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La partita in diretta

Il Lecce gioca a memoria e spaventa uno Spezia con le ali stanche

Uno 0-0 condizionato dalla pioggia torrenziale e da un vento a raffiche: la situazione climatica alla lunga si fa sentire su entrambe le squadre, reduci dalle partite infrasettimanali. I bianchi non trovano sulle ali l’esplosivita dei suoi interpreti e le stesse mezze ali soffrono l’organizzazione dei giallorossi salentini che colpiscono due legni nella stessa azione e a ben guardare concedono soltanto un contropiede che Nzola prova a capitalizzare trovando un grande Falcone sulla su strada.

SPEZIA-LECCE 0-0
SPEZIA (3-5-2): Dragowski, Amian, Kiwior (20’st Caldara), Nikolaou, Holm, Bourabia (10’st Agudelo), Ampadu, Bastoni (20’st Ekdal), Reca, Gyasi (38’st Sanca), Nzola. (26 Dido, 40 Zovko, 5 Moutinho, 7 Sala, 10 Verde, 15 Hristov, 21 Ferrer, 24 Kovalenko, 28 Ellertsson, 30 Maldini, 44 Strelec). All.: Gotti.
LECCE (4–3-3): Falcone, Gendrey, Baschirotto, Umtiti, Gallo, Gonzalez, Blin, Maleh (20’st Bistrovic), Strefezza (31’st Oudin), Colombo (31’st Ceesay), Di Francesco (20’st Banda). (1 Bleve, 21 Brancolini, 7 Askildsen, 13 Tuia, 19 Listowski, 26 Ciucci, 31 Voelkerling, 83 Lammers, 97 Pezzella, 99 Rodriguez). All.: Baroni.
Arbitro: Daniele Chiffi di Padova
Assistenti: Alessio Berti di Prato e Alessio Tolfo di Pordenone
Iv Uomo: Matteo Gualtieri di Asti
Var e Avar: Marco Guida di T. Annunziata; F. Fourneau di Roma1
Ammoniti: Baschirotto
Recupero: 0’pt, 4’st
Spettatori: 7300; Incasso: 64915 (abbonati compresi)
PRE-PARTITA
Lo Spezia subisce la rimonta dell’Atalanta a tempo scaduto e vede sfumare i tre punti: i bianchi restano inchiodati al diciassettesimo posto, ma il vantaggio dalla zona retrocessione si assottiglia a cinque punti. I salentini, invece, ribaltano la sfida contro la Lazio e archiviano la terza vittoria consecutiva, che vale la dodicesima piazza. Campionato fin qui sorprendente quello dei pugliesi, che non intendono fermarsi ma troveranno di fronte una squadra arrabbiata e disposta a tutto pur di prendersi i tre punti. Baroni deve rinunciare allo squalificato Hjulmand e Pongracic. Piove da ore sul Golfo dei poeti e sullo stadio Alberto Picco: il maltempo si è preso una pausa giusto in tempo per l’inizio del match. Il terreno di gioco è bagnato ma sembra aver drenato alla perfezione. Circa 700 i tifosi del Lecce, subito molto rumorosi e colorati. In tribuna si scorge Salvatore Esposito, neo-arrivo della truppa di Luca Gotti, dopo l’ufficializzazione di ieri.
PRIMO TEMPO
Grande densità in mezzo al campo con il Lecce che costruisce le prime sortite e lo Spezia che studia le marcature e le distanze, stando bene attento alla corsa di Antonino Gallo che sulla corsia sinistra sarà dirimpettaio di Emil Holm: una sfida di corsa e progressione. Naturale che la prima chance sia proprio di marca salentina: al 4’ minuto di gioco Strefezza riceve una palla proveniente dalla parte opposta e con il suo piede gentile prova ad arcuare una parabola che Dragoswski respinge senza timori. Due minuti dopo è ancora la squadra di Baroni ad uscire in velocità e ci vogliono i pugni del portiere polacco per arginare la conclusione violenta dalla distanza dello specialista Colombo. Duello fisico tutto da godere quello  che s’intravede da subito fra Umtiti e Nzola con l’ex Barcellona che fa sentire subito la presenza, sporcando tutte le possibili giocate del franco-angolano. La superiorità degli ospiti è evidente: più fluide e collettive le giocate, più tecniche le intuizioni e al 13’ i bianchi devono ringraziare la sorte perché nella stessa azione prima Blin incorna sulla traversa poi sul proseguo dell’azione il più lesto di tutti è Blin, fermato stavolta dall’incrocio dei legni. Lo Spezia ringrazia il cielo mentre ricomincia a piovere: ma qualcosa va assolutamente cambiato perché rispetto all’Atalanta i bianchi sembrano irriconoscibili.
Due legni nella stessa azione, il Lecce inizia alla grande. Poi esce lo Spezia
A rompere il monologo del Lecce sarà Bastoni con un colpo di testa a spiovente che Falcone, onde evitare rischi inutili, alza sopra la trasversale. Gotti era stato facile profeta: il Lecce è il ritratto della squadra in salute in cui tutti corrono per tutti ma sulla fascia sinistra inizia a vedersi qualcosa soprattutto per le iniziative di Reca che dà a Gyasi e Bastoni la sponda giusta per tentare di arrivare sino in fondo: un paio di cross ben calibrati trovano puntuali i centrali ospiti ma almeno la pressione si è allentata dopo un inizio deficitario. Al 23’ Bourabia si mette in proprio, un paio di dribbling sontuosi fra mille finte, per poi andare a scodellare al centro un pallone invitante su cui si avventa Nzola, disturbato da Umtiti che se la cava con mestiere obbligandolo alla zuccata di forza, senza indirizzo.
