SASSUOLO-SPEZIA 1-0
Marcatori: 26’st rig. Berardi
SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Toljan, Erlic, Ferrari, Rogerio; Thorstvedt (15’st Frattesi), Lopez, Matheus Henrique (31’st Bajrami); Berardi (41’st Marchizza), Pinamonti (31’st Defrel), Laurientè (31’st Harroui). All. Dionisi
SPEZIA (4-3-3): Dragowski; Amian, Ampadu, Caldara, Nikolaou; Agudelo (31’st Agudelo), Bourabia (35’st Verde), Ekdal (20’st Esposito); Gyasi, Nzola, Maldini (20’st Zurkowski). All. Semplici
Arbitro: Ghersini di Genova
Assistenti: Passeri-Costanzo
IV uomo: Miele
Var: Abbattista
Avar: Paganessi
Recupero: 1’(pt), 6’(st)
Ammoniti: Nzola, Amian
Spettatori: 11152
PRE-PARTITA
17.21 – I numeri dicono che Sassuolo-Spezia dovrebbero assicurare una buona dose di spettacolo condita da gol. Entrambe hanno infatti sempre trovato il gol in ciascuna delle cinque sfide in Serie A: 21 reti in totale (4.2 di media a match). L’andamento dei neroverdi nell’ultimo mese e mezzo è semplicemente sbalorditivo: nelle ultime sette giornate di Serie A solo il Napoli (18) ha guadagnato più punti (16). I neroverdi sono anche la formazione ad aver segnato di più in campionato (16 gol). Contro lo Spezia possono raggiungere i quattro successi di fila in Serie A per la prima volta dall’aprile 2021 con Roberto De Zerbi alla guida. L’undici di partenza è quello ipotizzato alla vigilia con un’unica sorpresa: c’è Thorstvedt al posto di Frattesi nello starting eleven odierno. Grande attenzione al trio Berardi, Pinamonti e Laurienté che ha steso la Roma all’Olimpico.
PRIMO TEMPO
Massimo coefficiente di difficoltà. Perché il Sassuolo non sarà un big della serie A ma ha la qualità dei singoli, la compattezza di un collettivo che gioca insieme da anni e un ruolino di marcia che nell’ultimo mese e mezzo la piazza lassù, alle spalle del solo Napoli capolista indiscusso. Lo Spezia conosce le insidie di una squadra che gioca bene e segna tanto, cresciuta per non dire trasformata rispetto al pessimo girone d’andata. Semplici imposta la difesa a quattro quando attacca, mentre nella fase difensiva di mette a tre. Ma soprattutto ordina il pressing sistematico sui portatori di palla di casa tanto che nei primi minuti il Sassuolo rincula nelle sue proprietà. La cronaca sporca subito i taccuini e la gara nel primo quarto d’ora ha un decollo piuttosto veloce. Aquile pericolose dopo un solo minuto, l’inserimento dello svedese Ekdal, fresco di ritorno in nazionale, ha i tempi giusti: servito da Gyasi, tenta un tiro dai venticinque metri diretto in porta ma rimpallato dalla difesa che scherma Consigli. Al 7’ il primo guizzo di Nzola che punta l’ex compagno di squadra Erlic che ben lo conosce e riesce ad arginarlo in calcio d’angolo. E’ uno Spezia aggressivo che già in minuto dopo è di nuovo nell’area emiliana: la spizzata di testa di Caldara fa gridare al gol perché l’ex milanista aveva tagliato in area alla perfezione anticipando tutti, ma Consigli vola e comunque il guardalinee alza la bandierina fermando tutto.
Spezia compatto e aggressivo. Personalità e consapevolezza.
Al 15’ ancora uno squillo dello Spezia, che dimostra grande personalità: un atteggiamento che magari concede qualcosa negli uno contro uno ma al tempo stesso porta un gran numero di uomini a sostengo degli attaccanti: cosi in una verticalizzazione ben orchestrata, Nzola sfugge abilmente alla marcatura di Ferrari e viaggia verso a porta sul filo del fuorigioco ma da posizione molto defilata conclude con un diagonale che non inquadra lo specchio. Sale in cattedra Maldini, che al 16’ si prende gli applausi per come addomestica una palla in mezzo a tre avversari per poi aprire il piattone e con eleganza servire Amian, lasciato libero di offendere da Laurientè in uno dei duelli della partita. Dionisi non è per niente contento, vuole dai suoi maggior velocità di palleggio per sorprendere uno Spezia molto compatto quando non è in possesso, pretendendo di alzare il pressing sui portatori di palla. Piace tanto la gestione dei ragazzi di Semplici, senza frenesie, con molto movimento coordinato e tanta sostanza, garantita soprattutto dal grande lavoro degli attaccanti, Maldini in testa: il ragazzo cresciuto a Milanello sembra un altro dopo il gol all’Inter. Le dà, le prende, si destreggia con la qualità dei fondamentali, senza leziosismi.
