“Abbiamo avuto di recente un contatto con Difesa Servizi spa, a cui abbiamo chiesto di avanzare sulla strada del bando per la gestione del Museo Tecnico Navale della Marina Militare. Ci è stato detto che sarà pubblicato entro dicembre. Lo consideriamo uno spiraglio”. Lo ha detto Christian Palladino, dirigente di FLP Difesa, sindacato dei dipendenti civili del settore, a margine dell’incontro avuto ieri in prefettura per illustrare le condizioni di difficoltà in cui versa la base navale della Spezia.
Il Museo Tecnico Navale, il più importante in Italia e tra i più ricchi in Europa e al mondo, non è immune dalla carenza di personale dell’intero arsenale militare marittimo. “Presto rimarremo in sette a garantirne l’apertura ed il funzionamento, divisi in due squadre che lavorano sette giorni su sette con orario continuato. Una squadra da quattro e una da tre persone che devono fare tutto: dalla biglietteria alla sorveglianza, che significa sia monitorare il circuito video che svolgere la ronda a piedi. Quando siamo in tre in servizio, come potete capire si fa molta fatica”, ha spiegato Giovanni Maluberti.
E’ uno degli ASV, il personale vigilante che accoglie i visitatori e controlla l’integrità della collezione che ha seguito la famiglia Savoia nella sua storia da aristocrazia locale, quando nel 1570 avevano un arsenale marittimo a Villefranche-sur-Mer, fino a grande famiglia reale europea. Un patrimonio, con reperti che vanno dal XV secolo alla Seconda Guerra Mondiale, che è entrato tra i preferiti dei turisti che passano dalla città. “Nei giorni in cui attraccano le grandi navi da crociera c’è molto movimento – conferma Maluberti -, per noi sono i momenti di maggiore sofferenza”.
Del bando che dovrà cercare un partner privato che valorizzi il Navale si parla ormai da anni. La pubblicazione è sempre “imminente” e sempre invariabilmente rimandata. “Quando uscirà, dovremo capire pi come questo si cala nel contesto attuale – sottolinea Palladino -. La domanda che ci facciamo è: può esserci una commistione tra interni ed esterni? Chi oggi lavora al Museo Tecnico Navale vorrebbe avere continuità, poter essere impiegato anche dal privato che verrà. Per molti di loro è anche una questione affettiva, oltre che di conoscenza della struttura”.