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Bersaglieri, Tusini a Pucciarelli: “Le scuole devono insegnare il valore della pace”

Bersaglieri

Serena Tusini dei Cobas scuola della Spezia rispondono alla senatrice Pucciarelli in merito alle lezioni sui bersaglieri a scuola. 

“Desideriamo rispondere alla senatrice Pucciarelli che ha etichettato la nostra richiesta di tenere fuori la guerra e la cultura della guerra dalle scuole come una richiesta antidemocratica. Tale categoria viene richiamata in nome di valori quali  “amore per la patria, spirito di sacrificio e lealtà” a sostenere i quali la senatrice Pucciarelli ricorda la figura del proprio nonno e la sua vicenda personale all’interno della prima guerra mondiale. La prima guerra mondiale fu appunto una carneficina, combattuta da militari di diverse nazioni proprio in nome ognuno della propria patria; morirono almeno dieci milione di persone, in gran parte contadini sottratti alle loro famiglie e usati come pedine sullo scacchiere del gioco delle potenze internazionali. Vorrei anch’io qui ricordare la vicenda di mio nonno, Torello Tusini, contadino della piana di Fosdinovo, che raccontava come si salvò la vita in trincea bevendo la propria urina, poiché le condizioni dei soldati in trincea erano sotto la soglia di sopravvivenza. Fu fatto prigioniero sul Carso dagli Austro-Ungarici e consegnato, come bottino di guerra e servo, a una famiglia di contadini ungheresi. Non lo trattarono mai come un servo e quando i soldati tornarono a riprenderlo, quei contadini ungheresi mentirono, dissero che era fuggito, mentre invece lo avevano nascosto nel loro fienile. Erano i loro governanti che li avevano messi a combattere gli uni contro gli altri, ma la solidarietà fu più forte e salvarono la vita a un “nemico” che era semplicemente un uomo come loro, un contadino come loro. E’ questo il valore della pace, è questo che le scuole devono insegnare se vogliono dare seguito a quell’educazione alla pace di cui sono pieni i piani dell’offerta formativa. La nostra democrazia è ben ricordata nell’articolo 11 della nostra Costituzione, laddove si afferma che l’Italia ripudia la guerra, proprio perché il ‘900 ha mostrato al mondo le tragedie che l’”amore di patria” può portare. Crediamo che i docenti spezzini sapranno ben valutare quanto la presenza dei militari all’interno delle scuole e dei percorsi didattici cozzi con le finalità proprie della scuola pubblica; li invitiamo nuovamente a non approvare progetti che vadano in questa direzione e a partecipare al convegno del 2 marzo, che approfondirà queste tematiche, visti i venti di guerra che tornano a spirare nel cuore dell’Europa e vista la crescente presenza dei militari all’interno delle scuole di tutta Italia, a seguito di ben precisi accordi tra Ministero dell’Istruzione e ministero della Difesa.

Per i Cobas Scuola Sp

Serena Tusini 

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