LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Safer internet day

Insulti e pedopornografia nelle chat degli adolescenti. Perché i genitori devono “tremare” se i ragazzi postano

Un approfondimento con l'ispettore De Nanni: "Internet non va demonizzato ma è necessario sensibilizzare sull'attività che un minore può fare sulla rete".

Insulti e immagini pedoporonografiche corrono nelle chat di adolescenti e ragazzi poco più giovani, negli smartphone di tutta Italia e anche tra gli spezzini. Un rischio, un allarme che devono far stare con le antenne dritte gli adulti ma senza dimenticare che internet è anche uno strumento per alimentare la propria curiosità su fonti affidabili e purché avvenga nel rispetto della legalità. Lo sanno bene gli agenti della Polizia postale della Spezia che quest’oggi nell’ambito del Safer Internet Day hanno incontrato alcune classi della secondaria di primo grado nel salone multimediale di Tele Liguria sud in vista dell’appuntamento, del 17 febbraio a Sarzana, in occasione della campagna nazionale “Una vita da social” organizzata dalla Polizia di Stato e rivolta agli studenti del liceo scientifico.

 

Safer Internet day alla Spezia nel salone multimediale di Tele Liguria Sud

Tornando all’incontro di questa mattina, al termine dell’evento, il vice responsabile ispettore della Sezione operativa per la sicurezza cibernetica della Polizia postale e delle Telecomunicazioni della Spezia Alessandro De Nanni. “In linea con quelle che sono le classifiche dei reati in tutta Italia la maggior parte dei reati vengono commessi in rete. Quello che accade alla Spezia è lo specchio di quello che avviene in tutto il Paese. Nella fascia di età rappresentata dai ragazzi che abbiamo incontrato oggi, il maggior numero di reati in cui vengono coinvolti sono: la condivisione, oppure la pubblicazione in chat di classe o in gruppi vari, di video a carattere pedopornografico, azioni di cyberbullismo verso i propri compagni di istituto o di altre classi. Sono molto pericolose anche quelle ‘challenge’ mirate ad azioni che possono avere effetti negativi su beni della città, danneggiamenti e simili. Alla Spezia comunque non abbiamo una casistica specifica rispetto ad altre realtà”.

Il rischi corrono sulla rete e per combatterli esistono due parole chiave: responsabilità e prevenzione. Gli stessi termine ai quali, per la giornata, ha fatto riferimento il capo della Polizia di Stato Lamberto Giannini. “Sia questi ragazzi che erano presenti in aula ma anche tutti noi siamo in rete – ha proseguito l’ispettore De Nanni -, uno strumento bellissimo ma che richiede tanta responsabilità e conoscenza dei rischi. L’età di questi ragazzi ci da occasione di lavoro, perché spesso di presentano situazioni di reato in cui possono essere autori oppure vittime. Nella loro fascia di età, è molto diffuso il cyberbullismo e possiamo riscontrare una chiusura da parte delle vittime che hanno difficoltà a esprimere il proprio disagio su quanto è accaduto. Noi con la cooperazione delle scuole e delle famiglie invitiamo i ragazzi ad aprirsi e parlarne con il fine di risolvere il problema. Gli incontri come quello di oggi sono importanti perché cerchiamo di fare conoscenza su quello che rappresenta il fenomeno della rete e il suo uso corretto. Internet non va demonizzato ma è necessario sensibilizzare sull’attività che un minore può fare sulla rete. Cerchiamo di utilizzare un linguaggio semplice per aiutare i ragazzi a capire dove e come possono sbagliare magari sottovalutando il tasto ‘condividi’. Tra i nostri obiettivi c’è anche il far comprendere loro le dinamiche che possono scaturire da una loro azione”.

 

Safer Internet day alla Spezia nel salone multimediale di Tele Liguria Sud

 

In questo mare magnum di informazioni, chat e condivisioni anche gli adulti giocano un ruolo importante perché, in caso di reato, gli effetti ricadono anche su di loro. Per rendere meglio il concetto uno degli ispettori presenti in sala ha fatto un esempio semplice, diretto: “Ogni volta che i miei figli condividono qualcosa ‘tremo’ “. Ha utilizzato sapientemente l’ironia per far arrivare ai ragazzi ciò che l’ispettore De Nanni ha sottolineato: “Per la legge italiana un ragazzo sotto i 14 anni non è imputabile, ma per le azioni illegali che può compiere se sono particolarmente gravi c’è la responsabilità dei genitori. Siccome i reati che vengono commessi comportano anche un danno morale per chi lo subisce, questo riguarda anche i genitori. E’ per questo motivo che alle famiglie consigliamo di monitorare gli account dei figli, magari condividendo le password, oppure controllando ciò che pubblicano. I ragazzi non essendo pienamente consapevoli delle loro azioni non hanno contezza di ciò che hanno pubblicato, oppure delle pagine che hanno consultato. La vigilanza di un genitore può aiutare i più giovani ad avere un corretto uso della rete e al tempo stesso evitare conseguenze ben più gravi”.

 

Più informazioni
leggi anche
Il truck della Polizia di Stato
Il 17 febbraio
Il truck della Polizia postale a Sarzana per la campagna contro il cyberbullismo
Medusei Cyber security
A genova
Cyber security: “Pedopornografia e bullismo online piaghe, tecnologia valido alleato”
Legalità=Responsabilità=Giustizia Sociale
Consegnato materiale scolastico
Cyberbullismo, uso dei social e reati di genere: la polizia sale in cattedra
Presentazione comunichiamo
Per fronteggiare anche il cyberbullismo
Comunichi@amo, il progetto per aiutare i ragazzi a navigare nell’universo del web
Binari della stazione di Luni
Bravata pericolosissima
Sfida ad attraversare i binari a Luni, Comune lancia l’allarme: “Fate attenzione”