Il Consiglio di Stato annulla la selezione per il comandante della Polizia Locale

La gara per l’individuazione del comandante del corpo di Polizia Locale della Spezia è da rifare. Lo ha stabilito una sentenza del Consiglio di Stato, che ha riscontrato “l’incoerenza, e dunque illegittimità, dell’agire amministrativo” nella scelta della procedura di selezione. Il colpo di spugna è effetto del ricorso proposto da Emanuele Moretti, rappresentato dall’avvocato Daniele Granara, che aveva impugnato nel 2020 il decreto di nomina firmato dal sindaco Pierluigi Peracchini.

Spezzino di nascita ma dirigente della Polizia locale di Roma Capitale, Moretti aveva fatto istanza di trasferimento nella sua città natale, tramite procedura di mobilità volontaria, il 18 luglio 2020. Il Comune della Spezia, con due distinte delibere di giunta, aveva dapprima stabilito di coprire il posto tramite procedura di mobilità pre-concorsuale (24 agosto) per poi cambiare indirizzo e optare per una procedura selettiva meno di due mesi dopo (12 ottobre).

Moretti, pur partecipando anche alla seconda selezione (sarebbe stato dichiarato idoneo ma non vincitore) si era dunque rivolto dal Tar della Liguria eccependo in merito al “silenzio-inadempimento serbato dal Comune sulla sua istanza di mobilità” e chiedendo un risarcimento danni e l’annullamento dell’avviso pubblico. E’ su quest’ultimo punto, in prima istanza respinto dai giudici genovesi, che il Consiglio di Stato ha invece espresso accoglimento.

Il Comune della Spezia aveva motivato la scelta di rinunciare alla procedura di mobilità “al fine di ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego”. Il quinto collegio, presieduto da Luciano Barra Caracciolo, scrive in merito che “il Comune di La Spezia non avrebbe potuto legittimamente derogare all’obbligo generale di procedere in primis alla copertura del posto vacante mediante mobilità […] se non motivando in modo puntuale sulle specifiche esigenze di celerità di assunzione e sull’effettiva possibilità di conseguirle ricorrendo agli strumenti tipici”. Aggiungendo che “tra questi strumenti, va tra l’altro evidenziato, neppure rientra la procedura ex art. 110 T.U.E.L. infine scelta dal Comune”.

Viene inoltre accolta la tesi per cui il Comune della Spezia avrebbe “fondato su ragioni testualmente identiche due provvedimenti tra loro antitetici”. Sia la prima che la seconda delibera di giunta sono sostenute dall’auspicio di trovare “un dirigente già dotato dell’idonea esperienza, onde evitare ripercussioni organizzative”. Questo permette ai giudici di osservare che “è del tutto evidente l’incoerenza – e dunque l’illegittimità, tanto sotto il profilo del vizio di motivazione, quanto dell’eccesso di potere – dell’agire amministrativo, nel momento in cui la medesima ratio va a giustificare in un primo momento l’adozione di una specifica procedura ed allo stesso tempo il suo esatto opposto, senza minimamente spiegare le ragioni (sopravvenienze o quant’altro) di tale apparente antinomia”.

I giudici sottolineano peraltro come la figura effettivamente prescelta, l’ex funzionario di Polizia Francesco Bertoneri, sia “del tutto idoneo al raggiungimento dello scopo perseguito” in virtù del “possesso di comprovata esperienza pluriennale e specifica professionalità”. Se “l’esercizio della discrezionalità organizzativa riconosciuta all’Amministrazione è immune dai vizi denunciati dal ricorrente”, il vizio risiede a livello “logico-giuridico” ed è insito proprio nella mancata “esternazione del percorso seguito per giungere alla decisione adottata”.

La procedura scelta “difetta in radice dei requisiti del concorso ed è piuttosto connotata dal carattere fiduciario della scelta da parte del Sindaco operata nell’ambito di un elenco di soggetti ritenuti idonei sulla base dei requisiti di professionalità”. L’eccesso di potere è ravvisato dai giudici in virtù di “un meccanismo che finisce per ridurre ad una scelta discrezionale di tipo fiduciario, del sindaco, l’assunzione”. In merito alla richiesta danni, questa si ritiene soddisfatta dalla riedizione del concorso stesso.