La traversa di Berardi cambia la partita. Finale neroverde e miracolo Dragowski. All’intervallo 0-0
La pericolosità degli attaccanti di casa la vedi nei dettagli e al 34’ il Sassuolo ci va davvero vicino al vantaggio: Laurientè lavora una palla sul limite dell’area e scarica per Berardi, per una volta lasciato solo da Nikolaou, che dalla sua mattonella preferita fa girare il suo sinistro magico, incocciando la traversa. Dragowski non ci sarebbe mai arrivato ma questa giocata basta a cambiare la musica di sottofondo di un match fino a questo momento molto ben controllato dagli ospiti: un minuto più tardi ci prova Toljan, con un destro da ottima posizione che finisce fuori di un soffio. Paura, fantasmi e squadra schiacciata nella sua area: sono questi i primi veri minuti di sofferenza per gli aquilotti che hanno rinunciato alla pericolosità vista nel primo quarto d’ora. Sugli esterni si può dare molto fastidio, lo Spezia rammenta le buone cose dell’inizio e riprende vigore e metri, uscendo dalla crisi delle occasioni patite soprattutto grazie ai break di Agudelo, rimasto un po’ sulle sue posizioni per buona parte del match ma protagonista nel finale di tempo di un paio di uscite palla al piede. Un tiro di Maldini trova il muro di Toljan, niente a che vedere con quello che accadrà al minuto 45 quando uno stentoreo Dragowski si oppone al colpo di testa a botta certa di Matheus Enrique, servito con un taglio sontuoso da Thorstvedt.
SECONDO TEMPO
Se l’approccio iniziale alla gara del Sassuolo non era piaciuto, Dionisi può dirsi più che soddisfatto per come la sua squadra rientra in campo dopo l’intervallo. Le due occasioni nel finale di prima frazione hanno fatto capire ai neroverdi che si possono trovare delle soluzioni anche contro uno Spezia compatto. Tutti propositi confermati a inizio ripresa che i padroni di casa impostano con la quinta marcia. E infatti i pericoli sono immediati per la retroguardia spezzina: il Sassuolo costruisce in pochi secondi una significativa doppia occasione per andare avanti: prima è Rogerio che impegna Dragowski con il destro, poi Laurienté manca la palla, a pochi passi dal portiere polacco. Cinque minuti difficili poi Ekdal riprende la situazione in mano e lo Spezia ritrova ordine e anche un po’ di campo.
Tutto cambia in due minuti: giallo a Nzola, salterà la Salernitana, rigore per il Sassuolo: Berardi non sbaglia.
Anche per questo, per non spegnere l’ardore, Dionisi cambia: Thorstvedt fa spazio a Frattesi, il mago degli inserimenti mentre all’altezza del quarto d’ora una ripartenza Amian-Nzola finisce con la conclusione telefonata dell’ex Tolosa. Lo Spezia corre un po’ meglio di quanto aveva fatto ad inizio ripresa, raddoppiando le marcature ogni qual volta il Sassuolo cerca di affrettare il rovesciamento: fuori Ekdal e Maldini per Esposito e Zurkowski, Semplici vuole un finale da battaglia e per farlo servono forze fresche. Un minuto più tardi una pessima notizia per gli ospiti, purtroppo non l’ultima dei prossimi tre minuti: Ghersini ammonisce Nzola per un contatto apparentemente normalissimo, fatto sta che il franco-angolano salterà il match contro la Salernitana. Subito dopo l’episodio che fa saltare lo 0-0: Laurientè sfrutta un errore in uscita di Dragowski ma il suo tentativo viene stoppato dalla mano di Amian, evidentemente staccata dal corpo e fatale. Quando la palla uscirà dal campo, il Var confermerà l’infrazione e Berardi batterà Drago anche con un po’ di fortuna, visto che la palla passa sotto il corpo dell’estremo difensore che aveva intuito.
Altro legno per il Sassuolo, lo Spezia calcia in porta solo a tempo scaduto. Troppo poco.
Il palo tremerà ancora sulla botta di Harroui, sarebbe stata la sentenza della partita ma il tiro scheggia soltanto il legno alla sinistra di Dragowski. Finale con il 4-2-4 alla ricerca del pareggio ma lo Spezia si affaccerà ben poche volte nell’area del Sassuolo se non quando Nzola ci prova di volo, alzando troppo la traiettoria su ottima apertura di Nikolaou. Rare volte la sfera arriva dove deve arrivare e cioè ai giocatori come Verde, Shoma, Zurkowski, tutti entrati per cambiare l’inerzia, anche solo con un lampo, una conclusione: l’ultima occasione sul piede dell’uzbeko che col sinistro cerca il pertugio ma trova un muro. Poi ci sarebbe la paratona di Consigli sulla botta di Caldara ma Ghersini rileverà un fallo di braccio del difensore aquilotto, al quanto discutibile. Non avrebbe comunque cambiato la storia: il triplice fischio sancisce il primo ko dell’era Semplici, dopo un buon primo tempo ma non un altrettanto buona ripresa. E’ vero, la sconfitta arriva su rigore (peraltro ineccepibile) ma è onesto dire che il Sassuolo aveva creato già abbastanza per meritarselo e forse lo Spezia non ha saputo cambiare marcia quando avrebbe dovuto. La notizia della sconfitta diventa ancora più brutta per il cartellino giallo a Nzola che lascia veramente perplessi: una decisione che non può essere presa con leggerezza visto quello che ci si gioca giornata dopo giornata.