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Assist di ekdal e agudelo

Un punto per ripartire, a piccoli passi. Lo Spezia ringrazia Dragowski e ritrova i gol di Nzola

Comincia con un punto in trasferta l'avventura di Leonardo Semplici sulla panchina dello Spezia. Con la Salernitana vincente e l'Hellas in campo lunedì, gli aquilotti erano chiamati a giocare la partita più difficile fra quelle che vedono coinvolte le squadre che si giocheranno la salvezza fino alla fine. Ne viene fuori una prova concreta in cui gli aquilotti sono andati per primi in vantaggio per poi subire una rimonta e rimediare, fissando il 2-2 finale: dal 4-2-3-1 di partenza al 3-4-1-2 scelto per proteggere l'agognato pareggio, ma c'è anche un grande Dragowski, superlativo su Beto, a portare acqua alla causa. Nzola segna una doppietta e sale a 11 in campionato, Agudelo decisivo nelle azioni più importanti, Verde a corrente alternata mentre Ekdal, contro un centrocampo di grande spessore fisico, conferma le buone cose viste con la Juventus. E' un punto che non fa guardare volentieri la classifica ma che serve a ricostruire un'identità, su un campo difficilissimo. Ora la partita delle partite contro l’Hellas.

UDINESE-SPEZIA 2-2
Marcatore: 6’pt Nzola; 22’pt Beto, 10’st Pereyra, 27’st Nzola

UDINESE (3-5-2): Silvestri; Perez, Becao, Masina; Ehizibue, Pereyra (22’st Samardzic), Walace (47’st Nestorovski), Lovric (38’st Arslan), Udogie; Success, Beto. A disp. Padelli, Piana, Festy, Abankwah, Buta, Thauvin, Pafundi. All. Andrea Sottil

SPEZIA (4-2-3-1): Dragowski; Amian, Ampadu, Nikolaou, Reca; Bourabia (44’st Caldara), Ekdal; Verde (17’st Shomurodov), Agudelo (28’st Maldini), Gyasi; Nzola (44’st Kovalenko). A disp. Marchetti, Zovko, Sala, Beck, Krollis, Ferrer, Esposito, Wisniewski, Cipot. All. Leonardo Semplici

Arbitro: Matteo Marchetti di Ostia Lido
Assistenti: Meli-Peretti
IV Uomo: Rutella
Var: Irrati
AVar: De Martino
Recupero: 2’(pt), 4’(st)
Ammoniti: Ehizibue, Becao, Ampadu, Nikolaou, Shomurodov

 

Dacia Arena

 

PRE-PARTITA
17.01 – Davanti a chi ci crede e si sobbarca una trasferta lunghissima, resa ancor più complessa dal fattore meteorologico. Saranno quasi 200 gli spezzini alla Dacia Arena per l’esordio sulla panchina aquilotta di Leonardo Semplici, chiamato a compiere un’impresa non facile visto l’andamento delle altre squadre che, nell’ultimo periodo, corrono molto più forte degli aquilotti. Troppi punti persi per strada, troppi gol presi, troppi se e troppi ma, per un’annata che adesso, per non diventare fallimentare, deve invertire completamente la rotta perché di tempo ce n’è sempre di meno. La Salernitana fa il suo, battendo in casa per 3-0 un Monza che non ha già più nulla da chiedere a questo campionato, lo Spezia fa visita ad un’Udinese che è tranquilla dall’alto del suo inizio di campionato sprint ma che non vince da una vita e che vuole interrompere il digiuno davanti ai propri tifosi. Sarà uno stadio con un buon colpo d’occhio (si attendono oltre 20mila presenze) viste le politiche di prezzi popolari volute dalla società proprio per questa partita che per la formazione friulana rappresenta l’occasione di una ripartenza.

 

Dacia Arena

 

17.17 – In un impianto che porta bene, lo Spezia dal canto suo deve fare punti, possibilmente tre: per non perdere totalmente il contatto da chi sta sopra e soprattutto per non dare l’ennesimo assist a chi insegue di rosicchiare ancora punti alla vigilia della gara della vita di domenica prossima. Semplici si affida al 4-2-3-1, lo stesso visto contro la Juventus, con Ampadu in difesa, Bourabia ed Ekdal in regia, Verde, Agudelo e Gyasi da mezze ali, dietro a Nzola, che rientra dal primo minuto dopo oltre un mese di assenza (l’ultima volta il 15 gennaio, decise la gara di Torino), quello che ha visto gli aquilotti soccombere praticamente ad ogni partita, eccezion fatta per il pari di Empoli: con il forfait di M’Bala si sono volatilizzati ben 7 punti dei 9 punti di distacco che i bianchi avevano dal Verona. In porta ci sarà regolarmente Dragowski. Il cambio del tecnico e la situazione in classifica toglie ogni possibile alibi al gruppo-squadra che deve rispondere con una prestazione all’altezza, con l’ardore di chi ha un solo risultato e la resistenza di arrivare oltre il 90esimo, cosa che troppe volte ha punito Gyasi e compagni.

