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Dal 19 ottobre

Al Museo Lia “La contemporaneità del classico. Dialogo sui modelli tra Museo Lia e Wolfsoniana”

Museo Lia

“La contemporaneità del classico. Dialogo sui modelli tra Museo Lia e Wolfsoniana” è la mostra che dal 19 ottobre si insedierà nei locali del Museo Lia, accompagnando spezzini e visitatori al nuovo anno visto che l’allestimento sarà presente sino al 19 febbraio 2023. Organizzata attraverso una selezione di opere della Wolfsoniana di Genova, l’esposizione intende infatti proporre un dialogo tra le due collezioni, focalizzato sulle molteplici trasformazioni e riprese, nel corso dei secoli, di comuni modelli stilistici e iconografici.

Punto di partenza del percorso espositivo è il Ritratto di Matteo Marangoni, dipinto nel 1919 dal pittore toscano Baccio Maria Bacci. Tale opera non solo raffigura uno tra i principali storici dell’arte italiani del Novecento, celebre per i suoi studi sull’arte barocca e per le importanti scoperte (tra cui il Bacco di Caravaggio), realizzate nel corso della sua opera di tutela del patrimonio artistico italiano, ma documenta anche la determinante influenza estetica esercitata dal critico d’arte sugli sviluppi espressivi di Bacci che proprio in quest’epoca, abbandonate le sperimentazioni linguistiche del futurismo, si accingeva ad aderire alle istanze classiche della cultura novecentista. La mostra si struttura in quattro sezioni tematiche e di genere – PitturaSculturaArchitettura e progetti di interni e Arti decorative – che coerentemente documentano le peculiarità tematiche e i principali caratteri espressivi della Wolfsoniana e contribuiscono pure a declinare, in ambiti di ricerca differenti, l’ininterrotta rielaborazione dei modelli classici sviluppatasi nell’ambito delle arti figurative e decorative a cavallo tra Otto e Novecento. Questa attitudine – presente, nonostante i differenti approcci estetici, sia nella pittura storicista della seconda metà dell’Ottocento, sia nella cultura figurativa novecentista – si può ugualmente ravvisare nelle ricerche plastiche della stessa epoca e appare evidente anche nella progettazione e decorazione architettonica e nelle diverse tendenze stilistiche che si alternarono, a cavallo tra i due secoli, nel contesto delle arti decorative.

La mostra, oltre che nelle sale adibite per le esposizioni temporanee, si articola lungo il percorso del museo proponendo, come nel caso dei rimandi neomichelangioleschi del cartone di Adolfo De Carolis o nel richiamo a Tintoretto presente nello studio per affresco di Mimì Quilici Buzzacchi – diretti confronti con le preziose opere della Collezione Lia, selezionate con il contributo di Andrea Marmori, direttore del Museo. Attraverso citazioni e rimandi ai modelli del passato, l’esposizione propone dunque un’intensa e variegata riflessione sull’inclinazione, diffusa tra Otto e Novecento, a rievocare, con vocabolario artistico moderno, soluzioni formali e temi figurativi attinti dalla cultura classica; ma contribuisce anche a sviluppare un coerente dialogo espressivo tra le raccolte della Wolfsoniana e del Museo Amedeo Lia, generosamente donate dai due collezionisti alle città di Genova e della Spezia per una loro definitiva fruizione pubblica. Questa selezione delle opere della Wolfsoniana, principalmente focalizzata sulle ricerche italiane, ma integrata anche da alcune significative testimonianze internazionali, propone infatti – in un suggestivo dialogo con le opere permanentemente esposte al museo – una panoramica sintetica, ma esaustiva sulla multidisciplinarietà dell’eclettica Collezione Wolfson: una caratteristica che, pur con diverse motivazioni e differenti motivi di ispirazione, si può pure riscontrare nelle ricche raccolte d’arte di Amedeo Lia.

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