Numerosi amministratori e militanti leghisti, giunta comunale sarzanese, consiglieri delle forze di maggioranza ieri al partecipato incontro con il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, organizzato dal Carroccio in Sala della Repubblica, moderato da Paola Lazzoni. In apertura i saluti della segretaria della Val di Magra, Roberta Pompei, della sindaca Cristina Ponzanelli, della senatrice e segretaria provinciale Stefania Pucciarelli (che ha espresso solidarietà a Ostellari, “sotto scorta a seguito dei fenomeni legati agli anarchici, una cosa di una gravità estrema, sembra di tornare indietro di un sacco di anni”), e gli interventi degli avvocati Massimiliano Ratti e Vincenzo Macera, quindi quelli degli assessori comunali della Lega Stefano Torri (Sicurezza) e Roberto Italiani (Commercio).
“I numeri ci danno ragione, buona parte dei reati da quando ci siamo insediati è calata – ha detto Torri -. A Sarzana l’unico vero campanello d’allarme, il reato più rilevante, e che dobbiamo affrontare quotidianamente, nell’ambito di un trend di reati invece in diminuzione, è quello dello spaccio e del consumo di droga. Come assessore alla Sicurezza della Lega mi chiedo sempre: quali sono le politiche che a livello nazionale dobbiamo portare avanti per contrastare questo fenomeno? Nei nostri programmi c’era l’obbiettivo ‘droga zero’, ebbene lancio un sasso: spero si vada nella direzione di non essere così tolleranti nei confronti di chi detiene stupefacenti anche per uso personale, anche perché ‘colpirne uno per educarne cento’. Sarebbe un aiuto per la società e, in primis, per gli operatori della sicurezza. Più di una volta è successo di vedere soggetti arrestati, condotti in caserma o in commissariato, e poi si è potuto fare poco per trattenerli”. L’assessore ha altresì sottolineato gli investimenti sulla videosorveglianza (“perché la prima cosa è dare strumenti a chi lavora per la nostra sicurezza”) e il lavoro sinergico con le forze dell’ordine.
Due le questioni messe sul tavolo da Italiani. La prima, “la carenza di tutela per gli operatori delle forze dell’ordine, che vengono scherniti da vandali e teppisti e si sentono un po’ impotenti perché non hanno strumenti per essere incisivi ed efficaci. Ne conosco diversi che hanno dovuto difendersi in tribunale dalle denunce di questi teppisti, che appena vengono toccati ti denunciano”. Altro tema i fermi amministrativi delle auto: “Giusto salvaguardare il diritto del creditore, ma occorre valutare la possibilità di circolazione: veniamo da un periodo di crisi, molte persone con l’auto sotto fermo amministrativo non possono portare i figli a scuola né andare al lavoro”.
Ha chiuso il sottosegretario Ostellari, toccando più temi. Dagli interventi sulla Giustizia “per i quali abbiamo iniziato a raccogliere indicazioni da parte di chi vi opera” alla riflessione sulla droga, con un netto no alla liberalizzazione come forma di contrasto, o ancora quella sul passare dal concetto di “costo della Giustizia a quello di investimento nella Giustizia: a livello di strutture, personale, tecnologie”, e su quest’ultimo fronte ha sottolineato l’importanza del lavoro sul fronte telematico. Altri punti poi il 41-bis, che per il sottosegretario è giusto mantenere nel nostro ordinamento, e la vicenda Cospito (“Molti di quelli che manifestano non sanno nemmeno chi è”), nell’ambito della quale l’esponente leghista è stato messo sotto scorta (“E’ stato un po’ come allargare la famiglia, a loro va la mia gratitudine. La scorta è il segnale che lo Stato c’è”). Ostellari ha altresì operato una riflessione sul senso della pena: “c’è la necessità che sia certa e venga eseguita. Ma non deve essere afflizione: il detenuto deve avere una possibilità di recupero attraverso la formazione, in modo da uscire dai circuiti criminali, una volta fuori”. In visita al carcere della Spezia prima di far tappa a Sarzana, il sottosegretario ha individuato anche alcune criticità inerenti il sistema carcerario italiano: “C’è poco personale, non solo a livello di agenti”, con questi “che praticamente devono operare a mani nude”; e ha altresì auspicato “una riflessione seria sul reato di tortura. Ci possono essere delle mele marce, ma ci vuole attenzione, un detenuto può lesionarsi volontariamente e poi dire che è stato un agente”.