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“sisti e bertoni lasciati soli nel contrasto al progetto di biodigestore”

Comitati e ambientalisti: “Europa boccia il biometano e la Liguria punta su Saliceti, e i sindaci?”

No biodigestore

“L’Europa boccia i cosiddetti “biocarburanti” per motori termici dal 2035 e in Italia si grida al complotto eurotedesco. L’informazione non ci spiega perché la UE ce l’ha con i biocarburanti, cioè col biometano. Non ci dice che il “biometano” di “bio” ha solo la materia prima usata per produrlo (rifiuti organici, coltivazioni di mais e altri vegetali). Ma per produrlo con i biodigestori si consuma una quantità enorme di energia, di acqua e si immettono in atmosfera tonnellate di offgas (CO2) e altre sostanze climalteranti. Insomma, non è “CO2 Neutral” come il solare, l’idrico, l’eolico o l’idrogeno. L’Italia sta disseminando lo stivale di biodigestori sotto la spinta delle multiutility, che sfruttano il business degli incentivi pubblici, che paghiamo noi contribuenti sotto la voce oneri di sistema che il governo, ieri, ha reintrodotto nelle bollette.
Quando nel 2035 con l’aggravarsi della crisi climatica il biometano non avrà più mercato, cosa ce ne faremo dei biodigestori come quello di Saliceti da 100.000 tonnellate di rifiuti organici, quando in provincia ne produciamo 26.000 tonnellate, smaltibili con pochi impianti di compostaggio? Recos-Iren avrà accumulato profitti e alla comunità resterà l’inquinamento del territorio e dei polmoni dei cittadini e un’area di 40.000 metri quadrati pesantemente cementificata sulla falda del fiume Magra.
I tedeschi puntano sull’idrogeno. Le loro ricerche hanno rivelato che i biodigestori sono a forte rischio incendi, come i TMB. La Regione Liguria a Saliceti piazza un biodigestore affianco al TMB, già andato a fuoco, per una capacità complessiva di 200.000 tonnellate di rifiuti.
Gli effetti cumulativi non sono stati valutati in Conferenza dei servizi. Purtroppo in Italia i profitti sono privati, i rischi e i danni sono della collettività. In attività il biodigestore di Saliceti sparerà in atmosfera componenti dello zolfo, ozono, PM10 e PM 2,5, benzene, formaldeide, forti emissioni maleodoranti. Non si fermeranno al Termo o a Ponzano e neppure a Baccano. Investiamo in tecnologie obsolete e dannose per il clima, invece di investire bene i miliardi del PNRR. Il biodigestore consumerà una tonnellata d’acqua ogni 5 tonnellate di rifiuti. In periodi di forte siccità (ipotesi ormai non remota) l’impianto di Saliceti attingerà direttamente dalla falda del Magra, sottraendo risorsa idrica alla cittadinanza. Sempre che un’alluvione o un guasto non inquini la falda con conseguente chiusura dei pozzi di Fornola, a cui attinge Spezia e i comuni della bassa Val di Magra: Sarzana, Arcola, Luni, Ameglia, Castelnuovo
In un recente incontro al point elettorale di Guccinelli il sindaco di Santo Stefano Paola Sisti ha lamentato che lei e il collega Bertoni sono stati lasciati soli nel contrasto al progetto di biodigestore, abbandonati dai sindaci della Spezia Peracchini e di Sarzana Ponzanelli. Denuncia di isolamento che noi comitati abbiamo avanzato in epoche non sospette di calcoli elettorali. Purtroppo, non ci pare di aver sentito levarsi voci di sindaci della val di Magra, tanto meno della Comunità del Parco.
L’impianto di Saliceti può ancora essere fermato in sede politica. I sindaci possono ancora levare la voce contro il colonialismo ambientale della Regione, che tratta il nostro territorio come pattumiera del Levante genovese. Attraverso i loro referenti politici a Roma i sindaci possono rappresentare al ministero dell’ambiente e al ministro Fitto, che si occupa di fondi PNRR, le gravi conseguenze ambientali del biodigestore, non esaminate dal Consiglio di Stato, e l’incongruità economica di un impianto costosissimo: 56 milioni di euro per trattare 60.000 ton di Forsu l’anno (dati ufficiali Recos), quando a Massa il Cermec con 39 milioni faranno un biodigestore da 97 mila tonnellate e a Civitavecchia con 40 milioni un impianto da centomila tonnellate. Non ci è mai stato spiegato perché l’impianto di Saliceti costa così caro. E pensare che il biodigestore di Boscalino ci doveva costare 7,7 milioni di euro (gara europea 2016) per chiudere il ciclo dei rifiuti nella nostra provincia”.

Comitato Sarzana, che botta!
Comitato No Biodigestore Saliceti
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