welfare di comunità”

Guccinelli: “Servizi sociali massacrati dalla giunta attuale”

Renzo Guccinelli

Si è tenuto questa mattina l’incontro con la stampa a tema servizi sociali organizzato da Renzo Guccinelli, candidato del centrosinistra alle elezioni a sindaco di Sarzana del 14 e 15 maggio. “Il tema sociale è sempre più centrale nella vita di ogni città e lo è anche per Sarzana. Qui abbiamo un problema sopra ogni altro che riguarda gli anziani, che come sappiamo in Liguria sono molto numerosi – circa il 30% ha superato i 65 anni di età – e che si trovano a vivere condizioni di solitudine sempre più frequenti. Un altro grosso problema è la povertà che tocca sempre più persone, basta pensare a quanti si rivolgono ormai a empori alimentari e Caritas. E poi il disagio giovanile sempre più diffuso, e le disabilità che andrebbero gestite con maggiori sostegni e aiuti alle famiglie”.

Secondo Guccinelli sarebbero necessarie nuove politiche sociali e forti capacità di progettazione per attivare finanziamenti straordinari. “Ci sarebbe bisogno di risorse economiche e di una collaborazione tra Comune, strutture sanitarie, comuni della Val di Magra e mondo del volontariato per creare una rete di servizi, perché oggi sempre di più c’è bisogno di un welfare di comunità che invece non stiamo costruendo. Fino a oggi il Comune di Sarzana invece ha di fatto massacrato il settore dei servizi sociali. Anni fa quello sociale era un modello di cui andavamo fieri per quantità di risorse e qualità dei servizi, e questa ultima amministrazione l’ha completamente distrutto. Ne è stata massacra la struttura, perché per risparmiare poche migliaia di euro hanno portato via il settore dei servizi sociali della Casa della Salute, andando a rompere il rapporto tra sociale e sanità.

È stato massacrato il personale, passando in pochi anni  da 8 e 3 persone addette ai lavori: prima gli assistenti sociali erano 4 così come 4 erano gli amministrativi, oggi si contano 3 assistenti sociali che tra pochi giorni diventeranno 2 e 1 addetto all’amministrazione, poche persone che non possono fare fronte alle esigenze di una popolazione di 22 mila abitanti. Non sono stati rispettati gli standard nazionali che indicano 1 assistente sociale ogni 5 mila abitanti: Sarzana quindi dovrebbe averne almeno 4. Tra l’altro gli assistenti sociali non costano nulla alle casse del Comune, essendo pagati dalla Stato, quindi fa ancora più rabbia questa situazione. C’è un’evidente sottovalutazione del settore sociale, una disattenzione e noncuranza grave. È accaduto proprio in questi ultimi giorni che la giunta abbia bloccato la necessaria e regolare assunzione di un nuovo assistente sociale”.

Oltre al personale, anche i servizi sociali in sé a Sarzana per Guccinelli non godono di buona salute. “Faccio alcuni esempi: le ore di sostegno educativo sono passate da 1330 a poco più di mille, con un calo quindi del 30%; le ore di assistenza domiciliare sono state dimezzate, da 4 mila e 2 mila; stanno venendo meno i centri educativi per minori con problemi di apprendimento, è stato chiuso l’Ufficio Casa, è stato chiuso il Centro Diurno Sabbadini per le persone con grave disabilità che aveva chiuso durante la pandemia è che non stato ma più riaperto a discapito di quelle 14 famiglie che potevano contare su questa struttura pubblica per diverse ore a settimana. Potrei continuare ancora: il servizio civile da 40 giovani è passato a 10, è in ritardo la gara per le spiagge, sono finite le politiche distrettuale… insomma ce n’è per tutti i gusti. È chiaro che nel sociale questa giunta non abbia avuto mai il minimo interesse ad investire, smantellando un settore di primaria importanza. Chi soffre condizioni di disagio non è nelle priorità di chi oggi amministra Sarzana”.

Le proposte di Guccinelli per risollevare il settore sociale partono dall’idea di una ‘Città dei diritti’ che non lasci indietro nessuno: “La prima cosa che darà da sindaco sarà rispettare lo standard nazionale, e aumentare il personale con una variazione di bilancio. Seguirà il rilancio delle politiche distrettuali e la valorizzazione del volontariato e del terzo settore e un’innovazione seria e strutturata delle politiche per anziani, con più servizi di assistenza domiciliare e nuovi centri di aggregazione per farli vivere meglio, e per disabili, con la riapertura del centro diurno, l’eliminazione delle barriere architettoniche, la creazione di nuovi spazi sociali”.

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