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Soddisfazione per l'ex consigliere regionale leghista

Frasi omofobe, De Paoli assolto dopo sette anni di processo: il fatto non sussiste

L’ex consigliere regionale della Lega Giovanni De Paoli è stato assolto perché il fatto non sussiste al termine del processo di primo grado per diffamazione che ha visto andare in scena questa mattina l’ultima udienza. Nell’aula del Tribunale di Genova erano presenti i difensori dell’ex membro dell’assemblea ligure Barbara Amadei, Cristina Cafferata e Ignazio Sabatino e i rappresentanti legali delle associazioni “Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione” e “Agedo – Associazione genitori di omosessuali”.
I fatti risalgono al 2016, quando al termine dei lavori di una commissione regionale al consigliere venne attribuita la frase “se avessi un figlio gay lo brucerei in un forno”, sempre contestata da De Paoli. La difesa ha inoltre argomentato le ragioni dell’imputato in punta di diritto, sostenendo come le associazioni che si sono costituite in giudizio non potessero rivendicare di essere state offese dalle parole dell’ex consigliere, qualora fossero state pronunciate come riportato a più riprese dalla stampa. Le motivazioni della sentenza dei giudici saranno rese note nei prossimi giorni.
De Paoli si dichiara molto contento per la conclusione di una vicenda andata avanti per 7 anni e per aver visto ristabilire la verità.

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