E’ rottura tra le sigle sindacali portuali sulle modalità di gestione della crisi occupazionale che si sta definendo a causa della forte riduzione dei traffici: da una parte Fit Cisl e Uiltrasporti, dall’altra la Filt Cgil.
A partire da gennaio 2023 le organizzazioni sindacali erano impegnate unitariamente ad affrontare vari tavoli con il terminalista Lsct, a causa della contrazione dei volumi lavorati che ha avuto ricadute negative anche nelle aziende dell’indotto (imprese ex articolo 16 legge 84/94).
“La diminuzione dei traffici, iniziata a fine estate 2022, ha avuto dure ripercussioni – affermano per Fit Cisl Marco Moretti e Francesco Tartarini e per Uiltrasporti Marco Furletti e Paolo Ricciardi – come dimostra anche il tavolo aperto in Autorità di sistema portuale, causando migliaia di ore non lavorate e la conseguente diminuzione dei livelli salariali, difficoltà in alcuni casi del pagamento degli stipendi e numerosi mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato nell’indotto. Nonostante il percorso unitario condiviso per l’intera durata della trattativa in Lsct sia nei metodi che nei contenuti, Cgil, inspiegabilmente, ha deciso al momento di non concretizzare il lavoro fatto con la firma degli accordi, di sottrarsi quindi alle proprie responsabilità e di interrompere il percorso stesso di unitarietà. Riteniamo questo comportamento, che ci lascia perplessi e delusi, frutto di puro opportunismo con lo scopo esclusivo di tutelare l’interesse della sigla stessa anziché la volontà di salvaguardare i lavoratori tutti e il lavoro nel porto della Spezia. Un comportamento non nuovo, una ripetizione di atteggiamenti già avuti in passato: ancora una volta si predilige l’interesse della propria “bottega” anziché assumersi le proprie responsabilità prendendo decisioni difficili e magari impopolari nell’interesse dei lavoratori e dell’unità sindacale”.
“Chi, in queste settimane, ha lavorato ai vari tavoli di confronto, compreso quello istituzionale in Adsp, ha avuto modo di avere una visione complessiva della situazione attuale nel nostro porto ed è consapevole che al momento è da irresponsabili sottrarsi ai propri doveri e alla proprie responsabilità. Per questo motivo siamo convinti di aver operato nel modo migliore, senza al momento accedere ad ammortizzatori sociali, quali la cassa integrazione, che impatta negativamente sui salari, prendendo decisioni sempre nell’interesse esclusivo dei lavoratori e del territorio”.