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"è stata una bella esperienza"

Mione lascia dopo diciotto anni di Consiglio comunale: “Ho sempre pensato al bene di Sarzana, dalla politica non ho mai avuto incarichi”

L'ex presidente e candidato sindaco non sarà in corsa per le prossime amministrative: "La mia revoca fu un momento triste per la città e la politica ma i fatti mi hanno dato ragione. Spero che la politica torni a parlare con la gente dal vivo e non sui social".

Paolo Mione

“Gli ultimi cinque anni di consiglio comunale mi hanno molto deluso, mi hanno fatto perdere la voglia di fare gol come un centravanti e quando uno perde questo istinto è meglio che si metta fare l’allenatore o il direttore sportivo, anzi, visto che sono uno modesto dico il guardalinee o il raccattapalle”. Paolo Mione utilizza una metafora calcistica per spiegare il suo addio dopo un’esperienza politica importante durata diciotto anni, quattro dei quali da presidente dell’assemblea cittadina, fino alla travagliata notte del 4 luglio 2017, quando la maggioranza Pd guidata dal sindaco Cavarra ne sancì la revoca aprendo, di fatto, la crisi che un anno dopo avrebbe portato alla prima, storica, vittoria del centrodestra a Sarzana. “Ricordo quella seduta come un momento tristissimo per tutta la città e la politica, in ogni caso i fatti mi hanno dato ragione e chi diceva che sarei passato dall’altra parte è andato in Forza Italia. Ci sono state anche delusioni che mi hanno aiutato a crescere ma è stata comunque un’esperienza a tratti anche esaltanti, in questi 18 anni – prosegue – ho sempre fatto esclusivamente il cittadino, posso vantarmi di non aver mai avuto incarichi dalla politica, svolgendo il mio dovere di consigliere. Anche questa ultima esperienza all’opposizione credo mi abbia caratterizzato per la serietà con cui mi sono seduto umilmente all’ultimo banco, senza mendicare incarichi come purtroppo hanno fatto altri. Il riscontro più felice l’ho avuto in questi giorni, contribuendo all’organizzazione della lista “Insieme per Guccinelli sindaco” con tanti giovani che hanno creduto nel messaggio che abbiamo voluto trasmettere. Abbiamo fatto una bella squadra, con persone che si impegnano senza aspettative né finalità se non quella di ridare dignità a questa città”.
Di sicuro al prossimo consiglio comunale – che nascerà dopo le elezioni del 14 e 15 maggio – mancheranno l’arte oratoria, la verve e le proverbiali provocazioni politiche dell’avvocato che è stato spesso punto di riferimento di un’opposizione praticamente dimezzata in questo ultimo anno. “Sono rimasto perché credo che nella vita debbano prevalere le idee – afferma – credo in un certo modo di fare politica e società. Se tutti facessero così i consigli funzionerebbero meglio e svolgerebbero il loro vero ruolo che non è quello di avere gente che dice sempre “si”. I miei “no” al partito in cui militavo sono stati molti ma non erano determinati da finalità preconcette ma perché credevo in scelte migliori. I momenti più belli? Svolgo un lavoro che tutela l’individualismo e gli interessi del cliente mentre la dimensione politica con il suo clima di socialità, permette di pensare ai cittadini ed è stata quindi il giusto contraltare che ha fatto bene alla mia vita e al mio modo di pensare. È stata una bella esperienza come l’approvare cose nell’interesse della città perché sono convinto che il dovere della politica si quello di pensare alle persone più in difficoltà e non alla propria carriera. Se tutti ragionassero con la testa degli ultimi avremmo forse una società e una città migliore. Fra i momenti belli – ricorda Mione – metto anche le cene con tutti i consiglieri alla fine delle sedute, cosa che differenziava noi da “loro”: quando erano in difficoltà e in pochi li portavamo con noi oggi invece si sono arroccati come di fronte a un nemico, io ho sempre avuto modi diversi di vedere le cose non mi sono mai sentito nemico di nessuno, ho sempre cercato la condivisione per cercare di superare i problemi per il bene della cittadinanza”.
Quali auspici e aspettative allora per i prossimi cinque anni da vivere fuori campo? “Dopo due legislature con sindaci che non ascoltavano la gente mi auguro che si torni a guardare in faccia le persone e a parlare con loro. Mi aspetto una politica meno social e più in strada. Dal punto di vista delle capacità amministrative – conclude – sono tranquillo perché avremo colui che è sicuramente il più bravo sotto questo aspetto. Con Renzo Guccinelli in passato ho avuto anche degli scontri ma sempre nel pieno rispetto reciproco e sono convinto che abbia tutte le qualità per fare il sindaco e non abbia nulla da imparare. Quello che serve per una città in crisi che ha bisogno delle persone migliori a gestirla”.

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