Con una lettera a oggetto “comma 2 dell’art. 52 del dlgs n. 267/2000 (TUEL)***” inviata a tutti i consiglieri comunali tramite la segreteria generale di Palazzo civico, l’ex consigliere, assessore e vice sindaco Flavio Cavallini indica la strada della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Pierluigi Peracchini, reo di non aver condannato con la dovuta fermezza le offese di stampo razziale rivolte da alcuni tifosi dello Spezia a Filip Kostic, giocatore della Juventus in trasferta al Picco.
La lettera
Oggetto: comma 2 dell’art. 52 del dlgs n. 267/2000 (TUEL)***
Nel corso del match tra lo Spezia e la Juventus, alcuni beceri “tifosi” degli aquilotti hanno rivolto in molteplici occasioni offese di tipo razziale a Filip Kostic. Il Sindaco Pierluigi Peracchini ha poi commentato l’accaduto con dichiarazioni che hanno avuto un risalto mediatico nazionale, ma solo perché non ha condannato l’incivile comportamento; difatti, ha richiamato gli scandalosi e rissosi fatti (maggio 2022) imputabili ai violenti sostenitori del Napoli e poiché i napoletani “mai hanno chiesto scusa”, avrà pensato perché mai deve scusarsi il Sindaco della Spezia con un giocatore che guadagna milioni di Euro? La conclusione della dichiarazione di Peracchini “Cosa c’entrano il razzismo e tante altre cose, si facciano percorsi di educazione: vedo cose succedere anche in Parlamento e certi comportamenti vengono legittimati. Quindi ti senti autorizzato di farlo ovunque” vieppiù dimostra la sua insensibilità invero poco cristiana.
Il clamore suscitato però è stato subito dopo obnubilato dalle dichiarazioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa, per il quale “avere un figlio gay sarebbe un dispiacere”, poi dalle parole enunciate dal Ministro Giuseppe Valditara “In Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento (della preside) dovesse persistere, vedremo se sarà necessario prendere misure” dopo la lettera che la preside Annalisa Savino aveva scritto per stigmatizzare il pestaggio neofascista vicino al liceo Michelangiolo di Firenze ed infine dal Ministro Matteo Piantedosi che, a suffragio di Valditara, ha affermato “la libertà di espressione (SIC!) va riconosciuta anche a un ministro della Repubblica” e poi, reclamando detta libertà anche per sé stesso, ha pronunciato parole ciniche ed inumane in merito al naufragio di Cutro ed alla conseguente strage.
Interpretazioni davvero singolari, quindi, sia per come è concepita la libertà di espressione, sia per come è applicata la Costituzione, a dimostrazione che i buoni propositi e le rassicurazioni che le destre forniscono quotidianamente sono regolarmente smentite dai comportamenti.
Il superamento del clamore -dovuto alle affermazioni malvagie rese da persone ai vertici delle Istituzioni- tuttavia non esimeva il Sindaco dall’assumere iniziative “riparatorie”, se non altro perché, è giusto ricordarlo, noi spezzini da sempre siamo stati protagonisti di bellissime storie di fratellanza, umanità e generosità, come le due del dopoguerra. Infatti, la Città della Spezia è stata insignita della Medaglia d’Oro al Merito Civile per l’aiuto ed il conforto che fornimmo ai profughi ebrei scampati ai lager fino al giorno (8 maggio 1946) in cui partirono per Israele a bordo delle navi Fede e Fenice. Da allora, Spezia è conosciuta come “Porta di Sion” dalla comunità ebraica. Inoltre, noi spezzini fummo fra i pochi che accolsero i cittadini di nazionalità e di lingua italiana forzatamente emigrati dal Friuli Orientale, dall’Istria, dal Quarnaro e dalla Dalmazia. Rammento che il Consiglio Comunale della Spezia fu uno dei primi, se non il primo, ad approvare, il 4 maggio 2004, una mozione presentata dai socialisti che impegnava l’Amministrazione Comunale a ricordare gli italiani infoibati dalle truppe titine, intitolando loro Via, o Piazza o manufatto. Ecco perché nel “villaggio dei Polesani” di via Lunigiana vi è una piazzetta intitolata ai “Martiri delle foibe”.
Il Sindaco Peracchini nel non condannare con fermezza le frasi razziste ha tradito lo spirito umanitario che contraddistingue gli spezzini e per tale motivo reputo non sia degno di rappresentarci, sicché il mio auspicio è che i Consiglieri Comunali in indirizzo si avvalgano della facoltà data dal comma in oggetto e raccolgano le firme per presentare la mozione di sfiducia. Se invece più dei tre quinti dei Consiglieri non firmerà, spero che gli altri vorranno presentare una mozione per chiedere al Sindaco di dimettersi, dimostrando che la nostra Città è rappresentata anche da Consiglieri che hanno etica e valori ben diversi da Peracchini ed adepti, poiché privilegiano ed esaltano i dettami cristiani e rifuggono da odio e disprezzo.
Cordiali saluti.
Cavallini dr. Flavio
(già Consigliere Comunale, Assessore e Vice Sindaco)
*** Il sindaco, il presidente della provincia e le rispettive giunte cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dalla maggioranza assoluta dei componenti il consiglio. La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri assegnati, senza computare a tal fine il sindaco e il presidente della provincia, e viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene approvata, si procede allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario ai sensi dell’articolo 141.
La Spezia, lì 4 marzo 2023
Ai Consiglieri del Comune della Spezia
Basso Matteo
Cattani Viviana
Cenerini Fabio
Centi Roberto
Costantini Umberto Maria
Crovara Gina Gabriella
Falugiani Dino
Flandoli Patrizia
Frau Andrea
Giannetti Martina
Giorgi Giulia
Lombardi Giorgia
Lombardi Massimo
Manucci Sauro
Medusei Gianmarco
Montefiori Andrea
Peserico Giacomo
Piaggi Luca
Piscopo Salvatore
Pollina Stella
Raffaelli Marco
Ratti Barbara
Rodriguez Mirian Mercedes
Salmeri Andrea
Sommovigo Piera
Tancredi Claudio
Tarabugi Marco
Teja Oscar
Vaira Franco
Viviani Lorenzo
Zamponi Marco
Zito Domenico