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Perché i dati devono far riflettere

Ottobrate e novembrate. L’estate non finisce: in cinque giorni abbiamo avuto tre notti tropicali

Una chiacchierata con Andrea Corigliano, spezzino, fisico dell'atmosfera, meteorologo, docente alle scuole superiori e che sulle spalle ha numerose pubblicazioni oltre che essere stato per collaboratore del colonnello Giuliacci

Cinque Terre d'ottobre

L’estate è infinita dal punto di vista climatico, le famose ottobrate si sono presentate tre volte in pochi giorni e per le prossime settimane l’autunno potrebbe restare troppo caldo. L’estate infinita è una percezione diffusa e amplificata dalle decine di foto di bagni d’autunno e dai riscaldamenti spenti che però dovrebbero far riflettere, a maggior ragione quando le perturbazioni si danno alla macchia o peggio ancora diventano pericolose e devastanti.

Lo provincia spezzina porta addosso le cicatrici dell’alluvione 2011 e i cittadini, quando arriva questo periodo d’ottobre, se il cielo decide di farsi più scuro sperano che la situazione non precipiti e si debba fare i conti con altri danni devastanti. Ma le condizioni climatiche di undici anni fa sono diametralmente opposte rispetto a quelle di oggi. Città della Spezia ne ha parlato con  Andrea Corigliano, spezzino, fisico dell’atmosfera, meteorologo, docente alle scuole superiori e che sulle spalle ha numerose pubblicazioni oltre che essere stato per collaboratore del colonnello Giuliacci.

 

Andrea Corigliano

 

 Nelle ultime settimane è spuntato anche il termine “Novembrata”.  Una condizione che deve far riflettere.  “Il tema è proprio questo. Abbastanza spesso si passa da una situazione in cui le persone sperano che non piova più, per le eccessive precipitazioni come era stato per l’alluvione – spiega -. Ma da questa situazione a una diametralmente opposta, come quella che stiamo vivendo si passa dalle ‘stelle alle stalle’. Il termine ‘novembrata’ fa intuire che si tratti del prolungamento delle ‘ottobrate’. Alcuni dicono che l’ottobrata è sempre esistita, se pensiamo a quella romana, ma la questione non è il fatto che ci sia quanto la durata di queste fasi.

L’ottobrata è una fase stabile e mite di ottobre, un mese centrale dell’autunno, che si può travestire da ‘estate’ perché i freddi sono ancora lontani. Quando il tempo si stabilizzava dopo le prime piogge autunnali si possono verificare le ‘tempeste equinoziali’, come le definiva il generale Andrea Baroni, ma non più di due o tre tra la fine di settembre e i primi 15 giorni di ottobre. Segnavano l’ingresso dell’autunno. Se il fenomeno si presentasse per pochi giorni si può ancora definire ottobrata, ma siamo arrivati alla fine di ottobre con una condizione persistente. Non è più un’ottobrata ma un’anomalia della circolazione.

Tenendo conto delle prime due ottobrate, fino alla settimana scorsa, in attesa del pronunciamento del Cnr alla fine del mese, ci sono tutti i presupposti per considerare questo ottobre uno dei più caldi di sempre. Non va dimenticato che con le precipitazioni siamo in deficit.  Cito l’esempio di Torino, dall’inizio dell’anno sono caduti 260mm di pioggia. E’ un dato da clima desertico, dove i millilitri di pioggia caduti sono 250.

Se questo clima proseguirà è tutto da vedere, ma è importante far capire alle persone: è comprensibile che ci sia del sollievo a risparmiare sulla bolletta, con la crisi energetica in atto, ma se l’anomalia climatica dovesse proseguire andremmo incontro alla totale assenza di quella fase dell’anno che permette il ciclo naturale di alcuni elementi. Autunno e primavera sono le stagioni più piovose, ma le riserve della neve in montagna si costruiscono adesso, se non arriva in questo periodo dell’anno rischia di non esserci più.

La questione si sposta anche sulla vegetazione, con un caldo anomalo si altera il ciclo biologico delle piante. E’ tutta una conseguenza che per noi, esseri umani, è una questione di risparmio per l’ambiente è un dramma. Siamo alle medie latitudini e dovrebbero essere temperate, con le stagioni che si alternano, altrimenti sarebbe un clima tropicale dove ci sono due stagioni: quella della pioggia e quella della siccità.

Se non ci sono perturbazioni che entrano e mareggiate, tutto il calore accumulato nell’estate è ancora lì. Se non si inizia a dissipare rischiamo che possano ricrearsi condizioni potenziali per avere situazioni alluvionali”.

Situazioni dove di presentano delle anomalie dal punto di vista termico. La situazione alla Spezia.  “Quest’anno sono state particolarmente significative – spiega – . Dall’inizio dell’anno ho contato il numero di giorni in cui l’anomalia di temperatura media giornaliera è maggiore di +4 gradi, oppure minore di -4 gradi. Per dirla in maniera semplice questa analisi permette di capire se fa molto più calda del normale, oppure se stiamo vivendo delle giornate più fresche rispetto alla media. Possiamo dire che dall’inizio dell’anno le giornate fredde sono state appena tre, quelle calde sono state 27 considerando anche la giornata di oggi (26 ottobre NdR). E’ il quinto giorno consecutivo, il primo giorno era stata di 5.25 gradi, il 23 ottobre è stata di 6.6gradi. Questa notte abbiamo avuto una minima di 18.4 gradi. Le tre notti precedenti sono state tropicali con la minima superiore ai 20 gradi. In ventidue anni che studio questi fenomeni, una notte tropicale nella terza decade di ottobre non l’avevo mai registrata. In pochi giorni ne abbiamo registrate tre”.

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