 

Riscaldamento Spezia a Udine

 

PRIMO TEMPO
All’Udinese bastano 50” per portare pericoli veri e lo Spezia deve ringraziare la mira di Pereira che raccoglie la respinta di Dragowski e calcia a colpo sicuro, ma non trova incredibilmente la porta. L’impatto sulla partita è di marca friulana, anche nei minuti successivi il pallino del gioco è della squadra di casa che aspira alla manovra avvolgente per poi accelerare una volta superata la prima linea di pressione degli ospiti. Lo 0-0 salta d’improvviso dalla parte opposta: l’Udinese pecca di sufficienza in un disimpegno difensivo, Ekdal è reattivo e riesce a servire Nzola che con un tocco si auto-lancia tagliando fuori Becao per presentarsi davanti a Silvestri,  freddato senza timori dopo averlo evitato sull’accento di uscita. Una rete che dà coraggio agli aquilotti che obiettivamente avevano subito l’approccio irruento dell’Udinese che comunque non si fa certo impressionare e si rimette sotto. Ma nello svolgimento del possesso i padroni di casa lasciano spazi enormi e non è un caso che si ritrovino di nuovamente sorpresi in contropiede: questa volta l’intuizione è tutta di Ampadu che con un lancio millimetrico da 35 metri serve alla perfezione Bourabia, bravissimo a stoppare con il destro una palla spiovente dall’ altissimo coefficiente di difficoltà ma non altrettanto a calibrare con l’altro piede la conclusione.

 

Spezzini a Udine

 

Nzola sorprende l’Udinese, lo Spezia spreca due volte e Beto la castiga. 
L’Udinese sente la spinta del pubblico e attacca con tanti giocatori per arrivare al pareggio nel più breve tempo possibile ma al tempo stesso regala delle vere e proprie superstrade al contropiede ospite: al 19’ sull’asse Verde-Nzola-Amian lo Spezia edifica i presupposti del 2-0, sbagliando soltanto nell’ultimo passaggio, troppo scolastico perché la difesa di casa non comprenda l’intenzione. E’ un peccato ma è anche la costante di questo campionato pieno di rimorsi. E le conseguenze immediate sono pessime: con le linee di difesa e centrocampo altissime, quelle che ti permettono di rimanere pericoloso anche quando l’avversario alza il baricentro, arriva il pari dell’Udinese quando Beto riesce a rimanere al di qua dell’ultimo difensore aquilotto per poi dribblare Dragowski sull’esterno e depositare in porta.

 

Dragowski in uscita

 

Fisicamente gara in salita, Reca patisce e l’Udinese sfiora il 2-1.
Cambia il risultato e con esso anche la chiave tattica: l’Udinese porta pressing sul primo possesso per disturbare l’inizio della manovra e riportare gli ospiti a quella che era la situazione iniziale. Sottil ha trovato il modo di portare pericoli sfruttando il lancio all’interno dell’area nella zona di Reca, preso spesso nel mezzo: si vede che questo tipo di gioco è un qualcosa di radicato con il 3-5-2 di ordinanza e tanta fisicità. Il bel calcio sarà anche altro ma i fatti gli stanno dando ragione ai bianconeri friulani. Al 33’ colossale la chance che i padroni di casa non riescono a trasformare in una delle solite folate collettive: Success è ancora da uomo-assist, Ehizibue ci prova con un pregevole tacco in area piccola ma trova l’opposizione di Dragowski. Sulla ribattuta Beto tenta un nuovo colpo di tacco e la palla diventa buona per Pereyra che in scivolata manda il pallone fuori a centimetri dalla linea di porta. La verità è che dall’1-1 in poi, al di là di un possesso palla che vede gli aquilotti superiori all’Udinese, si è giocato a una porta e per lo Spezia è diventata ben presto una gara di sofferenza.

 

Mbala Nzola

 

