Basta una tazzina di ceramica gettata in mezzo a decine di bottiglie e vasetti per mandare all’aria tutta un’operazione di riciclo e riutilizzo del vetro. Macinata insieme ai rifiuti correttamente differenziati, rende più debole il vetro riportato in vita dopo un primo utilizzo: piccole cricche che corrono fino a rendere inutilizzabile una bottiglia nuovamente prodotta. Un dettaglio che fa la differenza per il futuro del nostro pianeta.
Questi aspetti sono centrali della nuova campagna di comunicazione pensata da Acam Ambiente per continuare ad aumentare la percentuale di raccolta differenziata alla Spezia e provincia, dove si è toccato il 75,12% a giugno 2022 con una media di venti punti percentuali in più rispetto al resto della Liguria. Alla Spezia città, che da sola ha circa la metà degli abitanti della provincia intera, i progressi continuano, ma con un ritmo che si è abbassato. La differenziata era al 78,2% nel marzo 2021 e ha toccato il record di 80,3% nell’agosto scorso. Un rallentamento che è fisiologico.
“Possiamo dire l’80% è il limite superiore della differenziazione, il 100% non esiste. La Spezia e la sua provincia sono realtà virtuose – dice Marco Conti, ad di Acam Ambiente -, ma per migliorare ancora dobbiamo limare i dettagli: come far sapere a più utenti possibili che un cartone di pizza sporco non può essere conferito nella carta. E’ un percorso tecnico: si arriva ad un livello elevato di differenziata in termini di quantità, poi si passa a migliorarne la qualità”.
A livello comunicativo l’azienda ha deciso di dipingere la differenziata mal fatta con dei curiosi ibridi: il
peperattolo (latta e organico), la
tazziglia (vetro e ceramica) ed il
pizzone (carta e organico). Rappresentano gli errori più comuni che si fanno nel momento di gettare i rifiuti. “Sono mostri quelli che vengono generati da una differenziata fatta male – illustra
Paola Verri, responsabile comunicazione Iren per la Liguria -. Per evitare di crearli e per qualsiasi dubbio, c’è
il Rifiutologo sul sito di Acam Ambiente o la app Eco Iren da poter consultare in qualsiasi momento”. La campagna di sensibilizzazione apparirà su autobus, cartelloni e tramite social.
Delle 50mila tonnellate di rifiuto prodotte nella provincia spezzina, 40mila sono differenziata. L’organico vale 13mila tonnellate, carta e cartone circa 7mila, plastica e metalli 5mila, la stessa quantità per legno e ingombranti. I restanti 5mila sono rifiuti specifici come medicinali, olii, Raee etc. Infine c’è una quota di non riciclabile, per abbassare la quale serve innanzitutto l’impegno dell’industria nel limitare il packaging ed i materiali che non possono essere riutilizzati. Oppure uno sforzo di consumo critico da parte dei cittadini: preferire produttori che dimostrano sensibilità sul tema.
C’è infine un’altra quota di rifiuto non differenziato generato “in strada”, che è altrettanto difficile da contenere. “Pensate al materiale recuperato con gli spazzamenti delle strade. Oppure ai 700mila turisti che frequentano la città ogni anno o ai croceristi che sbarcano a centinaia di migliaia – spiega l’assessore Kristopher Casati – e utilizzano i cestini pubblici. Stiamo sviluppando progetti per differenziare anche questo tipo di conferimento, ma rimarrà sempre una soglia”.
In definitiva meno rifiuti significa anche una bolletta più leggera per i residenti. “Producevamo 17mila tonnellate di indifferenziata prima del 2017, oggi siamo sotto le diecimila – ricorda il sindaco Pierluigi Peracchini -. Contando che si smaltisce a 202 euro a tonnellata, c’è stato un risparmio di 2 milioni di euro. Nel contempo non dimentichiamo la lotta agli abbandoni e ai conferimenti irregolari, che portiamo avanti grazie ai sistemi di videosorveglianza installati presso le isole ecologiche. Sappiamo che esiste un 5% di cittadini che è incorreggibile, ma cerchiamo di educare anche loro. Anche con le multe”.