L’emorragia di lavoratori nel settore del turismo non si arresta e nonostante molti imprenditori siano già partiti con la caccia di personale a novembre al momento nulla si muove in loro favore. Il 2023 per quelle imprese che lavorano con la stagione turistica rischia di essere peggiore del 2022. La mente corre all’anno scorso quando il primo allarme era scattato alla fine marzo: la stagione stava per avviarsi, quest’anno invece non è ancora cominciata e le preoccupazioni sono già forti.
Il quadro è emerso questa mattina in Confcommercio durante una conferenza stampa di presentazione del Talent Day, l’iniziativa che si terrà il 23 e il 24 febbraio alla Spezia che avrà lo scopo sia di incrociare domanda e offerta che mostrare tutte le potenzialità del settore turistico soprattutto per chi deve affacciarsi per la prima volta nel mondo del lavoro ma anche per chi ha già esperienza e vuole mettersi alla prova in un settore che solo negli ultimi 12 mesi ha avuto una crescita a doppia cifra. Dal dato attestato dalla Camera di Commercio Riviere di Liguria, solamente nello Spezzino si è registrato un boom di presenze: nel 2021 l’aumento era stato del 32 per cento e nel 2022, nel periodo di riferimento gennaio-ottobre, del 38 per cento. In materia di posti di lavoro il 30 per cento delle richieste giungeva dal turismo.
Il turismo dunque continua a fare la parte del leone ma chi lavora nel settore non dorme sonni tranquilli. In merito la consulente del lavoro Giorgia Caporilli ha spiegato: “Le aziende hanno cominciato a cercare personale per la stagione già nel mese di novembre, senza successo. C’è molta domanda di lavoro, il problema del problema resta. Con il Talent day abbiamo iniziato ha raccogliere anche i curriculum e abbiamo rivolto l’invito a partecipare anche agli studenti”.
Il 2023 si annuncia un anno difficile. “I problemi sono gli stessi già segnalati in passato – ha sottolineato il presidente di Confcommercio La Spezia Vittorio Graziani – e non appartengono solamente al comparto turistico. Io non lavoro in questo settore e in prima persona mi rendo conto che mancano tante figure professionali sul territorio. Questo avviene sia che si cerchi personale con o senza formazione, che comunque verrebbe messa a disposizione delle aziende. Decade anche l’aspetto economico perché sono disponibili posti di lavoro che avrebbero l’adeguata retribuzione”.
“Il timore che il 2023 possa essere peggio del 2022 è forte – ha concluso Graziani – perché la richiesta c’è e l’anno precedente c’era già stata. La stagione precedente in fatto di numeri è andata bene, l’auspicio è che comunque quest’anno in materia di personale possa esserci la ripresa”.