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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Cent’anni fa la Marcia su Roma e quella sparatoria di Riomaggiore fra fascisti e nazionalisti

Riomaggiore in bianco e nero

Dunque tra qualche giorno 100 anni fa ci fu la marcia su Roma, evento imprescindibile per la nostra storia quale che sia il punto focale dal quale lo si osservi. Avendone detto, pur sommariamente, due giorni fa, ora giova dire sull’effetto prodotto nella città scossa dallo scoppio di Falconara. Le istituzioni stanziano fondi per ricostruire le abitazioni distrutte e assistere chi necessita di assistenza immediata: una solidarietà che non arresta neppure l’aria di crisi che spira in Giunta. Quando arrivano le notizie da Roma provocano un’eco di cui sappiamo per la cronaca de “Il Popolo”, unica testata attiva in quel momento. Dunque, a Riomaggiore si verifica una sparatoria e, incredibile davvero, a prendersi a pistolettate sono nazionalisti che sfilano davanti a una barberia ritrovo di fascisti che si credono provocati. Ne nasce una sparatoria che lascia a terra un morto e un ferito grave, entrambi nazionalisti. La forza pubblica per non fare ingiustizia ne arresta uno per parte. Come finisce la cosa, non si sa. Quando si stenderà la cronaca della giornata si tace sul fatto ma si sottolinea che le camicie nere e azzurre sfilano in perfetta sintonia, dice il giornale, irreggimentati fin dal primo squillo di tromba nei loro ranghi e aumentati nel numero dagli ultimi arrivati che, anche se privi della camicia d’ordinanza, non dimenticano di portare il bastone.

Fra le due componenti politiche non c’è alcun attrito. Sotto gli occhi benedicenti del Comandante la piazza Ammiraglio Biscaretti che li passa in rivista mentre la banda della Marina suona l’inno reale e Giovinezza, sfilano in perfetta armonia. Unico benevolo dissidio notato dal cronista è che in amicizia si contendono il primato nel mantenere l’ordine pubblico: tutto tarallucci e vino. L’importante è tranquillizzare l’opinione pubblica: va tutto bene, la marcia su Roma e l’incarico a Mussolini non ha provocato nessun incidente, fra le forze che hanno appoggiato la calata sulla Capitale regna il più perfetto accordo. Ecco perché di Riomaggiore e delle sue conseguenze non si sa nulla. Come se non fossero mai successi, come se la cronaca nera perché solo di quello penso che si trattasse, non esistesse. Nel frattempo, non appeno saputo dei fatti romani, le squadre con ferrea disciplina hanno occupato i posti di comando, poste telegrafo ferrovie, ed il Sottoprefetto ha ceduto i suoi poteri all’Autorità militare. Nel frattempo, le squadre devastano la Tipografia dove si stampa il foglio anarchico Il Libertario, assaltano il Circolo Ferrovieri di via Genova, buttano giù il busto di Francisco Ferrer. Di questo diremo domenica prossima.

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