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Fumi delle navi e inquinamento

Biossido di azoto nella zona di San Cipriano, Asl 5: “Non si possono escludere effetti sanitari”

Inquinamento navi da crociera, San Cipriano

Nel corso degli ultimi 10 mesi, nelle tabelle degli inquinanti dell’aria della centralina di San Cipriano, non ci sono stati superamenti dei limiti di legge vigenti, ma ce ne sono stati molti, il doppio del consentito, se si considerano i parametri della direttiva Ce del 26 ottobre 2022: in questo caso il limite della media giornaliera di 50 μg/m3 di NO2 è stato sforato 36 volte, mentre sono 18 quelle consentite nell’arco di un anno. Numeri che possono essere complicati da comprendere e da interpretare, che quest’oggi sono stati protagonisti della seduta della II commissione consiliare, con l’audizione dei rappresentanti della Asl 5 – il dottor Mino Orlandi e le dottoresse Francesca Toracca e Roberta Baldi – nell’ambito del ciclo di incontri che puntano a far luce sulle problematiche connesse alle emissioni inquinanti, con particolare attenzione a quelle delle navi da crociera.
I tre medici hanno presentato le slide in cui sono schematizzati i rilevamenti del periodo compreso tra gennaio e ottobre, nelle cui conclusioni si legge che “sulla base della letteratura scientifica relativa al rapporto tra qualità dell’aria e salute recentemente revisionata da OMS, e alla luce di quanto emerso dall’analisi, si ritiene di non poter escludere eventuali effetti sanitari della qualità dell’aria registrata dalla stazione La Spezia – San Cipriano/Libertà, limitatamente ai due parametri esaminati, sia sulla popolazione generale che su sottogruppi vulnerabili (anziani, bambini, gravide e fragili)”. Quindi Asl 5 ammette che il quadro è potenzialmente rischioso e di fatto invita le istituzioni a cercare soluzioni che possano ridurre le emissioni in atmosfera e in particolare nella zona urbana più vicina al terminal, dove insiste anche uno degli incroci più trafficati di tutta la città.

Centralina rilevazione smog Arpal - San Cipriano

I dati sulla presenza di NO2, d’altronde, sono piuttosto chiari e impongono di correre ai ripari, se non altro perché nel giro di pochi anni i limiti consentiti saranno ridotti e perché viene logico pensare che ciò che potrebbe far male nel 2030 o nel 2050 potrebbe essere nocivo già oggi.
Scrive ancora la Asl 5: “Pur non essendosi registrati superamenti degli attuali limiti di legge (in nessuna delle stazioni di monitoraggio), rispetto al valore soglia proposto nella nuova Direttiva CE (50 μg/m3 da non superarsi più di 18 volte/anno) la stazione La Spezia – San Cipriano/Libertà ha avuto 36 superamenti della media giornaliera su 302 rilevazioni validate, mentre la stazione La Spezia – Saint Bon ha avuto 3 superamenti su 302 rilevazioni valide.  Il focus sulla centralina La Spezia – San Cipriano/Libertà ha evidenziato che rispetto al valore soglia CE i 36 superamenti si sono avuti prevalentemente nel periodo primaverile ed estivo, forse in relazione anche alle situazioni metereologiche di alta pressione e brezza marina”. Ma l’azienda sanitaria è andata oltre : “Se confrontate con le soglie contenute nelle raccomandazioni OMS, le medie giornaliere della centralina La Spezia – San Cipriano/Libertà non hanno avuto alcun sforamento rispetto alla soglia OMS interim 1, mentre rispetto alla soglia finale OMS, sono risultate superiori nella maggior parte dei giorni in studio (231 giorni su 302 con medie valide)“.

I dati sulla presenza di NO2 registrati dalla centralina di San Cipriano

Conclusioni, quelle dell’azienda sanitaria spezzina, che non lasciano indifferente Valentina Antonini, il legale che rappresenta le associazioni che hanno presentato l’esposto in Procura a valle del quale sono iniziate le manifestazioni in città e gli approfondimenti.
“La stessa Asl ritiene di fatto che ci debba essere una riduzione delle emissioni di biossido di azoto. Si tratta di conclusioni rese di fronte a un organismo ufficiale nelle quali non si esclude che ci possa essere un rischio per l’apparato respiratorio delle persone più fragili. Nelle città portuali l’Oms stima che l’incidenza delle navi sia dell’8 per cento rispetto alla quantità di inquinanti emessi in atmosfera. E l’8 per cento non è per niente poco dal punto di vista epidemiologico”. Antonini, quindi, incassa con favore un aspetto delle dichiarazioni di Asl, ma non è così per un altro.
“Ai fini dell’indagine penale avviata sulla comunicazione con cui Arpal avvisava gli enti degli sforamenti a ottobre 2020 bisogna capire cosa è successo per due anni: un periodo di vuoto completo. Solamente dopo il deposito del nostro esposto si è mosso qualcosa: senza la nostra azione legale non saremmo arrivati alle raccomandazioni di oggi? Sono atterrita, incredula che le cose stiano così! Non è possibile che si debba arrivare a un esposto da parte dei cittadini per veder funzionare le attività di verifica”, conclude amareggiata Antonini.

 

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