“La presenza esclusiva a ginecologia di medici obiettori di coscienza mette di fatto in discussione il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza per le donne spezzine; la Asl 5 intervenga al più presto”. Così Francesca Tarantini, Coordinamento Donne Cgil e Luca Comiti, segretario generale della Cgil della Spezia, che continuano: “i dati che abbiamo a disposizione raccontano che nel nostro territorio l’accesso ai percorsi per l’interruzione volontaria di gravidanza è ostacolato dal fatto che in ginecologia i tre medici non obiettori stanno lasciando il reparto e rimarrebbero solo medici obiettori, compreso il Primario; inoltre, è sotto gli occhi di tutti il progressivo svuotamento di competenze, personale e risorse destinati ai consultori pubblici. Tra i punti della piattaforma di genere della Cgil c’è anche quello di promuovere una ricognizione puntuale sulla presenza degli obiettori nelle realtà ospedaliere e nei consultori; l’obiettivo da raggiungere è quello di un rapporto numerico ideale tra obiettori e non obiettori, anche attraverso percorsi di reclutamento e contratti ad hoc, per garantire la possibilità per tutte le donne che lo chiedono di accedere alla interruzione volontaria di gravidanza. È necessario quindi aprire subito in Asl5 un percorso di assunzione di medici non obiettori; inoltre, bisogna attuare un potenziamento dei consultori sul territorio, una reale accessibilità e gratuità degli strumenti alternativi alla pratica chirurgica e all’ospedalizzazione con l’attuazione delle linee guida sulla somministrazione della pillola abortiva Ru486, e la gratuità dei contraccettivi per i giovani.”
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Santo stefano