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Nelle pieghe del documento

Bilancio, la commissione si scalda sull’aumento dell’Irpef e sull’indebitamento per 57 milioni. Lunedì prossimo la parola passerà al Consiglio

E’ andata in scena questo pomeriggio in commissione Bilancio la prima parte della discussione sul preventivo presentato dall’assessore Marco Frascatore. Da una parte la maggioranza, che ha difeso a spada tratta ogni piega del documento presentato; dall’altra l’opposizione, che ha concentrato buona parte delle sue perplessità sull’aumento dell’aliquota comunale Irpef dallo 0,6 allo 0,8, tornando a più riprese di riabilitare la condizione delle casse comunali ereditata dal sindaco Pierluigi Peracchini nel 2017.
Insomma, il solito ping pong di opinioni e punti di vista, esercizio che ben riesce anche di fronte ai freddi numeri di un documento tanto tecnico, ma anche molto politico.
A dimostrazione dell’interesse dell’amministrazione per la pratica di fronte alla presidente Giulia Giorgi erano seduti, oltre a Frascatore e all’assessore ai Lavori pubblici Pietro Antonio Cimino – direttamente interessati dalle delibere in discussione -, anche gli assessori titolari di altre deleghe, come Giulio Guerri, Kristopher Casati, Manuela Gagliardi e Daniela Carli.

Tra i primi interrogativi lanciati sulla scrivania quello della consigliera Piera Sommovigo, che ha notato entrate risibili per i musei cittadini e ha domandato se non si ritenga di utilizzare parte dei proventi dell’imposta di soggiorno per promuoverne il patrimonio agli occhi dei turisti. “Ci saranno rafforzamenti e modifiche in questo ambito, per il quale sono già utilizzate risorse provenienti dalla tassa di soggiorno”, ha spiegato Barbara Rodighiero, dirigente dei Servizi finanziari e conforto costante per numeri e informazioni nei confronti di Frascatore.
Andrea Montefiori, che ha pungolato l’amministrazione a più riprese, ha posto l’accento sui 57 milioni di indebitamento per le casse di Palazzo civico, a fronte dei 43 del 2017, per i quali il neo sindaco Peracchini aveva più volte parlato di “buco di bilancio”.
“Come mai l’indebitamento è cresciuto così tanto? L’aumento Irpef si può leggere come una tappo per questo buco?”, ha domandato, dichiarandosi anche contrario alla vendita degli alloggi popolari decisa dalla giunta per sostenere le spese di riqualificazione di altre case popolari. “Abbiamo venduto una decina di alloggi per poco più di 300mila euro – ha spiegato Gagliardi – e l’obiettivo è di arrivare a 2,2 milioni di euro”.
“E quale sarà la destinazione dei 2,6 milioni di euro che verranno incassati grazie all’aumento dell’aliquota?”, ha chiesto Massimo Lombardi, proponendo anche di innalzare la soglia di esenzione,  magari sino a 25mila euro (invece dei 15mila attuali).
“La soglia di esenzione attuale – ha spiegato Frascatore – riguarda 27mila spezzini e non dimentichiamo che siamo una delle città con soglia di esenzione più alta. Purtroppo negli ultimi mesi le spese inderogabili, come quella per l’energia, sono aumentate in maniera importante. Solo per la fornitura energetica se ne va ben oltre un milione di euro, ma è difficile dire oggi dove saranno spese le ulteriori entrate”.

La risposta a Montefiori è giunta invece dall’ex assessore Giacomo Peserico, oggi ritornato al ruolo di consigliere comunale. “Ci sono progetti importanti, come quelli finanziati dal Mit e quello del bando Periferie, che vedranno l’arrivo delle rate dei finanziamenti dilazionato in una decina d’anni e pertanto il Comune ha anticipato tramite mutuo le somme necessarie per avviare i lavori. Si tratta di mutui ponte. Il vero scoglio del nostro bilancio, però, non sono i mutui ma il fondo per creduti dubbia esigibilità che dobbiamo pagare sino al 2044 grazie alla situazione che ci è stata lasciata dalle amministrazioni precedenti. Quando completeremo il pagamento delle rate sì che ci libereremo di un peso”.
Fabio Cenerini, non prima di aver sottolineato il tenore dell’intervento “da assessore” tenuto dal consigliere ha minato la narrazione del buco di bilancio che imperversava nel centrodestra nel 2017: “Il buco non c’era, era una belinata. C’erano troppi crediti di dubbia esigibilità in pancia al Comune, ma non c’era alcun buco né prima né ora: si tratta di indebitamento a lungo termine”.
Inoltre, ha illustrato nuovamente Rodighiero, i mutui contratti con Cassa depositi e prestiti per il bando Periferie sono a tasso zero, mentre gli interessi per i prestiti necessari per l’attuazione dei progetti di mobilità e sosta saranno sostenuti da Atc Esercizio e Atc Mobilità e parcheggi, partecipate per le quali Palazzo civico ha anticipato il denaro.