SECONDO TEMPO
Per non finire schiacciati nella morsa di una squadra più fisica e che gioca preferibilmente sulla profondità, bisogna mettere personalità. Quella che ti serve per giocare palla a terra, unico viatico possibile per provare a fare qualcosa contro un avversario di questo tipo. Quando Ekdal e Bourabia sono riusciti in questo, si sono viste le cose migliori dello Spezia in questo pomeriggio che si annunciava complicatissimo e si è confermato tale: in questa fase del campionato conta molto anche in che stato ti capita l’avversario che hai davanti. Ma è chiaro che se mancano dei punti in partite in cui si potevano fare, adesso lo Spezia è chiamato a superare le paure, giocare al calcio e non votarsi al catenaccio: da qui sino a fine campionato, comunque vada questa stagione. E’ su questo che Semplici insiste quando parla ai suoi giocatori anche perché qualcosa lo possono pure sbagliare gli altri: al 50’ succede qualcosa del genere quando Success perde palla proprio come nell’azione dello 0-1. Questa volta è Gyasi ad approfittarne per mandare in porta Nzola che con una sterzata delle sue, sposta la sfera sul piede sinistro per metterla sul secondo palo ma c’è Becao che capisce tutto e mette il corpo con cui blocca la traiettoria  ne approfitta per lanciare il solito Nzola. Il 2-1 arriva al 55’ ma il gol è friulano, che arriva con una classica azione da Udinese: Udogie si accentra e serve Lovric, lo sloveno trova Pereyra in area con una gran palla e l’argentino è bravo a colpire velocemente con un tiro di punta che pare una fionda. Palla imprendibile sotto la traversa.

 

Nzola, Gyasi ed Ekdal

 

 

Semplici passa al 3-4-1-2 con Shomurodov. Agudelo irresistibile, regala a Nzola la palla del 2-2!
Reazione rabbiosa da parte dello Spezia, capitan Gyasi si butta in area e crossa verso il centro, la difesa libera ma la palla finisce a Verde che stoppa e ci prova di prima intenzione ma stavolta è Masina a sostituirsi a Silvestri, ergendo un muro. Semplici capisce che è il momento di fare qualcosa: entra Shomurodov per Verde e lo Spezia si mette a specchio, tornando al 3-5-2 e infoltendo così la mediana, sofferente per il grande apporto dei dirimpettai, rinfrescati da qualche sostituzione che non abbassa affatto la qualità complessiva. Ma dietro l’Udinese ha già dimostrato di avere ben più di qualche problema, soprattutto quando lo Spezia è veloce nel muovere la palla per poi sfruttare la profondità di Nzola. Le prove generali al 20′ quando Agudelo si assume la responsabilità di una giocata in proprio, sgusciando fra i difensori e guadagnare il fondo per poi metterla verso il centro forte e tesa, proprio come si deve fare: peccato che Gyasi riesce soltanto a sfiorarla ad un metro dalla porta sguarnita. L’Udinese sembra avere la partita in mano quando ha la palla ma ancora una volta si fa male da sola concedendo un altro contropiede al calciatore più contropiedista di casa Spezia. E così al 27′ Toto se ne va per vie centrali, 30 metri palla incollata al piede con gli avversari addosso che non vogliono toccarlo per evitare cartellini, facendo però il suo gioco. Sì perché, a differenze di altre volte, il colombiano è straordinario per come riesce a stare in piedi e scaricare al momento giusto sulla sua destra: a Nzola non gli par vero, la zona è una delle sue preferite, il piede però è il destro ma non si vede che è l’altro il preferito: realizza l’11esimo centro del suo campionato con un destro micidiale che non lascia scampo a Silvestri.

 

 

Spezzini a Udine

 

 

L’Udinese vuole vincere, Semplici si chiude con un Caldara in più. E il fortino regge grazie ad uno straordinario Dragowski che salva sulla mezza rovesciata di Beto!
Ora lo Spezia ci crede, anche rischiando qualcosa in termini di compattezza fra i reparti, la gara diventa anche bella e imprevedibile. Per poco Silvestri non combina il pasticcio fatale su un disimpegno sul quale Eldor non riesce a calibrare adeguatamente. Con Nzola a terra dopo uno scontro e un arbitro che non prende il fischietto per fermare l’azione, l’Udinese non ci pensa neanche a fermarsi: finisce così che Nikolaou debba spendere un fallo per fermare il break dei padroni di casa. Marchetti però non è appagato e gli rifila per un giallo esagerato. Ma c’è da portare in porto una barca mentre gli assalitori arrivano da tutte le parti e l’ex empolese ci mette tutta la sua fisicità per fermare la botta a colpo sicuro di Walace al termine dell’ennesima azione insistita in area aquilotta. Con Caldara in campo per avere più centimetri nei traversoni del finale, l’ultima occasione della partita è forse anche la più nitida: minuto 40 e questa volta i complimenti sono tutti per il portiere polacco dello Spezia che prima smanaccia su una punizione insidiosa di Samardzic, poi sullo sviluppo della medesima azione risponde alla grandissima con un tuffo da campione alla girata volante da pochi passi del portoghese Beto, disperato per il super salvataggio. L’attaccante si arrabbierà moltissimo qualche secondo dopo quando lo stesso Dragowski perderà il controllo di un comodo pallone intercettato su un cross senza pretese sul quale proprio Beto si insinua, inciampando a contatto col portiere e chiedendo a gran voce un calcio di rigore che Marchetti (e il Var) non gli concede.

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