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"un'emozione fortissima"

Lara Pilloni torna nella sua Sarzana: “La danza è sempre stata al centro di ogni cosa”

Questa sera si esibirà sul palco degli Impavidi in "Survival kit" con Florian Entenfellner: "Ci siamo lasciati ispirare dalla parola "incontro" e fasi come il contatto, la distanza e il distacco".

Lara Pilloni (Foto Christian Clarke)

Sarà una giornata di emozioni particolari per la danzatrice sarzanese Lara Pilloni che questa sera sarà protagonista sul palco del Teatro degli Impavidi con Florian Entenfellner nello spettacolo “Survival Kit”. Un ritorno molto atteso nella sua città, lasciata nel 2016 per trasferirsi in Germania dove ha completato i suoi studi professionali presso il dipartimento di danza contemporanea (IZT Folkwang) della Folkwang Universität der Künste a Essen e dove ha conseguito la sua prima laurea in Danza nel 2020, Bachelor of the Arts, e in seguito il Master in Interpretazione e Composizione della Danza nel 2022. Una storia la sua fatta di tenacia, amore per la propria disciplina e un solidissimo legame con Sarzana.

Sei fra le tante persone, artisti e non, che hanno lasciato la città per seguire le proprie passioni, che effetto ti fa tornare per chiudere la stagione di danza degli Impavidi?
“Tornare a esibirmi nella mia città è senza dubbio un’emozione fortissima. Sarzana mi ha sempre sostenuta nella mia formazione prima e poi nella scelta di andare a studiare all’estero. Sono emozionata e profondamente orgogliosa di avere a disposizione questo palco e ringrazio in particolare Andrea Cerri e Annita Conti che mi hanno invitata e riaccolta a braccia aperte”.

Hai fatto molta strada dai primi passi alla scuola 4° Movimento di Lucia Boschi, cosa ti ha portata fino a qui nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino?
“Sono tornata proprio per questa occasione speciale perché potersi esibire in un teatro squisito come quello degli Impavidi è un sogno e un onore. Le difficoltà fanno parte di ogni storia e di tutte le esperienze, l’importante è riuscire sempre a reagire e credere in quello che si fa e nel proprio valore. Ho sempre cercato di non demordere e guardare sempre avanti e stasera sarà bello poter incrociare lo sguardo di tante persone che fanno parte della mia vita”.

Lara Pilloni e Florian Entenfellner (Foto Alvaro Severino)

Cosa ha ispirato “Survival kit” che tu e Florian Entenfellner porterete sul palco del teatro?
“Lo spettacolo è nato a un tavolino del bar della Folkwang (Università delle Arti di Essen), un po’ per gioco e un po’ per caso. Ci siamo lasciati ispirare dalla parola italiana “incontro” composta da due preposizioni: in e contro. Abbiamo iniziato a fantasticare e domandarci cosa significa incontrare, cosa significa stare a contatto, mantenere la distanza oppure cosa significa non voler vicino qualcuno. Il processo creativo è durato complessivamente sei settimane, ci siamo spostati anche a Berlino e in Austria, dove tra l’altro presenteremo nuovamente il lavoro durante la prossima settimana. Come in tutti i percorsi di ricerca, anche nel nostro ci sono alti e bassi, ma sia io che Florian siamo stati accompagnati nel lavoro da Evangelos Poulinas, danzatore e coreografo e persona di estrema sensibilità. Da questo periodo di lavoro è nato “Survival kit”, che non vediamo l’ora di presentare al pubblico sarzanase”.

Cosa influenza maggiormente il tuo approccio alla danza?
“Il mio rapporto con la danza ha radici ben profonde: mi sono sempre mossa. Non ho un ricordo della mia vita in cui io non sia in movimento, è sempre stata al centro di ogni cosa. Amo vederla, amo danzarla, amo studiarla, amo analizzarla. A volte non ti ricambia subito, ci vuole pazienza, ci vuole tanta pazienza. Bisogna solamente perseverare e continuare a lavorare”.

Fra le tue passioni c’è anche la fotografia, esiste un legame fra questo linguaggio artistico e la tua attività quotidiana?
“La fotografia è una bella avventura. Ho iniziato a conoscerla durante la pandemia quando dovevo cercare qualcosa da fare. E’ stato straordinario scoprire questa nuova forma d’arte, senza rendermene conto mi ci sono sempre trovata a contatto senza averla però mai approfondita. Non avevo mai avuto una camera tutta mia,  mentre invece adesso ho “rubato” anche la vecchia Nikon analogica di mia mamma. La danza e la fotografia possono sembrare due forme d’arte molto diverse tra loro ma in realtà condividono alcune similitudini. Entrambe cercano di catturare e comunicare un’esperienza attraverso il movimento e l’immagine. Nella danza, i movimenti del corpo e le espressioni facciali comunicano emozioni, sentimenti e storie mentre nella fotografia l’immagine congelata racconta una storia, catturando un momento particolare nella vita di qualcuno o del mondo che ci circonda. Entrambi gli artisti, ballerini e fotografi, cercano di creare qualcosa di significativo che possa trasmettere un messaggio al pubblico. I fotografi lavorano per catturare momenti di “bellezza” e significato, esattamente come i ballerini li creano attraverso il loro movimento”.

Lara Pilloni e Florian Entenfellner (Foto Alvaro Severino)

(foto di Christian Clarke e Alvaro Severino)

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