Martina Giannetti h richiamato l’attenzione dell’amministrazione su alcuni capitoli di bilancio nei quali compaiono riduzioni di spesa anno dopo anno. In particolare alla missione 12 – Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, nei programmi 1, 4 e 5 la consigliera ha chiesto lumi su quelle che sembrano risorse decrescenti per Interventi per persone a rischio di esclusione sociale, Interventi per le famiglie e Interventi per l’infanzia e i minori e gli asili nido. Voci sulle quali è stato ipotizzato che incidano le tempistiche di versamento dei finanziamenti statali e regionali e sui quali Rodighiero ha assicurato che farà pervenire un risposta per iscritto.
Giannetti ha notato riduzioni di impegno di spesa anche per la sentieristica, ma l’assessore all’Ambiente Casati ha illustrato la decisione presa nei mesi scorsi, ovvero spostare sul centro di responsabilità Rifiuti tutti gli interventi di pulizia e manutenzione che prima erano dislocati su capitoli differenti, andando però ad accavallarsi in alcune funzioni.
Patrizia Flandoli e Renato Vaira hanno però riportato i riflettori sull’aumento dell’addizionale Irpef. “Si somma ad altri aumenti a carico delle famiglie, come il caro energia, il costo dei carburanti e l’inflazione. Visto che alla Spezia il reddito medio è piuttosto basso – ha proposto Flandoli – non si può pensare di fare un aumento per fasce di reddito, come fatto a Parma, dove i redditi sono ben più elevati?”
“C’è la situazione delle famiglie da tenere in considerazione – ha insistito Vaira -. Stiamo assistendo a un paradosso: aumenta il turismo e il reddito pro capite cala. E il Comune non è in grado di far aumentare le entrate da questo comparto, come per esempio quelle dei musei cittadini. Bisognerebbe agire qua invece di aumentare l’Irpef. Manca una strategia di sviluppo in questo bilancio, l’amministrazione ha scelto una scorciatoia deludente”.

“Abbiamo mantenuto i servizi a costi bassissimi, facendo una scelta di equità. Le famiglie per la scuola dell’infanzia spendono in media 380 euro meno di prima del 2017. Questo significa difendere i redditi più bassi: serve un ragionamento di ampio respiro quando si analizzano i numeri del bilancio. Non stiamo vessando i cittadini, come sostiene qualcuno: Imu, Tari e servizi sono rimasti completamente invariati”.
Montefiori ha colto la palla al balzo: “Se le aliquote e la soglia di esenzione erano ferme dal 2008 significa che non c’erano davvero le criticità di bilancio di cui avete parlato per anni: non avreste atteso sino al sesto per questo aumento Irpef”.
“Il mondo è cambiato – ha replicato Frascatore -, ci sono spese per l’energia che non possono essere evitate. La nostra non è una scelta politica”.
“Il bilancio era critico, abbiamo dovuto ricorrere ad alcune razionalizzazioni di spesa e mettere mano anche al fondo per crediti commerciali, visto che a fine anno il Comune doveva ricorrere ad anticipazioni di cassa che costavano all’incirca 300mila euro di interessi. Oggi non è più così”.

Sul finale un passaggio di Massimo Lombardi sul fondo per morosità incolpevole – da approfondire – e un ennesimo scambio tra Montefiori e la maggioranza sull’indebitamento passato e presente: da capire, in sede di Consiglio, se i 57 milioni che compaiono nelle tabelle siano comprensivi o meno dei mutui contratti per i progetti che attendono il versamento delle rate di finanziamento statale. Per saperlo l’appuntamento è a lunedì sera, ore 21.

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