Colombo-Kiwior, Nzola-Umtiti: che duelli! 
Una prima mezz’ora equamente divisa. Lo Spezia si difende a tre ma a volte i difensori sono quattro, il Lecce cerca soprattutto di sfruttare i centimetri di Colombo, vero gladiatore e combattente in area di rigore: il duello con Kiwior è uno scontro titanico, sia che si tratti di palloni alti, sia che si giochi palla a terra. Una smanacciata di Dragowski accompagna in calcio d’angolo la conclusione di Di Francesco, lesto a tenere viva una palla in uscita e a calciare in quell’unico pertugio a disposizione. Uno Spezia manchevole della solita energica corsa di Holm: lo svedese si mostra piuttosto pasticcione con la palla fra i piedi, un po’ meglio fa Reca dall’altra parte ma il polacco rischia tantissimo su due appoggi strampalati. E più in generale i bianchi perdono sempre un tempo di gioco vuoi per uno stop sbagliato, vuoi per un taglio impreciso o per un passaggio differito. Il primo tempo si conclude sul tiro di controbalzo di Bourabia finito alto non di molto e con il Lecce in attacco: era dura sulla carta e il campo conferma tutte le previsioni.
SECONDO TEMPO
Pioggia torrenziale, terreno inzuppato ancor più di quanto non fosse nella prima parte ma Spezia che parte con altro piglio malgrado Strefezza continui a fare la differenza, a spasso per tutto il raggio dell’attacco, libero di spaziare. Bastoni-Gyasi-Nzola: il contropiede del minuto 2 è antologico per come si dipana e per come il bomber di casa difende la palla per poi puntare Baschirotto che non lo aveva mollato e calciare con il mancino ma Falcone capisce le intenzioni e si sdraia sulla destra, salvando la porta. Dalla parte opposta, minuto 7, Dragowski ci mette una pezza sul siluro di Strefezza: niente di scontato perché la palla può schizzare da ogni parte. Almeno il Lecce ci prova mentre lo Spezia vorrebbe andare in porta con la palla e con questo campo è una parola.
Pioggia e vento fiaccano due squadre affaticate. Tanti errori in appoggio
Fuori Bourabia, dentro Agudelo che costringe subito al giallo Baschirotto poi su un cross tagliato sul secondo palo Amian non riesce a colpire e Nzola, posto sul secondo palo, non trova l’angolo per concludere in nello specchio. Il campo bagnato ma forse anche un po’ la testa determinano una serie di errori incredibili in appoggio: tre quelli di Kiwior che suggeriscono a Gotti sia l’ora di cominciare le sostituzioni. Al posto del polacco c’è Caldara mentre Bastoni lascia campo a Ekdal che non ha un buon impatto con il match: il ‘clima’ della partita è da cuori impavidi e lo svedese sembra spaesato e soprattutto perde un paio di palloni infuocati. La stanchezza investe tutti ed è proprio quando vengono meno le energie che cala l’attenzione e possono svilupparsi cose importanti: anche Baroni cambia qualcosa ma è la qualità complessiva del match che è calata vertiginosamente.
Finale senza sorprese, lo 0-0 accontenta entrambe
Il vento soffia a raffiche, a tratti più forte perfino dell’acquazzone già evidentemente “generoso”: di bello da questo momento in poi ci sarà ben poco ma alla fine il punto senza aver subito gol è una buona notizia così come il ritorno di Dragowski, tornato in campo a meno di due mesi dal grave infortunio di Verona.. Sarà uno dei pochi cleen sheet di stagione e nelle condizioni in cui si è giocato il secondo tempo di più era difficile vedere. A niente servirà la verve di Agudelo che negli ultimi capovolgimenti, sgraffignerá palloni e farà ripartire le corsie esterne oggi con le polveri più che… bagnate; e occhio a Banda, nuovo ingresso del Lecce, che al cospetto di Holm ha mostrato certamente maggior qualità ed è pure riposato. I salentini non molleranno mai, raddoppieranno le marcature con una dedizione eccellente e concederanno ad uno Spezia sulle gambe soltanto l’essenziale a dimostrazione di quanto sia meritata la classifica costruita sino ad oggi. Quarto risultato utile consecutivo per le Aquile, che recriminano soprattutto per i due punti lasciati per strada mercoledì.

 

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