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Sunia, sicet e uniat contro la decisione dell'amministrazione comunale

“La giunta Peracchini aumenta l’aliquota comunale Irpef del 33 per cento e lascia sfitti 120 alloggi di proprietà e 300 dell’Arte”

Comune della Spezia

“La giunta comunale della Spezia ha presentato alle associazioni della proprietà edilizia ed alle organizzazioni sindacali degli inquilini il bilancio di previsione. Per il resto nulla di nuovo, nessun, progetto, nessun programma di sviluppo, niente che disegnasse l’abitare sociale per la città del futuro. Unica eccezione l’aumento del 33% della aliquota Irpef che entra nelle casse del Comune che passa dallo 0,6% allo 0,8% allineandosi agli altri comuni della regione . Insomma una vessazione sulle famiglie che già soffrono le ricadute della pandemia, della guerra e dell’inflazione galoppante. In questo caso il primato della città con l’aliquota più bassa a livello regionale è svanito”.
Le associazioni degli inquilini della Spezia Sunia, Sicet e Uniat esordiscono così, intervenendo a commento dell’aumento dell’Irpef comunale dallo 0,6 allo 0,8 per cento deliberato dalla giunta e in fase di licenziamento in commissione Bilancio, prima dell’approdo in Consiglio comunale.

“Ma la cosa che più ci interessava – proseguono le associazioni – era capire se il Comune, avesse compiuto qualche passo per invitare il Governo, che lo ha azzerato, a destinare risorse al fondo di sostegno all’affitto e a quello per la morosità incolpevole. Eravamo anche interessati a capire se fossero stati previsti interventi per la manutenzione dei circa 120 alloggi di proprietà comunale che risultano sfitti e non possono essere assegnati perché necessitano di manutenzione. Ricordiamo alla Giunta che ci sono ancora oltre 1.050 famiglie della graduatoria del bando del 2011 e che 2.395 famiglie del bando del 2021 che aspirano alla assegnazione di una casa popolare. Inoltre ricordiamo che purtroppo il Comune della Spezia non è riuscito a rientrare nella graduatoria per il bando Pinqua, un bando nazionale di finanziamenti per interventi sul recupero di alloggi ed ascensori (tema di grande attualità: si veda la vicenda di Via Bragarina 56 oltre a quelle che quotidianamente ci vengono segnalate a causa della vetustà del parco impianti) che avrebbe portato molti milioni di euro nelle casse comunali”.

Queste le aspettative di Sunia, Sicet e Uniat, che però sono state frustrate: “Purtroppo siamo stati delusi. Nessuna pressione sul Governo e nulla per la sistemazione dei 120 alloggi, né tanto meno è stata fatta pressione perché la Regione finanzi i 300 alloggi di Arte anch’essi sfitti per le stesse ragioni e niente per gli ascensori”.

Ma c’è un’altra cosa che ha lasciato perplessi i rappresentanti delle associazioni degli inquilini.
“Quando ci è stato fatto capire che rispetto a quanto illustratoci non avevamo alcuna possibilità di modifica abbiamo chiesto, per il futuro, di essere ascoltati nella fase di predisposizione del bilancio di previsione riconoscendoci la possibilità di avanzare proposte – considerata anche la nostra esperienza nel settore abitativo – che poi potevano o no essere accolte dalla Giunta, ma non chiamarci per riferirci ciò che avevamo già letto sui giornali e senza alcuna possibilità di poter suggerire modifiche. C’è stato risposto che il metodo che proponiamo sarebbe troppo lungo e che se la Giunta lo adottasse i bilanci di previsione non sarebbero mai approvati.
Morale della favola: prendetevi l’aumento del 33% dell’aliquota comunale dell’Irpef, accettate che le 120 case sfitte del Comune e le 300 dell’Arte rimangano tali. E non parlate di bilancio partecipato. Ma noi non daremo tregua, continueremo a difendere senza sosta i diritti degli inquilini e assegnatari”, concludono Sunia, Sicet e Uniat.

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